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mercoledì, luglio 20, 2005

Confrontiamoci con l'Europa sulla Magistratura 

E’ in corso di approvazione – il Governo ha posto la “fiducia” – la nuova legge che regola l’ordinamento della nostra magistratura; c’è già stato uno sciopero compatto della corporazione (non la chiamo categoria perché mi assomiglia più ad una corporazione) e c’è stata anche la polemica tra i Presidenti di Senato (Pera) e Camera (Casini) con il C.S.M che è stato “accusato” di arrogarsi dei diritti quasi da “terza camera di legislatura” in quanto ha posto all’O.d.G. della prossima seduta un ricorso alla Corte Costituzionale della nuova legge .
Per quanto ne possa capire io, la normativa in approvazione non pone minimamente in discussione “l’indipendenza della magistratura” e assoggetta i magistrati ad una sola scelta iniziale, quella tra la carriera di pubblico ministero e quella di giudice, immettendo una sorta di “concorso” per il passaggio, dopo un certo numero di anni, da una all’altra funzione, mentre adesso vige l’automatismo più sfrenato, diretto dal citato C.S.M.
Ripeto che a fronte di questa unica modifica – per me assolutamente simbolica – viene ribadita la totale indipendenza e – dobbiamo ammetterlo – in totale contrasto con quello che sono gli ordinamenti delle maggiori democrazie occidentali.
Due parole su quanto avviene negli Stati Uniti: il P.M. è carica elettiva, come lo sono quelle dei suoi superiori; ognuno di questi magistrati ha un superiore gerarchico che gli guida il comportamento e ne determina il modo con cui affrontare le varie situazioni giudiziari; non si deve scordare che in U.S.A. non c’è l’obbligatorietà dell’azione penale e quindi se intentare o meno una certa causa è compito e responsabilità del Capo dell’Ufficio che poi l’affida ad un suo P.M; il tutto, ovviamente sotto il controllo del Ministro della Giustizia.
In Inghilterra il Lord Cancelliere è al tempo stesso Ministro della Giustizia e massimo magistrato del Regno: da lui discende l’impostazione della politica giudiziaria e dai suoi subalterni l’applicazione di questa politica che, quindi, diventa diretta emanazione del Governo.
In Francia esiste una precisa dipendenza gerarchica del P.M. dal Ministro della Giustizia e quindi dallo stesso Governo in carica.
In Germania i P.M. sino “funzionari” che devono conformarsi agli ordini dei Capi degli Uffici, i quali a sua volta debbono obbedire ai loro superiori e – salendo gerarchicamente – si giunge fino al Ministro della Giustizia e cioè al Governo.
In Spagna il P.M. dipende in scala gerarchica dalla Procura Generale il cui procuratore è nominato direttamente dal Re su proposta del Governo.
In Belgio i Magistrati sono “funzionari” alla stessa stregua dei Prefetti e quindi non si può nemmeno accennare ad una qualsiasi forma di “indipendenza”.
Da noi – come dicevo – l’indipendenza è assoluta sia nella legge attualmente in vigore che in quella in corso di approvazione e quindi credo che i nostri Magistrati non possano davvero lamentarsi; anche perché l’art.105 della Costituzione che introduce il C.S.M., specifica che allo stesso spettano “…le assunzioni, le assegnazioni e i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei Magistrati”; e da chi è costituito questo benedetto C.S.M.? Ma ovvio, da Magistrati e da una sparuta minoranza di personaggi – i cosiddetti “laici” - nominati dalla politica (quindi da tutti gli schieramenti) che però si trova sempre in grandissima minoranza rispetto agli altri, i cosiddetti “togati”, che pertanto fanno il bello e cattivo tempo.
Dalle mie parti si dice: “hai visto un bel mondo”!!

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