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venerdì, dicembre 09, 2005

Ancora Ciampi, noi e la TV 

Questo mio secondo intervento – peraltro già preannunciato – fa seguito al post di ieri dedicato ai richiami del Presidente Ciampi sulla televisione e sugli effetti della stessa nei confronti della gente, in genere, e dei giovani, in particolare.

Ciampi è simpatico, anzi molto simpatico, e la battuta che ha avuto all’inaugurazione della stagione scaligera, è di quelle strepitose: a coloro che gli urlavano a mo’ di slogan “vogliamo un ciampi-bis”, alludendo ad un reinvestitura nella carica di Presidente della Repubblica, ha risposto “si bis ma bis…nonno!!”

Come si fa a non essere d’accordo con uno così, che oltre a tutto è anche mio correligionario; eppure quando afferma che “gli uomini e le donne che agiscono nei vari campi della vita pubblica (e non mi riferisco soltanto alla politica) coloro cioè di cui i mass-media amplificano ed esaltano ogni azione, talvolta ci appaiono inconsapevoli delle loro responsabilità quali modelli di comportamento per la formazione dei giovani”.

È una bella frase ma non mi trova consenziente, prima di tutto perché se i giovani assumono questi elementi e li portano a livello di modelli, significa che né la scuola, né la famiglia hanno saputo fornirgliene di migliori e, secondo, in questo campo è vano cercare la collaborazione di coloro che con queste manfrine fanno i soldi a palate. Perché mai un Costantino oppure una Carmen Di Pietro dovrebbero abdicare al loro ruolo di “modelli” confessando che sono persone come le altre, anzi molto peggio delle altre; perché la già citata Carmen Di Pietro dovrebbe smettere di fare addirittura l’opinionista sulla RAI, e confessare la sua inadeguatezza al ruolo; visto che la pagano lei ci sta, eccome se ci sta!

Allora si potrebbe dire: dovrebbe essere la struttura televisiva che fa programmi di carattere educativo o comunque si sforza di non mandare in onda “cattivi esempi”; già, ma sono proprio questi cattivi esempi che fanno audience e alle televisione è solo questo che interessa!

Maurizio Costanzo afferma che la televisione mette in onda quello che la gente vuole; in parte è vero, ma questa gente che vuole “queste cose” chi l’ha fatta diventare così? La risposta è molto semplice e complessa allo stesso tempo: questa forma di televisione ha creato questa gente, ed è quindi una sorta di continua riproduzione di generi televisivi che inducono la gente ad essere come è e quindi a desiderare quei certi programmi.

Sembra uno scioglilingua e invece è soltanto la nuda e cruda verità!

Quindi il problema che dobbiamo risolvere è dentro di noi, siamo noi che ci dobbiamo “educare” a capire che quello che ci danno è uno schifo, non solo ma è anche fortemente dannoso; dobbiamo capire che ogni forma di immagine contiene una parte di “informazione” e una parte (ancora più ampia) di “comunicazione”, con la quale l’autore dell’immagine stessa ci invia il “suo” pensiero su quell’evento o personaggio.

Ho già detto altre volte, ma voglio ripeterlo, che la televisione non è affatto un elettrodomestico che sta ai nostri comandi, è uno strumento di comunicazione di massa che si insinua nelle famiglie e veicola il messaggio che gli viene immesso; la televisione usa un “linguaggio” che è tipico, anche se “assomiglia” a quello cinematografico dal quale discende: noi dobbiamo compiere un’operazione di alfabetizzazione, prima di tutto nelle scuole (insegnanti ed alunni) e poi nell’intera società, per fare in modo di essere autenticamente liberi di fronte alle immagini.

Quindi non chiediamo alle TV di cambiare, dobbiamo essere noi a cambiare dopo di che il cambiamento dei modelli e dei messaggi verrà automaticamente: certo che comporta fatica ma niente viene senza un briciolo d’impegno personale.

Quello che propugno è una “rivoluzione della conoscenza”: sarà possibile?


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