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venerdì, dicembre 30, 2005

Anziani rottamati 

Allora non sono l’unico scemo che si preoccupa del problema degli anziani! Allora non sono l’unico che teme che la soluzione che verrà adottata sarà di tipo drammaticamente drastico! Allora non sono l’unico che si rende conto che “tanto tuonò che piovve”, come si dice dalle mie parti, intendendo che qualora le voci su questa forma cruenta di rottamazione proseguano, evidentemente si va incontro ad una realizzazione di queste aspettative.

Dico questo perché mi è capitato di apprendere che un grande scrittore francese, Régis Debray, ha pubblicato un libro per le edizioni Marsilio, dal titolo “Bioland: una proposta indecente.

In questo libro, si ipotizza che gli anziani, vengano “deportati” in una sorta di colonia penale realizzata in un’area sottosviluppata, contadina e montuosa ed organizzata come le antiche comunità benedettine, autonoma dal punto di vista alimentare, provvista di centro sanitario e di struttura di animazione.

La cosa importante è che Bioland sia in una zona a fortissima escursione termica stagionale (caldissima d’estate e gelida d’inverno) in modo che la “moria” di anziani che ci fu nell’estate del 2003 per l’eccessivo calore, sia un fatto ricorrente e non isolato come è stato finora.

Insomma, si tratterebbe di provvedere ad una dipartita “naturale”, cioè non provocata da cause esterne, motivata soltanto dai disagi del tipo di vita che si intraprende e dal clima impietoso.

Da notare che lo scrittore francese ipotizza di raccogliere in questa specie di lager, uomini e donne di età fra i 65 e i 100 anni; l’andamento della colonia e l’utilizzo di servizi centralizzati, farebbe risparmiare alla comunità un sacco di sold, quindi banditi i tradizionali ospizi e le innovative “badanti”; Debray pensa anche al tempo libero, nel quale viene privilegiato lo sport e ovviamente quel tipo di sport che produce più frequentemente cadute, ruzzoloni e conseguenti decessi: si va così dall’equitazione praticata nei boschi e costeggiando dei dirupi, al rafting lungo le rapide, fino alle passeggiate lungo mulattiere strette ed impervie.

A Bioland ci sarà anche una scuola che avrà come unico scopo l’insegnamento di una sorta di filosofia esoterica ed escatologica che insegni agli alunni “quanto è bello morire e trasmigrare da un’anima all’altra”.

Il trapasso è organizzato nei minimi dettagli: si inizia con l’abolizione dei costosi ed ingombranti funerali che intralciano il traffico, optando per una “cremazione al laser” (durata dell’operazione solo 15 minuti); le ceneri verrebbero inviate ai parenti che ne fanno richiesta e potrebbero essere sistemate ai piedi di un albero, anziché nell’anacronistico loculo; pensate poi che recenti ricerche di biotecnologia permettono di prevedere che entro poco tempo sarà possibile conciliare l’alboricoltura con la vita eterna: basterà prelevare una cellula del caro nonnetto – ovviamente prima dell’infornata – estrarne il DNA e iniettarlo in una cellula di un albero che poi i parenti vedranno rifiorire e crescere anno dopo anno.

Vi devo confessare che al momento in cui ho pensato l’argomento di questo post, mi ero prefisso di impostare la trattazione sul lato comico; noterete che non ci sono riuscito pienamente e questo perché i miei “fondi mentali” – cioè il lato inconscio di ognuno di noi – non mi ha permesso di scherzare più del dovuto, in quanto la materia trattata era terribilmente seria ed assolutamente non fantascientifica ma potenzialmente realizzabile entro i prossimi 20 o 30 anni.


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