mercoledì, dicembre 14, 2005
Pornotax e altre amenità
Notizie di stampa ci danno per certa l’introduzione, nella prossima legge finanziaria, di una nuovissima tassa che è stata subito battezzata “pornotax”, in quanto colpirà appunto i prodotti hard nella misura del 25% del reddito derivante da produzione, distribuzione, vendita e rappresentazione di materiale pornografico.
Ovviamente il nome esatto della nuova tassa non è pornotax, ma il più regolamentare “tassa etica”, come a dire che la pornografia è un qualcosa di non etico che si lascia in commercio purché paghi il tributo.
È un bel modo di ragionare, che sottace una volontà ancora più repressiva di quella dei cupi censori di una volta; pensate che questo nome (tassa etica) lo abbiamo preso pari, pari dalla Francia dove i disperati cugini francesi hanno una tassa similare alla nostra: della serie, mal comune mezzo gaudio.
In questa tassazione a luci rosse – principale paladina la bella Daniela Santanché – sono compresi anche gli abbonamenti TV a trasmissioni criptate di contenuto pornografico.
C’è da aggiungere poi che anche i “film violenti” avranno una loro particolare tassazione all’incirca simile a quella del materiale porno.
Quindi materiale hard e materiale violento tassati in modo particolare: per la prima categoria posso elencare alcuni oggetti, tipo quelli che affollano gli scaffali dei sexy shop, dalle bambole gonfiabili ai vibratori, dalla biancheria particolare agli strumenti sado-maso; ma per i film come la mettiamo? Chi è che etichetta il film come “pornografico” e soprattutto in base a quali criteri avviene questa classificazione.
E per i film “violenti” chi li classifica? Faccio un esempio: “Arancia Meccanica” come lo consideriamo? Ma voglio essere ancora più cattivo: “Passion”, l’ultimo film di Mel Gibson sulla morte di Gesù, a rigore di logica dovrebbe essere considerato “violento” e quindi sottoposto a tassazione particolare.
Ma ci rendiamo conto in quale ginepraio andiamo a cacciarci? E tutto questo per non voler mettere delle tasse assolutamente legittime, ma che andrebbero a colpire amici degli amici che non si possono toccare.
E di queste voglio parlare, citando due casi: il primo è l’esenzione dalle tasse di ambienti appartenenti a Enti religiosi (cattolici e di altro culto), anche se rivolti a svolgere una normale attività commerciale; mi spiego meglio: ovviamente gli edifici ecclesiastici adibiti al culto sono esenti e fin qui siamo tutti d’accordo, ma perché anche gli edifici dove enti ecclesiastici svolgono attività remunerata devono essere svincolati dall’obbligo delle tasse? A mo’ di esempio voglio citare i vari ostelli che accolgono giovani e meno giovani – a pagamento, naturalmente – ed anche tutte quelle strutture che vendono oggetti di propria produzione, tipo liquori, amari, ecc.; guardate che siamo pieni in Italia di queste strutture!!
Il secondo caso al quale mi riferisco è la tassazione dei guadagni di borsa, che vengono appena sfiorati da aliquote assolutamente ridicola; è stato detto in ambienti del Ministero dell’Economia, che una tale tassazione farebbe scappare i capitali dalle nostre borse e quindi è meglio soprassedere a questa che, peraltro, viene giudicata assolutamente legittima.
Chiudo con due consigli: per la pornotax includerei anche le prostitute ed i preservativi, ed aggiungerei il noto “Viagra”: mi sembra tutto materiale attinente all’hard; per la tassa sulla violenza ci metterei anche gli incontri di pugilato e le sedute al parlamento dove c’è violenza (si scazzottano spesso e volentieri) e c’è anche sesso (facce di c…in grande quantità).