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martedì, settembre 27, 2005

Cattivi maestri 

Anzitutto diamo la definizione di maestro, prendendola dal Devoto-Oli: “Persona che in virtù delle cognizioni ed esperienze acquisite, risulta all’altezza di contribuire in tutto o in parte all’altrui preparazione o formazione”.
Ed è proprio l’ultima parte della definizione che mi interessa sviluppare: dunque il maestro provvede – oltre che alla preparazione – a quella che viene definita la “formazione”, cioè quel modo di svilupparsi mentalmente che conduce il giovanissimo a diventare uomo, ad acquisire – ancora il Devoto Oli ci viene in aiuto – una “fisionomia spirituale”.
Chiarito questo concetto, mi interessa adesso individuare, insieme a voi, chi sono – nell’odierna società – i cosiddetti maestri: non sono certo quelli che per un magro stipendio si assidono giornalmente dietro a cattedre vecchie e polverose e si ritrovano davanti una turba di ragazzi desiderosi soltanto di andarsene fuori e di continuare la vita di tutti i giorni: un po’ di sport, qualche gioco con gli amici e soprattutto tanta, ma tanta televisione e nessuna voglia di apprendere le bellezze della conoscenza, nessuna voglia di superare l’ignoranza e diventare – come si diceva una volta – istruiti; per fornire le conoscenze di base utili nella vita basta e avanza la televisione.
Ed eccoci a sviluppare il problema in tutto il suo ampio ventaglio; se è vero che la televisione è l’attuale scuola di vita per tantissimi giovani che ci passano davanti più ore di quelle trascorse in classe, viene di conseguenza che i veri maestri, coloro che pur non insegnando niente ma offrendo soltanto uno stile di vita, sono i divi e le dive della TV.
Uno di questi divi/maestri, se non sbaglio è Paolo Calissano, trovato in casa sua strafatto di cocaina, con una ballerina brasiliana morta per una overdose e con mezz’etto di coca nascosta tra le camicie; sembra che anch’egli abbia rischiato grosso e che i carabinieri lo abbiano trovato in stato comatoso.
Questo signore è uno dei “maestri” della nostra gioventù, è uno dei modelli ai quali essi si ispirano e che viene invidiato da tutti i nostri ragazzi; e ce lo dobbiamo ritrovare insieme ad un amico benzinaio genovese, due donne – di cui una morta – e completamente fatto di cocaina: alla faccia del bell’esempio!
Se un maestro – quelli veri, quelli dietro la cattedra – viene trovato nella stessa situazione di Calissano, oppure ad adescare una ragazzina come sembra documentato che abbia fatto Amedeo Goria, come minimo viene radiato dall’insegnamento “per indegnità”; chiedo quindi che nello stesso identico modo ci si comporti di fronte a questi “maestri surrettizi” , cioè, si caccino dalla TV e gli venga vietato di usare la cattedra televisiva e, senza infierire ulteriormente, vadano a fare uno dei tanti anonimo mestieri dai quali non trapela nessuna forma di insegnamento.
E invece mi aspetto che trascorsi alcuni mesi per far sì che nessuno ricordi “l’incidente”, un apposito tam tam di riavvicinamento riporti questi cattivi maestri di fronte al video, dove avranno anche una sorta di alonatura di “bello e maledetto”.
Specialista di questi recuperi è senz’altro Maurizio Costanzo che potremmo definire – usando un termine diventato di moda perché pronunciato dal Papa – il campione del “relativismo etico”, quell’atteggiamento cioè che consente tutto il peggio possibile pur continuando a mantenere il soggetto nella stessa condizione di partenza: sarebbe come dire che io sono un peccatore, ma credo in Dio e quindi mi sento in qualche modo autorizzato a sentirmi in pace con tutti semplicemente per questa mia forma di fede.
Questi sono i nostri cattivi maestri, dai quali è impossibile che possano uscire buoni alunni: quindi tirate voi le conclusioni!

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