<$BlogRSDUrl$>

lunedì, novembre 07, 2005

Ma la gente è migliorata o peggiorata? 

Fra tanti chiacchieroni saccenti che straparlano circa la realtà emergente della gente e la descrivono come molto più attenta alle cose che la circonda, sento il bisogno di dire la mia a costo di crearmi qualche amico e molti nemici in più.
Fornisco subito l’essenza del mio pensiero, che peraltro si rileva dal titolo, e affermo con decisione – assumendomi tutte le relative responsabilità – che l’opinione pubblica è sempre più in declino con l’andare degli anni e che a partire dal 1980 la china imboccata e di una ripidezza estrema: sia chiaro che la colpa non è sua!
Le cose che mi inducono a questa affermazione sono principalmente due: l’approccio all’informazione e l’uso dell’elettrodomestico-televisore con la leggerezza del legittimo desiderio di passare un paio d’ore in santa pace.
Andiamo con ordine e cominciamo con l’informazione: premetto che il nostro paese è agli ultimi posti della classifica sugli acquirente e lettori di quotidiani, ma questo vuol dire poco o niente, perché adesso – se si vuole – l’informazione può arrivarci da altre fonti (T.V., Internet, canali satellitari); il problema che ancora non abbiamo capito è che qualunque mezzo di informazione contiene – camuffato ma mica tanto – una sorta di comunicazione più o meno clandestina riguardante la notizia che ci viene data; insomma, la gente dovrebbe rendersi conto che insieme all’informazione, colui che ce la fornisce ci da anche la “sua idea” circa quell’evento, cioè una precisa comunicazione (idea su una realtà).
Dato questo principio, ne consegue che la gente si crede “molto informata” ed è invece molto “manipolata” da queste comunicazioni che entrano clandestinamente nella nostra psicologia e vanno a formare il nostro bagaglio delle esperienze, sul quale si fondono tutte le scelte che noi siamo chiamati a fare durante la nostra esistenza: finanziarie, religiose, etiche, politiche, ecc.
Il maggiore accusato di queste manipolazioni è indubbiamente l’elettrodomestico-televisore – e siamo così giunti al secondo punto in discussione – che viene da tutti noi gestito alla stessa stregua del tostapane e del frigorifero, cioè come un oggetto che è lì ai nostri comandi e fa quello che gli chiediamo; ed è qui che commettiamo il nostro errore più clamoroso, quando cioè nell’avvicinarci alla TV non mettiamo in funzione tutti i nostri filtri in modo da essere immuni (almeno in parte) dal televisore-comunicatore.
Usare il televisore è come andare al cinema (e questo nessuno lo vuole capire) in quanto viene usata la stessa forma linguistica (l’immagine tecnica audiovisiva), ma mentre nella cinematografia recepiamo che esiste una qualche espressività (cioè comunicazione), nella TV siamo indotti a considerare il mezzo come “finestra sul mondo” dalla quale affacciarsi e vedere quello che accade: ovviamente così non è, perché quell’apparente finestra è manovrata da abili comunicatori che ci stanno indottrinando su tutto quello che è possibile indottrinarci.
Ed è soprattutto una continua formazione di “nuova mentalità”, un nuovo atteggiamento verso le cose e verso gli altri: tutto questo ci viene indotto dalla passiva ricezione della televisione, a cominciare dai TG per continuare con gli “show” ed anche con i “serial” e gli “scemeggiati” (sì, proprio scemeggiati, non è un errore!), per finire ai dibattiti d’opinione, nel quali il mezzo raggiunge il massimo di astuzia in quanto sembra una ripresa asettica di varie opinioni, mentre è sempre l’idea di chi conduce il gioco che alla fine viene fuori, in forma clandestina, e diventa nostro patrimonio mentale.
Un capitolo a parte merita l’approccio dell’uomo contemporaneo con la cultura, ma rimandiamolo ad altra puntata che spero di mettere in cantiere quanto prima.

This page is powered by Blogger. Isn't yours?