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martedì, novembre 15, 2005

Un bambino = una vacca 

L’accostamento del bambino con la vacca deriva da una questione puramente economica; adesso ve la spiego: la U.E. paga agli allevatori europei un importo di due dollari al giorno per ogni capo di bestiame allevato; in molti paesi africani i bambini vengono venduto alla stessa cifra, ma forse anche qualcosa meno; comunque ci sono delle situazioni nelle quali la cifra di 60 dollari al mese (cioè due dollari al giorno) non raggiunge il reddito medio pro-capite e quindi è inferiore alla vacca.
Quando ho appreso la notizia ed ho fatto le mie riflessioni, mi sono subito fortemente incazzato, per due ordini di motivi: il primo è perché vedo confermato quanto da me, pensato ed anche scritto molte volte, e cioè che l’Europa altro non è che un carrozzone adibito ad un magna magna generale ed è, soprattutto, un carrozzone che accoglie una pletora di funzionari anch’essi dediti allo sport nazionale, cioè al “tengo famiglia” e quindi cerco di accaparrare più che posso.
Pensate che del bilancio agricolo generale, che come potete supporre facilmente è assai pingue, c’è uno stato, la Francia, che se ne accaparra il 25% in virtù di accordi siglati all’atto della nascita degli accordi europei ed improntati a rapporti puramente di forza.
Il secondo ordine di motivi è direttamente collegato al bambino che con due dollari giornalieri potrebbe avere una vita quasi dignitosa, insieme al padre ed alla madre ed è invece costretto o a tentare la fortuna all’estero, facendo la traversata su un marcio barcone in compagnia di babbo e mamma e di tanti altri disperati come loro, oppure a fare il guerrigliero al soldo di uno dei tanti signori della guerra.
Come possiamo continuare a pensare che questi individui (siano essi padri o figli) abbiano ancora il buon gusto di venire da noi per fare dei lavori “ingrati” o, in assenza di questi, per integrarsi con la malavita o con l’integralismo religioso.
Ma possiamo onestamente continuare a stigmatizzare questi uomini o donne che cercano onestamente o meno di emancipare la loro famiglia; e ricordiamoci che se continueranno a chiedere l’elemosina agli incroci con il bicchierino di plastica, dobbiamo solo ringraziarli che non chiedano – o meglio pretendano – quello che dovrebbe spettargli di diritto.
Da parte nostra cerchiamo di insegnar loro come progredire e mettersi al passo con i tempi; tali insegnamenti funzionano meglio se sono accompagnati da specifiche testimonianze come, per esempio, quei 5.000 signori che in pochi anni avevano combinato una macroscopica truffa ai danni dell’INPS per una storia di falsa disoccupazione di braccianti siciliani (per la precisione in provincia di Catania); guadagno complessivo dell’amena combriccola : 15 milioni di euro, cioè 30 miliardi del vecchio conio.
Pensate che uno dei facenti parte della banda dei finti disoccupati, lavorava regolarmente in Belgio e capitava saltuariamente a Catania per apporre la sua firma in qualche registro dell’Istituto.
Come si può insegnare ai bravi africani che per raddoppiare le entrate si può anche rubacchiare ad un Istituto che è poi di proprietà “di tutti”; come si può raccomandare loro di ingegnarsi per trovare qualche strada traversa, tanto se stanno ad aspettare gli aiuti dell’occidente stanno freschi:
Comunque parlandone con Voi mi è un po’ passata l’incazzatura in quanto mi sembra di condividere il problema con altre persone amiche che, all’occorrenza, mi possono fornire validi suggerimenti che io trasferirò agli affamati africani, prima che vengano tutti qua da noi a sfamarsi alle nostre tavole, come avrebbero diritto.

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