lunedì, giugno 06, 2005
La manfrina sulla lira
E’ bastato che Maroni – da sprovveduto quale è – facesse cadere sulla piatta palude della politica il concetto che la gente desidera il ritorno alla lira, perché tutti i carneadi dei partiti e i pennivendoli dei vari quotidiani si scatenassero in una ridda di ovvietà che meriterebbero diversa utilizzazione; alcuni si sono addirittura scatenati in sondaggi – improvvisati e quindi dalla dubbia attendibilità – dai quali risulta che oltre il 60% degli italiani vorrebbe tornare alla lira. Bella forza! Così come viene prospettato il quesito è ovvio il risultato.
Tra chi si è scatenato maggiormente c’è stato Ciampi, il quale ha ribadito che “indietro non si torna” oppure “non date la colpa all’euro delle nostre difficoltà” ed altre frasi fatte di questo genere; al Presidente ha improvvidamente replicato l’immancabile Calderoli che lo ha invitato ad ammettere l’errore fatto in sede di entrata nella moneta unica.
È arrivato poi il Berlusca che si è schierato con Ciampi ed ha cazziato violentemente Calderoli il quale ha replicato di non avere attaccato il Presidente della Repubblica, in quanto tale, ma il ministro che, all’epoca, partecipò all’entrata dell’Italia nell’U.E.
Come dico nel titolo, sono tutte manfrine, tutti atteggiamenti costruiti apposta per non volere affrontare il vero problema che sta a monte di queste prese di posizione della maggioranza del popolo italiano: mi riferisco – come ho già avuto modo di riportare in altri articoli del genere – al malcontento che serpeggia tra la gente per tutta una serie di deficienze applicative del governo che si riflettono nell’unico modo – al di fuori della rivoluzione – che si ha per far conoscere alle autorità il proprio malumore: il voto, non importa se riferito ad altra cosa, poiché un voto è sempre e comunque una sorta di referendum pro o contro coloro che ci guidano.
La gente imputa al governo, magari con una lieve scusante per essere stato “costretto” a questo tipo di azione dalla normativa europea, che dopo le promesse del periodo elettorale sul benessere generalizzato, si sia arrivati a queste grosse difficoltà della gente.
Ne abbiamo già parlato varie volte e resta soltanto da aggiungere che la gente è sconcertata anche e soprattutto dall’assenza di qualsiasi idea da parte di economisti, ministri ed altra roba del genere, se si escludono ripetitive indicazioni sul taglio delle tasse, come se questo – che ha funzionato, in parte, in America – fosse l’unico metodo conosciuto per far ripartire la nostra economia.
In materia di riduzione delle tasse ai fini dell’aumento della domanda interna abbiamo già avuto un esempio tempo fa e mi sembra che il beneficio sia stato soltanto per coloro che già avevano ampie disponibilità di spesa; adesso si vuole replicare con le imprese abolendo l’IRAP, ma con quale risultato nessuno lo dice.
Qualcuno di questi signori dirà: ma che c’entra tutto questo con l’Europa? E quindi aggiungerà che tutto il problema è puramente di carattere economico, che ci sono delle leggi che regolano l’economia e bla, bla, bla.
Chi ha letto Carlo Marx si sarà imbattuto in questa frase, che cito a memoria: “l’economia è stata inventata dai capitalisti per fregare gli operai”; forse non c’entra niente con l’attuale situazione di dibattito tra euro e lira, e certamente il buon rivoluzionario di fine ottocento non l’ha pensata e tanto meno scritta immaginando una condizione della gente quale è quella attuale, però…..
Ma tutto questo cosa c’entra con la diatriba tra euro e lira? C’entra e parecchio, perché come si dice, qualunque argomento è buono per protestare e guai a coloro che non se ne accorgono!!
Tra chi si è scatenato maggiormente c’è stato Ciampi, il quale ha ribadito che “indietro non si torna” oppure “non date la colpa all’euro delle nostre difficoltà” ed altre frasi fatte di questo genere; al Presidente ha improvvidamente replicato l’immancabile Calderoli che lo ha invitato ad ammettere l’errore fatto in sede di entrata nella moneta unica.
È arrivato poi il Berlusca che si è schierato con Ciampi ed ha cazziato violentemente Calderoli il quale ha replicato di non avere attaccato il Presidente della Repubblica, in quanto tale, ma il ministro che, all’epoca, partecipò all’entrata dell’Italia nell’U.E.
Come dico nel titolo, sono tutte manfrine, tutti atteggiamenti costruiti apposta per non volere affrontare il vero problema che sta a monte di queste prese di posizione della maggioranza del popolo italiano: mi riferisco – come ho già avuto modo di riportare in altri articoli del genere – al malcontento che serpeggia tra la gente per tutta una serie di deficienze applicative del governo che si riflettono nell’unico modo – al di fuori della rivoluzione – che si ha per far conoscere alle autorità il proprio malumore: il voto, non importa se riferito ad altra cosa, poiché un voto è sempre e comunque una sorta di referendum pro o contro coloro che ci guidano.
La gente imputa al governo, magari con una lieve scusante per essere stato “costretto” a questo tipo di azione dalla normativa europea, che dopo le promesse del periodo elettorale sul benessere generalizzato, si sia arrivati a queste grosse difficoltà della gente.
Ne abbiamo già parlato varie volte e resta soltanto da aggiungere che la gente è sconcertata anche e soprattutto dall’assenza di qualsiasi idea da parte di economisti, ministri ed altra roba del genere, se si escludono ripetitive indicazioni sul taglio delle tasse, come se questo – che ha funzionato, in parte, in America – fosse l’unico metodo conosciuto per far ripartire la nostra economia.
In materia di riduzione delle tasse ai fini dell’aumento della domanda interna abbiamo già avuto un esempio tempo fa e mi sembra che il beneficio sia stato soltanto per coloro che già avevano ampie disponibilità di spesa; adesso si vuole replicare con le imprese abolendo l’IRAP, ma con quale risultato nessuno lo dice.
Qualcuno di questi signori dirà: ma che c’entra tutto questo con l’Europa? E quindi aggiungerà che tutto il problema è puramente di carattere economico, che ci sono delle leggi che regolano l’economia e bla, bla, bla.
Chi ha letto Carlo Marx si sarà imbattuto in questa frase, che cito a memoria: “l’economia è stata inventata dai capitalisti per fregare gli operai”; forse non c’entra niente con l’attuale situazione di dibattito tra euro e lira, e certamente il buon rivoluzionario di fine ottocento non l’ha pensata e tanto meno scritta immaginando una condizione della gente quale è quella attuale, però…..
Ma tutto questo cosa c’entra con la diatriba tra euro e lira? C’entra e parecchio, perché come si dice, qualunque argomento è buono per protestare e guai a coloro che non se ne accorgono!!