lunedì, ottobre 31, 2005
Apriamo gli occhi e guardiamoci attorno
Mi è capitato di vedere ieri – in una domenica arci-dominata dal pallone – una trasmissione satellitare che riprendeva la fase conclusiva delle giornate internazionali di studi organizzate a Rimini dal Centro “Pio Manzù” sul tema dell’approvvigionamento energetico.
In questa circostanza è stato assegnato un premio speciale all’attrice Sharon Stone “per il suo impegno umanitario a favore dei malati di AIDS, in difesa dell’ambiente e contro le guerre”.
Non sapevo di tutti questi impegni della bellissima Sharon (indimenticabile interprete di “Basic Instinct”) e così mi sono messo a sentire il breve discorso di ringraziamento che l’attrice ha rivolto agli organizzatori, nel corso del quale ha svolto un intervento semplice ma estremamente efficace sui nostri attuali problemi che, se ci riesco, riporto qui di seguito “a memoria”.
Il primo provvedimento per migliorare il mondo che ci circonda – afferma la Stone - è quello di migliorare il nostro comportamento, cominciando dalle cose semplici, come non lasciare il carrello del supermercato in mezzo al parcheggio, non passare con il rosso sperando che non ci veda nessuno, non voltarsi dall’altra parte se incontriamo un malato di AIDS; saremo buoni cittadini del mondo se ogni giorno sceglieremo di amare, di essere gentili, attenti, capaci di donarci agli altri; ed ha concluso affermando che se sapremo rinunciare all’odio ed alla violenza, il mondo non cercherà più di sbarazzarsi di noi come sembra voler fare adesso.
Il concetto esposto così efficacemente da Sharon è un po’ la riedizione di un assioma caro al filosofo danese Kierkegaard che diceva: “se vuoi pulire il mondo, comincia a spazzare di fronte alla tua casa”.
Entrambe le affermazioni fanno perno sul concetto di impegno personale, partendo dalle piccole cose (il carrello per la Stone e lo spazzare per il filosofo danese) identificandole come elementi significanti dell’azione di ciascun individuo per migliorare il mondo in cui vive.
Certo che questo tipo di impegno personale cozza violentemente con le cose che abbiamo di fronte, come ad esempio il tormentone attualmente in voga “lento o rock”, con cui si etichettano genti e situazioni; è certamente un innocuo gioco di società, lanciato da un “falso impegnato” come è Celentano, ma il suo successo la dice lunga su quello che attualmente è la nostra pigrizia mentale e – di conseguenza – operativa.
E quando dico nostra, mi riferisco non solo a me e a voi, ma a tutto il contesto sociale nel quale siamo chiamati a stare e ad operare, quel contesto che – per qualche strana (mica tanto!) ragione – tende a privilegiare il gioco di società, facendoci dimenticare i veri, autentici problemi che agitano il nostro pianeta e che se non vengono risolti porteranno alla nostra distruzione.
Chi si preoccupa dei morti di Nuova Delhi; chi si preoccupa delle continue atroci stragi islamiche in Algeria (di recente è stata sgozzata e tagliata a pezzetti un’intera famiglia), delle quali non veniamo neppure più a conoscenza, se non attraverso canali particolari?
Mi viene risposto: la vita è così breve, godiamocela per quello che possiamo e cerchiamo di non pensare alle disgrazie, che tanto non ci possiamo fare nulla.
Ecco la frase che rafforza tutte le correnti del “male” da quello razzistico a quello ecologico, da quello guerresco a quello falso pacifista; è il nostro disinteresse che lo rende forte, quasi invincibile, dico “quasi”, perché siamo sempre in tempo a ravvederci, cominciando proprio dal rimettere a posto il carrello del supermercato.
In questa circostanza è stato assegnato un premio speciale all’attrice Sharon Stone “per il suo impegno umanitario a favore dei malati di AIDS, in difesa dell’ambiente e contro le guerre”.
Non sapevo di tutti questi impegni della bellissima Sharon (indimenticabile interprete di “Basic Instinct”) e così mi sono messo a sentire il breve discorso di ringraziamento che l’attrice ha rivolto agli organizzatori, nel corso del quale ha svolto un intervento semplice ma estremamente efficace sui nostri attuali problemi che, se ci riesco, riporto qui di seguito “a memoria”.
Il primo provvedimento per migliorare il mondo che ci circonda – afferma la Stone - è quello di migliorare il nostro comportamento, cominciando dalle cose semplici, come non lasciare il carrello del supermercato in mezzo al parcheggio, non passare con il rosso sperando che non ci veda nessuno, non voltarsi dall’altra parte se incontriamo un malato di AIDS; saremo buoni cittadini del mondo se ogni giorno sceglieremo di amare, di essere gentili, attenti, capaci di donarci agli altri; ed ha concluso affermando che se sapremo rinunciare all’odio ed alla violenza, il mondo non cercherà più di sbarazzarsi di noi come sembra voler fare adesso.
Il concetto esposto così efficacemente da Sharon è un po’ la riedizione di un assioma caro al filosofo danese Kierkegaard che diceva: “se vuoi pulire il mondo, comincia a spazzare di fronte alla tua casa”.
Entrambe le affermazioni fanno perno sul concetto di impegno personale, partendo dalle piccole cose (il carrello per la Stone e lo spazzare per il filosofo danese) identificandole come elementi significanti dell’azione di ciascun individuo per migliorare il mondo in cui vive.
Certo che questo tipo di impegno personale cozza violentemente con le cose che abbiamo di fronte, come ad esempio il tormentone attualmente in voga “lento o rock”, con cui si etichettano genti e situazioni; è certamente un innocuo gioco di società, lanciato da un “falso impegnato” come è Celentano, ma il suo successo la dice lunga su quello che attualmente è la nostra pigrizia mentale e – di conseguenza – operativa.
E quando dico nostra, mi riferisco non solo a me e a voi, ma a tutto il contesto sociale nel quale siamo chiamati a stare e ad operare, quel contesto che – per qualche strana (mica tanto!) ragione – tende a privilegiare il gioco di società, facendoci dimenticare i veri, autentici problemi che agitano il nostro pianeta e che se non vengono risolti porteranno alla nostra distruzione.
Chi si preoccupa dei morti di Nuova Delhi; chi si preoccupa delle continue atroci stragi islamiche in Algeria (di recente è stata sgozzata e tagliata a pezzetti un’intera famiglia), delle quali non veniamo neppure più a conoscenza, se non attraverso canali particolari?
Mi viene risposto: la vita è così breve, godiamocela per quello che possiamo e cerchiamo di non pensare alle disgrazie, che tanto non ci possiamo fare nulla.
Ecco la frase che rafforza tutte le correnti del “male” da quello razzistico a quello ecologico, da quello guerresco a quello falso pacifista; è il nostro disinteresse che lo rende forte, quasi invincibile, dico “quasi”, perché siamo sempre in tempo a ravvederci, cominciando proprio dal rimettere a posto il carrello del supermercato.