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venerdì, novembre 04, 2005

Vittoria contro la TV 

Anzitutto chiariamo che è una storia rigorosamente vera e si svolge a Pescaglia, una frazione dell’omonimo comune in provincia di Lucca; il piccolo agglomerato di case, anche se bello e suggestivo con quella sua piazza antica e le viuzze che da lì si dipartono, conta qualcosa meno di cento abitanti.

Se vogliamo continuare nella descrizione del luogo, possiamo dire che esso dista pochi chilometri da dove Giacomo Puccini trascorreva le sue estati e dove traeva ispirazione per i suoi immortali capolavori.

OK, tutto bello, tutto suggestivo, ma c’è un problema: alle otto di sera l’unico bar del posto chiude i battenti e in tutta la frazione non esiste niente che possa accogliere giovani e anziani per trascorrere insieme il dopo cena; la soluzione adottata dagli abitanti del luogo è molto semplice, ed è quella che adottiamo anche molti di noi che pure viviamo in luoghi pieni di locali aperti per il dopo cena: alle otto tutti in casa di fronte alla televisione fino a quando la resistenza della gente ce la fa a sopportare le scemenze che gli vengono propinate.

Un gruppo di persone – lo definirei benemerito – composto da nove cittadini, si è posto il problema e ha deciso di risolverlo, unendosi in una sorta di Circolo Culturale e Ricreativo aperto, ovviamente, solo dopo cena per accogliere i paesani che possono riunirsi per bere un buon bicchiere di vino, prendere un caffè, fare due chiacchiere, giocare a carte; insomma tutte quelle cose che in casa non si fanno per specifica colpa dell’elettrodomestico dominatore dei nostri salotti: appunto la televisione, che, invece, è rigorosamente bandita da questa struttura.

Il gruppo terrà aperto tutti i giorni nel periodo estivo e si riunirà rigorosamente all’aperto da giugno a settembre, mentre da ottobre al maggio successivo gli incontri avranno luogo almeno cinque volte il mese (un po’ più di una volta la settimana) e si terranno presso un Albergo del posto (meglio dire ex Albergo, in quanto è chiuso da tempo) che per la modica cifra di 200 euro al mese aprirà i suoi battenti ai soci del circolo e a tutti gli altri che vorranno intervenire.

Il programma autunno-inverno? È presto detto: cene conviviali a tema, incontri su temi scelti da tutti loro, e altre iniziative volte a favorire lo stare insieme della gente: insomma, parliamo tra noi per vedere come vanno le cose

L’iniziativa, che ovviamente vive solo di autofinanziamento, ha già fatto uno sproposito di adepti, pensate addirittura duecento soci (su una popolazione di cento), in quanto saputa la notizia, anche molta gente di paesi vicini ha deciso di iscriversi a questo Circolo che mi piace definire – anche se non è questo il nome – “anti televisione”.

Dov’è l’importanza di questa forma aggregativi? Certamente la prima cosa importante è la scoperta che “si può anche fare a meno della TV e si campa lo stesso”; la seconda cosa anch’essa significativa è l’evidente desiderio che ha la gente di uscire di casa per stare insieme agli altri e parlare, diventare cioè soggetto attivo della realtà, invece della passività insita nello spettatore televisivo.

E questo – scusate se coltivo queste illusioni – mi sembra una dei pochi modi di riappropriarsi della propria vita, di non delegare ad altri la costruzione dei nostri pensieri, dei nostri bisogni, dei nostri ideali.

Mi piace chiudere questo mio post con un anelito di speranza, che mi viene proprio da questa iniziativa di cui sopra, anche se modesta: se c’è rimasto ancora qualcuno che preferisce parlare con un amico anziché stare ad ascoltare Maurizio Costanzo o altri come lui, tutto non è perduto, tutto può essere ancora rimesso in discussione.

Il nostro motto: 10, 100, 1000 Pescaglia!


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