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domenica, novembre 20, 2005

Le ingerenze della Chiesa 

E’ di questi giorni l’ultima polemica tra partiti, associazioni laiciste e la Chiesa circa la norma sulla devolution approvata dalla Camera dei Deputati.
Prima di affrontare un argomento – ma questo lo avrete già notato – mi piace chiarire bene di cosa stiamo parlando (forse è la mia formazione “tomista” che mi spinge a questo), ed in questo caso noi siamo portati ad usare il termine Chiesa con troppa superficialità; infatti le polemiche si aprono sempre con la C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) che dell’intera Chiesa è una parte, importante quanto si vuole ma sempre e comunque una parte; faccio un esempio, se la Conferenza Episcopale Belga affronta un problema ed emana una sorta di direttiva ai suoi cattolici circa il comportamento da tenere, noi italiani non lo veniamo neppure a sapere.
Quindi, primo punto fermo: la CEI non è la Chiesa, il Magistero; acclarato questo proseguiamo nella nostra disanima circa le polemiche che regolarmente si aprono ad ogni affermazione dei Vescovi italiani.
Circa le uscite dei Vescovi, il mio pensiero è che anch’essi – come gli odontotecnici, i fabbricanti di materassi, le donne di servizio, ecc. – hanno diritto di dire la loro sulle questioni di carattere etico che cozzano con i dettami della loro religione.
Se poi noi laici – più o meno credenti – ci sentiamo coartati da queste esternazioni, questo è un nostro problema che esula dalla situazione di fatto.
Non capisco poi le prese di posizione di alcune associazioni che raggruppano gli agnostici e gli atei d’Italia che ad ogni affermazione dei Vescovi si inalberano e gli contestano il diritto di affermare la loro idea su materia etica: forse sarebbero più credibili se altrettanta presa di posizione ci fosse nei confronti dei protestanti, dei mussulmani, degli ebrei o, stando più vicino a noi, dei protestanti e degli ortodossi.
E qui sorge una nuova domanda: perché le prese di posizione dei Vescovi hanno così risalto sulla gente (anche laica)? Probabilmente perché anche gli agnostici, o atei che dir si voglia, hanno un trascorso passato nelle sacrestie delle Chiese nostrali, dalle quali poi si sono allontanati per qualche motivo, più o meno nobile.
Un'altra motivazione dell’incidenza maggiore della Chiesa cattolica sulle altre è dato da due fattori: il primo è la maggiore presenza, in Italia, di cattolici rispetto a seguaci di altre religioni; ed il secondo motivo è dato dalla presenza, a Roma, del Pontefice, cioè della massima autorità.
Non si dimentichi che le alte cifre dal turismo che si fanno a Roma – oltre che dai ruderi romani – provengono dalle visite a Chiese e Catacombe dei cattolici; questa forma di “servitù” della città alla struttura religiosa è una precisa realtà che non può essere disattesa.
Una cosa dobbiamo affermare con forza: i Vescovi hanno piena facoltà di pronunciarsi sulle questioni di carattere etico e, ovviamente, religioso; quando invece la normativa scende maggiormente nel politico, farebbero meglio a non intromettersi, poiché rischiano di essere tirati per la giacca da questo o quel partito che sono sempre disposti all’arruolamento della Chiesa nelle loro file.
Quindi, per concludere, queste esternazioni vengano pronunciate, ma “cum cautio”, tanto per usare una lingua cara a nostri Vescovi.

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