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giovedì, novembre 03, 2005

Tensione con l'Iran 

Oggi è in programma a Roma una fiaccolata davanti all’ambasciata iraniana per manifestare la solidarietà del popolo italiano (o comunque di chi ci sarà) alla comunità ebraica, dopo che il Presidente iraniano Ahmadinejad ha dichiarato pubblicamente e più volte che “Israele va cancellato dalla carta geografica del mondo e i suoi abitanti scomparire dalla faccia della terra”; ha anche ammonito tutti gli stati arabi a non riconoscere Israele, pena severe ritorsioni.
I governanti iraniani, appreso della manifestazione romana (è forse l’unica dell’occidente??) hanno convocato al Ministero degli Esteri il nostro ambasciatore, Roberto Toscano, al quale viene consegnata una nota ufficiale di protesta sia per la fiaccolata sopra citata e sia per le nette e incontrovertibili dichiarazioni di solidarietà a Israele, pronunciate dal nostro Ministro degli Esteri, Fini, in occasione della sua recentissima visita in Palestina e in Israele.
Come “risposta” alla fiaccolata romana, alla quale dovrebbe partecipare anche Romano Prodi, gli studenti della scuola Basiji – la milizia popolare iraniana – hanno organizzato una manifestazione di fronte all’ambasciata italiana a Teheran per protesta contro la nostra presa di posizione nella vicenda: detto tra noi, sig. Ahmadinejad, le conosciamo bene anche noi le riunioni oceaniche in presenza di un regime totalitario che le ordina! I nostri padri hanno vissuto all’epoca di Piazza Venezia e di tutte le assemblee popolari che vi si tenevano.
Dobbiamo spiegare al sig. Presidente iraniano che le manifestazioni italiane – da chiunque organizzate – sono completamente libere e nessuno può imporre il contrario; anche le Forze dell’Ordine, se non in presenza di gravi disordini, non possono intervenire, ma limitarsi ad osservare lo svolgersi della cosa, tenendosi a debita distanza: questa, egregio presidente, si chiama “democrazia”, una parola che nel suo vocabolario neppure esiste e che è sostituita da “teocrazia”, cioè governo di Dio.
Mentre Fini rilascia dichiarazioni giustamente di fuoco, il nostro leader Berlusconi ieri sera – giorno conclusivo del Ramadan – ha riunito a Villa Madama tutti gli ambasciatori dei paesi arabi, tra i quali ovviamente anche l’Iran, per una cena conviviale durante la quale ha pronunciando parole concilianti e distensive, nelle quali veniva auspicato che non si crei una nuova “cortina di ferro” tra noi e i paesi islamici; e concludendo poi con una frase evangelica che recita: “Beato chi opera per la pace”: ovviamente il beato era lui, e chi altri può essere più beato di lui!
Indovinate un po’ come si sono schierati alcuni amici ed avversari su queste affermazioni: Bertinotti ha applaudito, affermando “Persino io posso apprezzare Berlusconi”, mentre il leghista Calderoli ha ribattuto: “io non mi siedo a tavola con chi reprime i cattolici a casa sua e qui pretende di dare lezioni a noi”.
In margine a questa burrascosa vicenda iraniana, non dobbiamo dimenticarci che l’Iran è ancora impegnato nel programma nucleare che - a loro dire – sarebbe a carattere civile, mentre per gli ispettori dell’O.N.U. rivestirebbe una qualche pericolosità; insomma, avere un tipetto incazzoso come Ahmadinejad che possiede uranio arricchito e quindi teoricamente può facilmente fabbricare l’atomica, non lascia tranquilli gli israeliani, in primis, ma anche il resto del mondo arabo.

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