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domenica, luglio 17, 2005

Anche quest'anno il calcio é alla follia 

Come ogni estate – da un certo numero di anni a questa parte – le strutture del calcio stanno fortemente scricchiolando a causa della montagna di debiti che gravano i bilanci delle varie squadre; per il momento queste sono le risultante: due squadre di Serie A, die di Serie B e sette di Serie C1 non ammesse al prossimo campionato.
Il caso più eclatante è senz’altro quello del Torino, gloriosa formazione che nel periodo immediatamente successivo alla guerra si divertì a vincere tutta una serie di campionati: alcuni nomi di campioni che hanno fatto grande il Club sono Mazzola (il padre di quello che poi è diventato famoso nell’Inter), Gabetto, Loick, Bacigalupo e tanti altri; questa squadra assolutamente formidabile venne completamente distrutta da un tragico incidente che fece precipitare l’aereo che li riportava a casa dopo un trasferta all’estero e che andò a schiantarsi contro la collina di Superga, alla periferia di Torino.
Ebbene, dopo un comprensibile periodo di crisi, la società era andata riprendendosi e negli anni ’70 aveva prodotto alcuni grandi giocatori come Pulici, Graziani e l’indimenticabile Meroni, purtroppo morto giovanissimo.
La concorrenza con la Juventus aveva messo in crisi la squadra e soprattutto la società che si era ritrovata in Serie B; quest’anno era riuscita a piazzarsi nei primi posti del campionato e a conquistare il diritto di rientrare in Serie A: una montagna di debiti con lo Stato e una fideiussione “taroccata” ingenuamente (ma è possibile?) accettata dal suo presidente l’ha fatta precipitare di nuovo in Serie B, a meno che qualche ricorso non le dia ragione e la ripeschi.
Altra società che rischia la retrocessione è il Messina, anch’essa per un problema di tasse non pagate (IRPEF) a fronte delle quali anche la richiesta di rateizzazione da avanzare all’Agenzia delle Entrate sarebbe stata fatta con ritardo e quindi non considerata valida dalla struttura federale di controllo.
Il Messina, dal canto suo, assume che i rapporti con il Ministero delle Finanze, in Sicilia, vengono tenuti da una sorta di struttura regionale con la quale – sembrerebbe – il Messina ha buoni rapporti e può fare un po’ quello che vuole: la federazione non ha considerato valida la scusante ed ha retrocesso anche lui.
È ovvio che c’è da aspettarsi da entrambe le tifoserie delle manifestazioni fortemente preoccupanti perché mettono a repentaglio l’ordine pubblico e – per assunto – i tifosi di qualunque squadra sono intoccabili ed hanno sempre ragione.
Per me il problema è sorto l’anno passato quando l’Agenzia delle Entrate stipulò un accordo con la Lazio per rateizzare il suo debito con lo Stato (credo oltre cento milioni di euro) in 23 anni (avete letto bene: proprio ventitré anni) le cui rate saranno finite di pagare dal nipote dell’attuale Presidente Lotito. Questo fece muovere tutta una situazione a catena, per la quale svariate squadre di calcio (e tra queste Torino e Messina) hanno finito per mettere il debito con lo Stato in fondo ai loro problemi dicendo che nella peggiore delle ipotesi avrebbero fatto come la Lazio. Ma evidentemente non tutti sono la Lazio e non tutti hanno i santi in Paradiso che ha la Lazio e così si trovano fuori dal campionato. Da notare che in questa situazione è anche il famoso Gaucci con il suo Perugia che rischia di essere retrocesso dalla Serie B alla Serie C.
Ovviamente tutto questo terremoto nelle tre serie (A,B,C,) produce dei sommovimenti tellurici a catena e, per il momento, non si ha la più pallida idea di come si giocheranno i Campionati di riferimento che dovrebbero partire alla fine di Agosto.
Il malcostume e il malgoverno nel calcio sono diventati una norma a tutto scapito della massa dei tifosi; a quando una inversione di tendenza?

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