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mercoledì, novembre 30, 2005

La benzina con lo sconto 

Anzitutto la vicenda: si svolge in Toscana, in provincia di Lucca, dove un Ipermercato (non faccio il nome per non fare pubblicità) ha trovato il modo di installare un distributore di benzina che fornisce carburante con uno sconto di 10 centesimi al litro, il che significa 5 euro per un pieno di 50 litri, quanto occorre ad una utilitaria.
Come è potuto accadere? Anzitutto l’Amministratore Delegato dell’Ipermercato ha trovato favorevole accoglimento da parte del Sindaco del luogo ove è stato aperto il distributore; in secondo luogo ha scartato il rifornimento classico alle società di distribuzione italiane che controllano l’intera filiera del carburante e si è rivolto ad una azienda francese – di proprietà di un azionista del complesso distributivo – già sensibile ad applicare i prezzi più bassi possibili.
Come è stato possibile attuare questa operazione? Il dirigente dell’Ipermercato ha parlato di ottimizzazione della logistica e grande efficienza dell’impianto: in sostanza, gli addetti ai rifornimenti di carburanti non sono affatto proprietari della struttura ma dipendenti del colosso distributivo; questo ne consegue un interesse a smaltire il lavoro nel minor tempo possibile, ma un ricarico di prezzo per le loro prestazioni infinitamente più basso di quello che può essere la prebenda di un “padrone” o “padroncino” che dir si voglia.
Ricorderete che quando fu ventilato questa nuova situazione distributiva, i gestori delle stazioni di servizio si opposero fermamente a qualsiasi modifica, difendendo strenuamente uno status quo che appare abbastanza anacronistico e sicuramente “di retroguardia”.
Anche in questo caso si rivela una delle piaghe del nostro paese, il dominio delle corporazioni, come è già stato affermato circa i tassisti, i farmacisti, i notai, ecc.
Tutte queste categorie godono di una sorta di autoregolamentazione che prevede al primo punto la massima “chi c’è c’è e chi non c’è non entra” che rappresenta il massimo dell’egoismo e sta ad indicare anche una sorta di antistorico appannaggio di situazioni di privilegio.
Ma questa nuova forma distributiva che si ripromette di entrare in sinergia con altre attività al fini di ottimizzarne i prezzi, ammesso di riuscire a superare gli ostacoli posti dai gestori italiani e dalle società di distribuzione, ha anche un altro “nemico” con cui combattere, quello che per usare una parola di moda potremmo definire la sindrome da devolution.
Infatti, a quanto ha dichiarato il già più volte nominato A.D., in Italia l’istallazione di un distributore di benzina è autorizzato dalle singole regioni, pertanto ci sono 21 modi diversi di procedere.
In certe regioni, ad esempio, si può aprire un nuovo impianto solo se non c’è un’altra stazione di servizio nel raggio di 20 chilometri: come possono essere fatte delle operazioni di rinnovamento con tale normativa!!
Comunque sia, anche tutto questo è frutto della famigerata globalizzazione – da me più volte vituperata – in quanto tende a privilegiare le strutture grandi a detrimento di quelle piccole; ora, se ci pensate bene, il benzinaio sotto casa, sia pure privilegiato da leggi che lo tutelano al massimo e lo rendono una casta, a me però resta simpatico, se ho bisogno di qualcosa sono sicuro che mi posso rivolgere a lui, ma se viene il mega impianto, con degli addetti che vengono cambiati in continuazione tutto questo non avverrà più.
E allora, allora rimpiangeremo il tempo passato dicendo che si stava meglio quando si stava peggio! Pensate che da informazioni ricevute, sembra che a New York il Comune finanzi le riaperture dei piccoli negozi che sono stati spazzati via dagli ipermercati.
Meditiamo, gente, meditiamo.

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