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giovedì, dicembre 15, 2005

La Magistratura a caccia di gloria e di TV 

La colpa è stata del Dott. Antonio Di Pietro, mitico P.M. milanese ai tempi di “mani pulite”; l’ho detto altre volte ma lo voglio ripetere, adesso che ho visto un caso tipico di “ricerca di notorietà” da parte di un collega del molisano Tonino, approdato come è noto, sugli scranni di Montecitorio.

Mi spiego meglio: ai tempi di “mani pulite” (inizio anni ’90) i telegiornali sia pubblici che privati avevano un’ampia finestra quotidiana sul Palazzo di Giustizia di Milano, dove cercavano notizie e, soprattutto, interviste con i protagonisti della grande purga, in particolare con il mitico Di Pietro; cosa pensate che avranno detto le mogli degli altri magistrati italiani, impegnati in inchieste certamente utili, ma che non approdavano alla notorietà di quelle milanesi e non richiamavano certamente le televisioni. Avranno detto al marito:”ma tu non vali proprio niente, non sei mai stato neppure una volta in TV; guarda quello (Di Pietro) che è sempre nei telegiornali, quello sì che vale, mica tu, che sei sempre a spulciare carte, ma non arresti mai nessuno d’importante, vergognati!”.

Scherzo, ma fino ad un certo punto, perché alcune iniziative della magistratura di questi tempi mi inducono a pensare che sia tutta una questione di notorietà e basta.

Mi riferisco in particolare alla riesumazione del cadavere del sfortunato cantante Luigi Tenco, suicidatosi in occasione di un Festival di Sanremo di oltre 40 anni fa; il Procuratore della Repubblica della cittadina ligure ha riaperto il caso e ordinato la riesumazione della salma alla quale non era stata fatta a suo tempo neppure l’autopsia e quindi non era stato neppure rintracciato il proiettile, per confrontarlo con l’arma rinvenuta vicino al cadavere.

L’ineffabile magistrato ha dichiarato che l’inchiesta era stata condotta malissimo – e fin qui siamo tutti d’accordo – e che addirittura il corpo era stato rimosso prima dell’intervento della Polizia Scientifica e rimesso poi al suo posto (grosso modo) in un secondo tempo per poterlo fotografare.

Come ho detto sopra, poiché non era stato estratto il proiettile dal corpo di Tenco, non era stato ovviamente possibile confrontarlo con l’arma rintracciata, cosa che invece adesso si potrà realizzare.

Il magistrato ha aggiunto che resta confermata la tesi del “suicidio” e che la riapertura del caso e la riesumazione del cadavere serve soltanto a completare il fascicolo che è stato archiviato senza una serie di dati.

Da aggiungere che la persona che ha scoperto il cadavere (Dalidà) è morta da diverso tempo; il vicino di camera (Sandro Ciotti) è anch’esso deceduto; resta il presentatore del Festival (l’inossidabile Mike Bongiorno), ma facciamo presto!!

Ma come, si mette in piedi tutta questa storia soltanto per sistemare un fascicolo della Procura? Ma come, con tante cose sulle quali indagare che aspettano pazientemente un magistrato che se ne occupi, si da la precedenza ad una indagine al solo scopo di “completare un fascicolo”?

Però, se avete notato, il magistrato in questione è tutte le sere in televisione, con i TG che lo intervistano a più riprese e parlano di lui e della sua inchiesta.

Chissà come sarà contenta sua moglie e che buoni pranzetti gli preparerà al suo ritorno dall’ufficio; e come saranno fieri di lui i suoi amici, ora che lo vedono sempre in TV!!


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