giovedì, agosto 04, 2005
Compagni - fesserie e + cervello
Il due agosto si è tenuta a Bologna la manifestazione per ricordare le vittime della bomba messa alla Stazione di Bologna e nella quale morirono molte persone (il vocabolario delle frasi fatte vorrebbe a questo punto aggiungere l’aggettivo "innocenti", ma è appunto un modo di dire, perché di fronte alla vigliaccheria di chi mette una bomba è ovvio che siamo tutti innocenti).
Nel rituale ormai consolidato della manifestazione si sono alternati sul palco il Presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, il Sindaco di Bologna, Cofferati, nonché – in rappresentanza del Governo – il Vice Presidente del Consiglio Tremonti.
A questo punto gli urli, gli strepiti e i fischi – tutti provenienti da settori ben definiti della platea – si sono sprecati, tant’è vero che il povero ex ministro – conosciuto soprattutto per l’invenzione della "finanza creativa" – non ha potuto recare il saluto del Governo e neppure concludere il proprio discorso.
Tutta una serie di personaggi della politica – purtroppo tutti di sinistra – si sono sperticati ad affermare che i fischi e gli insulti erano da attribuire al fatto che il Governo aveva opposto il "segreto di Stato" su alcune parti dell’inchiesta che, dopo aver condotto in carcere la Mambro e Fioravanti, tende a ricercare i mandanti della strage.
Volete sapere chi sono gli "sprovveduti" (li chiamo così e tra poco capirete il perché) che hanno rilasciato dichiarazioni sul tenore di cui sopra? Ebbene, in testa a tutti il mortadellone Romano Prodi che dice che "Il segreto di Stato riguarda l’intera nostra legislatura e non solo la strage di Bologna", seguito dal segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, anch’esso sprovveduto quanto mai sulle faccende dello Stato, tanto che si penserebbe che sia arrivato da poco, e invece è lì alla greppia da un sacco di lustri; segue l’ineffabile Alfonso Pecoraro Scanio, portavoce dei "verdi" che invoca, a nome di tutti i cittadini, l’abolizione del segreto di stato sulla strage di Bologna; sulla stessa lunghezza d’onda è anche Fausto Bertinotti – e come poteva mancare! – che se la rifà con i governanti che hanno opposto il segreto di stato alle richieste della magistratura; ci sarebbe poi il deputato dei "verdi" Paolo Cento e, per non farsi mancare proprio niente, due alti esponenti della CGIL, il primo ex in quanto diventato Sindaco di Bologna, ed il secondo Cesare Melloni segretario della CGIL della città felsinea.
Le dichiarazioni dei due sindacalisti recitano: "Occorre finalmente un dispositivo per l’abolizione del segreto di Stato nei delitti di strage".
Alle ore 16,17 un lancio ANSA comincia a gettare il primo sasso in piccionaia: una dichiarazione del ministro Giovanardi dice: "nessun Presidente del Consiglio, da Cossiga che lo era all’epoca della strage a tutti quelli che lo hanno seguito, compreso Prodi, ha mai opposto il segreto di stato sulla strage di Bologna.
Proprio quello stesso giorno esce una lunga intervista con il sen.Pellegrino, D.S., ex Presidente della Commissione Stragi, il quale, dopo aver esternato alcuni dubbi sulla conclusione delle indagini volte tutte verso la destra eversiva, mentre altre piste si erano presentate all’orizzonte ma erano state sdegnosamente scartate, afferma – a proposito del segreto di Stato – "E’ una sciocchezza, roba da far cadere le braccia. Credevo fosse ormai noto a tutti che in Italia il segreto di Stato non è opponibile nei casi di strage".
Ci fosse stato uno che ha replicato in qualche modo, ci fosse stato uno che dice "oh sì, è vero, mi era sfuggito", ci fosse stato uno che in qualche modo si scusa di quanto accaduto; niente, niente di niente, come se niente fosse.
E questi figuri dovrebbero essere i nostri prossimi governanti? Della serie "dalla padella alla brace".
Nel rituale ormai consolidato della manifestazione si sono alternati sul palco il Presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, il Sindaco di Bologna, Cofferati, nonché – in rappresentanza del Governo – il Vice Presidente del Consiglio Tremonti.
A questo punto gli urli, gli strepiti e i fischi – tutti provenienti da settori ben definiti della platea – si sono sprecati, tant’è vero che il povero ex ministro – conosciuto soprattutto per l’invenzione della "finanza creativa" – non ha potuto recare il saluto del Governo e neppure concludere il proprio discorso.
Tutta una serie di personaggi della politica – purtroppo tutti di sinistra – si sono sperticati ad affermare che i fischi e gli insulti erano da attribuire al fatto che il Governo aveva opposto il "segreto di Stato" su alcune parti dell’inchiesta che, dopo aver condotto in carcere la Mambro e Fioravanti, tende a ricercare i mandanti della strage.
Volete sapere chi sono gli "sprovveduti" (li chiamo così e tra poco capirete il perché) che hanno rilasciato dichiarazioni sul tenore di cui sopra? Ebbene, in testa a tutti il mortadellone Romano Prodi che dice che "Il segreto di Stato riguarda l’intera nostra legislatura e non solo la strage di Bologna", seguito dal segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, anch’esso sprovveduto quanto mai sulle faccende dello Stato, tanto che si penserebbe che sia arrivato da poco, e invece è lì alla greppia da un sacco di lustri; segue l’ineffabile Alfonso Pecoraro Scanio, portavoce dei "verdi" che invoca, a nome di tutti i cittadini, l’abolizione del segreto di stato sulla strage di Bologna; sulla stessa lunghezza d’onda è anche Fausto Bertinotti – e come poteva mancare! – che se la rifà con i governanti che hanno opposto il segreto di stato alle richieste della magistratura; ci sarebbe poi il deputato dei "verdi" Paolo Cento e, per non farsi mancare proprio niente, due alti esponenti della CGIL, il primo ex in quanto diventato Sindaco di Bologna, ed il secondo Cesare Melloni segretario della CGIL della città felsinea.
Le dichiarazioni dei due sindacalisti recitano: "Occorre finalmente un dispositivo per l’abolizione del segreto di Stato nei delitti di strage".
Alle ore 16,17 un lancio ANSA comincia a gettare il primo sasso in piccionaia: una dichiarazione del ministro Giovanardi dice: "nessun Presidente del Consiglio, da Cossiga che lo era all’epoca della strage a tutti quelli che lo hanno seguito, compreso Prodi, ha mai opposto il segreto di stato sulla strage di Bologna.
Proprio quello stesso giorno esce una lunga intervista con il sen.Pellegrino, D.S., ex Presidente della Commissione Stragi, il quale, dopo aver esternato alcuni dubbi sulla conclusione delle indagini volte tutte verso la destra eversiva, mentre altre piste si erano presentate all’orizzonte ma erano state sdegnosamente scartate, afferma – a proposito del segreto di Stato – "E’ una sciocchezza, roba da far cadere le braccia. Credevo fosse ormai noto a tutti che in Italia il segreto di Stato non è opponibile nei casi di strage".
Ci fosse stato uno che ha replicato in qualche modo, ci fosse stato uno che dice "oh sì, è vero, mi era sfuggito", ci fosse stato uno che in qualche modo si scusa di quanto accaduto; niente, niente di niente, come se niente fosse.
E questi figuri dovrebbero essere i nostri prossimi governanti? Della serie "dalla padella alla brace".