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lunedì, dicembre 05, 2005

Post elegiaco 

Cosa si può fare in una giornata dicembrina, mentre fuori piove “come Dio la sa mandare”, in casa con me non c’è nessuno e mi rimangono tre cose da fare: leggere, pensare e scrivere.

LEGGERE: mi sono già letto quattro quotidiani, li ho trovati sinceramente stomachevoli, trattandosi di giornali del lunedì, cioè del giorno dopo alla grande abbuffata del calcio e di altri sport minori che vengono relazionati; avete notato una cosa, nei quotidiani generalisti, cioè non sportivi puri, il rapporto tra calcio e altri sport è di dieci pagine a una?

Questo perché è la gente che vuole così oppure è facendo così che la gente viene “indotta” a volere così?

Indubbiamente il calcio mobilita gente e interessi al di sopra del normale e questa sua anormalità viene evidenziata dallo spazio che gli viene attribuito e dalle attenzioni che gli vengono riservate.

Facciamo un esempio: ieri a Firenze c’era la partita con la Juventus, sfida storica e spesso terminata a botte; in questo caso oltre alla guerra tra tifosi, c’era anche un interesse per la classifica del campionato: spettatori presenti poco più di 45 mila, dei quali circa due terzi gravitanti nell’area fiorentina (cioè 30 mila) che può contare, con le cittadine vicine (Empoli, Scandicci, ecc) su circa sei o settecento mila persone. Quindi, seguitemi bene, un ventesimo dei fiorentini era allo stadio; ebbene sapete quanta Polizia è stata mobilitata per l’evento? Oltre duemila agenti, da sommare a quelli messi in campo dalla società di casa.

Non mi sembra che il rapporto sia equo, poiché i rimanenti 19 ventesimi che alla partita non prestano alcuna attenzione vengono penalizzati e non hanno la protezione per la quale pagano regolarmente le tasse. Troppo pignolo?? Forse! Sarà la pioggia che continua inesorabile!

PENSARE: è una delle attività primarie dell’uomo, probabilmente la più nobile ed alta, ma è anche la più difficile a mettere in atto. Quasi tutti i “poteri”, nell’arco della storia dell’umanità, hanno cercato di “togliere” all’uomo questa sua facoltà e spesso ci sono riusciti, specialmente con la violenza.

Adesso la strategia messa in campo non è violenta, anzi, è tutta piena di dolcezza e dice pressappoco così: “tu pensa pure. Ma non ti sforzare a trovare le idee, le linee guida, quelle te le forniamo noi attraverso quello che tu consideri un banale passatempo, un normale elettrodomestico: la televisione”.

Con questo presupposto si arriva alla considerazione – che peraltro ho fatto altre volte – di una generazione di uomini e donne alla quale è stata tolta la possibilità di “formarsi una propria idea primaria”, in quando il bagaglio esperenziale che forgia le idee viene fornito da una sorta di vita virtuale che ci viene proposta a mo’ di autentica esperienza e quindi diventa per noi traccia da cui estrarre il nostro modo di comportarsi sia sotto il profilo etico che soprattutto sotto quello consumistico.

Diceva Pasolini che la nostra generazione ha una sorta di anello al naso, un anello d’oro, che non si avverte per la sua leggerezza, ma che ci conduce dove “gli altri vogliono” condurci; ecco, l’attività del pensare in una giornata triste e noiosa come quella di oggi può forse essere mirata soprattutto a rileggere i pensatori del passato, di coloro che si erano accorti del baratro verso cui stiamo precipitando.

SCRIVERE: è quello che sto facendo, anzi ho finito di fare, e spero di non avere tediato oltre misura i miei affezionati lettori che, comunque sono così comprensivi che mi perdoneranno.


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