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giovedì, dicembre 01, 2005

Una nuova forma di genocidio 

Non vi sembri troppo catastrofico il titolo di questo post che riguarda, ancora una volta, le donne e la loro condizione in questo mondo nel quale i signori maschi non vogliono abdicare al loro potere, neppure ad una piccola parte.
Dopo le violenze di Bologna e Biella – quest’ultima finita tragicamente – abbiamo avuto analoghi episodi a La Spezia, dove una giovane infermiera è stata stuprata alle 7 di mattina mentre si recava al lavoro, quindi abbiamo avuto la violenza di gruppo a Lucca, dove una ragazzina di quindici anni è stata sottoposta a violenza per alcuni mesi, dal solito “branco”, e quindi la violenza – questa non di carattere sessuale data l’età – alla quale un nuovo e altrettanto famigerato “branco” di ragazzini di quarta elementare, ha sottoposto una bambina della stessa classe (9 anni di età) che si è conclusa con una pedata in pieno addome che le ha spappolata la milza: si salverà, ma resterà ovviamente senza un organo fondamentale.
Queste forme di violenza contro ragazze indifese non derivano – a mio modo di vedere – da una sorta di libido da astinenza, specie adesso che i costumi si sono assai allentati.
Siamo in presenza, invece, di una volontà precisa di prendersi quello che piace, quando fa comodo e senza chiedere il permesso a nessuno: un mix di lussuria e ferocia, di dolore ed orgasmo, di potere e di sottomissione.
Ed è anche una forma di rivalsa che il maschio adotta nei confronti della femmina che gli si manifesta con netta superiorità in ogni campo della vita.
Queste sono le violenze che la cronaca di casa nostra riporta in questi ultimi giorni; ma una violenza di ben altra natura è quella segnalata dalla sede ginevrina dell’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) a proposito dello sconcertante fenomeno della “sparizione” di oltre 200.000 donne nell’ultimo anno.
Cosa intendono per sparizione: sono numeri che compaiono nelle rilevazioni statistiche e che ad un certo punto scompaiono, naturalmente insieme alle persone cui si riferiscono.
Evidentemente si tratta di ragazze o addirittura bambine, vendute per scopi lubrici o di altro genere e che sono uscite dalla nazione di competenza; nella nuova residenza “non esistono” in quanto introdotte clandestinamente e quindi ecco che siamo in presenza di una autentica sparizione.
E’ venuta fuori anche una turpe attività: l’aborto selettivo, quella forma di aborto che dalla prima ecografia stabilisce il sesso del nascituro e, nel caso che sia femmina, provvede ad abortire, allo scopo di eliminare questa forma di vita assolutamente di natura “inferiore” e che non occorre né alla famiglia e neppure allo Stato.
Un altro dato emerge da questa rilevazione dell’organizzazione ginevrina: notoriamente, in tutto il mondo il numero delle donne è assai superiore a quello degli uomini; ebbene, in India sono riusciti, miracolosamente, a ribaltare questo rapporto ed hanno fatto in modo che il numero dei maschietti presenti sul territorio superi quello delle femminucce. Ma bravi! Ma come avranno fatto! E pensare che gli indiani hanno anche avuto una donna “primo ministro”, ma evidentemente hanno seguito il detto “una eccezione non fa la regola”.
Ora, non voglio fare accostamenti azzardati, ma questo atteggiamento nei confronti delle donne – che potremmo definire genocidio selettivo – assomiglia tanto ad altre forme di barbariche uccisioni (Hitler, Stalin, ecc) solo che non si può dirlo e poi sono in piedi altre forme, altre situazioni, altri interessi; insomma non si può dire, ma almeno pensare!!

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