<$BlogRSDUrl$>

domenica, agosto 21, 2005

E adesso parliamo di "griffe" 

Per suffragare questa nostra piccola "ricerca" sulla mania delle griffe, faccio riferimento a quanto sta accadendo in questo mese di agosto circa il rapporto con i venditori ambulanti di articoli contraffatti; negli ultimi giorni sono state svariate – e molto pesanti, esattamente 3.333,33 euro – le multe comminate a carico di signore e signorine accusate, credo, di "incauto acquisto" per avere acquistato merce griffata per cifre abbastanza modeste da venditori di colore che presentavano la propria mercanzia in strade centrali delle città o addirittura sulle spiaggie.
Premesso che gli oltre 3.000 euro che vengono sottratti all’incauta acquirente sono - in proporzione -molto di più di quanto verrà comminato a Callisto Tanzi (Parmalat) oppure a Cragnotti (Cirio), su questa vicenda dobbiamo fare un breve ragionamento; anzitutto vediamo come si svolge l’azione "delittuosa": la signora si ferma da un venditore ambulante che ritiene autorizzato a vendere - altrimenti il Comune sarebbe già intervenuto (o no!) – vede una borsa che le piace, chiede il prezzo, le sembra conveniente e l’acquista; arrivano i vigili e le fanno la multa perché la borsa porta il marchio di "Prada" ed è contraffatta.
PRIMA domanda: ma dove sta scritto che la signora in questione debba sapere che il sig. Prada fa delle borse di gran pregio e che "le sue borse" vengono marchiate con il suo nome e hanno un valore notevolissimo proprio per effetto di questa marchiatura che prende il nome di griffe? La signora ha solo visto un oggetto, le è piaciuto e l'ha comprato: perché deve conoscere a memoria i marchi che vengono contraffatti e quelli – tipo "Giacomini", Piccini", "Bianchi", ecc. – che invece non sono contraffatti da nessuno? Qualcuno le dovrà spiegare la differenza tra il marchio Prada e quello Bianchi!
SECONDA domanda: anzitutto dobbiamo premettere che il venditore o è scappato (ma dovrebbe essere facilmente rintracciabile) oppure non ha subito nessuna conseguenza dalla transazione delittuosa con la signora. Allora mi viene da chiedere per quale motivo questi contraffattori non vengono rintracciati, incarcerati ed hanno una multa di almeno cento volte quella della signora acquirente, dato che sono loro gli iniziatori della truffa (o no!)?
Poiché la borsa era ben fatta è ragionevole supporre che provenisse da una struttura molto vicina all’originale costruttore ed è altrettanto ragionevole supporre che dietro al "bovero negro" venditore ambulante ci sia tutta una banda composta da "ricchi bianchi" che procaccia la merce.
TERZA ed ultima domanda: la borsa acquistata dalla nostra signora dal venditore ambulante di colore è di ottima qualità, è costata – facciamo una ipotesi, ma reale – 20 euro; la stessa borsa, ma costruita nello stabilimento di Prada, viene a costare nel negozio autorizzato a venderla circa 2.000 euro (cioè cento volte tanto); allora vorrei sapere da cosa discende la motivazione economica per la quale il costo di un oggetto possa essere centuplicato per effetto unicamente della cosiddetta griffe e, se questa motivazione non esiste, cominciare a chiederci se non è forse vero che tutti coloro che acquistano quella merce – in genere capi di vestiario o accessori – soltanto sulla scorta della griffe non siano un po’ massificati, cioè "mutuano i criteri di scelta da fattori estrinseci alla cosa da scegliere anziché da fattori intrinseci".
E dalla massificazione alla colonizzazione dei cervelli – cioè fare quello che un altro ti dice di fare credendo di essere tu a scegliere – il passo è breve, anzi brevissimo.
Meditiamo gente, meditiamo.

This page is powered by Blogger. Isn't yours?