lunedì, giugno 27, 2005
Incontro scontro tra Ciampi e Ratzinger
Nei giorni scorsi è avvenuta la prima visita ufficiale del nuovo Papa Benedetto XVI al nostro Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. La visita è avvenuta ovviamente al Quirinale e .la cosa che più è stata rilevata dalla stampa quotidiana è stato il gran caldo che ha letteralmente liquefatto il povero Ratzinger costretto sotto pesanti paramenti a subire una sorta di bagno turco a base di sudore, tant’è vero che la brava signora Franca ha fatto portare all’illustre ospite un fresco bicchiere d’acqua.
Al di là delle cortesie che si sono sprecate in entrambi i fronti, le due parti in causa hanno rilasciato due dichiarazioni che si distinguono per l’assoluta difformità e – apparentemente – anche per la inconciliabilità delle posizioni.
Ciampi, con quel “ancien” liberalismo che spesso lo riconduce addirittura a Mazzini, ha dichiarato di “essere orgoglioso” di rappresentare uno stato laico nel quale tutte le religioni hanno uguale dignità di fronte alla legge. Affermazione forte ma generica, diciamo una formula per lasciare all’altro la posizione di rilancio.
Benedetto XVI dal canto suo, ha riaffermato l’indispensabilità del sentimento cattolico, così pregnante nelle anime e nelle manifestazioni del popolo italiano, al quale – ha continuato il Santo Padre – dobbiamo ribadire che non deve vergognarsi di portare avanti posizioni antiaboriste o comunque tese all’affermazione del valore primario della vita in ogni sua espressione.
Come si vede le due posizioni appaiono divergenti ma sostanzialmente sono la stretta affermazione di quello che ognuno di loro rappresenta: uno stato – più o meno laico se non laicista – e una confessione che ha comunque la maggioranza dei consensi degli italiani e che si è trovata a cavalcare una vittoria nei referenda sulla procreazione assistita, dopo una dura battaglia fortemente voluta dalle gerarchie della Chiesa, Ratzinger in testa.
Per conferire ancora maggiore chiarezza alle dichiarazioni sopra riportate, è di oggi una intervista rilasciata da Mons. Merisi – vescovo e giurista di fama internazionale e responsabile della Commissione degli episcopati dell’Unione Europea – che amplia le affermazioni di Benedetto XVI circa il concetto di “stato laico”: è ovvio che una moderna democrazia non può che essere laica, nel senso di “non confessionale”; ciò non toglie che lo Stato debba avere alle spalle un riferimento ai “valori alti”.
Ed è per domani l’appuntamento alla presentazione del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, redatto dal dicastero vaticano che era presieduto dall’allora Cardinale Ratzinger; alla domanda circa l’obbedienza alle leggi, si legge – testualmente – che “il cittadino non deve obbedire quando le leggi si oppongono alle esigenze dell’ordine morale” e quindi entra in pieno nel concetto di obiezione, sia essa al servizio militare o per la pratica dell’aborto; per inciso entrambe le forme di obiezione sono previste espressamente dalle vigenti normative.
Si potrebbe pero – aggiunge Mons Merisi – estendere questa obiezione ad altre problematiche e, nel caso del “cittadino cristiano”, riferirsi alla legge di Dio, così come altre culture si pongono in chiara contraddizione con queste affermazioni.
Come si vede il solco tra le due sponde del Tevere, come si diceva una volta per identificare lo Stato e la Chiesa, si allarga ancora di più,. Come peraltro avevo previsto in sede di elezione di questo Pontefice il quale dice le stesse cose di Giovanni Paolo II ma in modo diverso, meno scherzoso e in forma più netta, senza lasciare adito a interpretazioni di qualsiasi natura: non ci dimentichiamo che il suo lottare contro il “relativismo etico” è stata la bandiera sulla quale ha costruito l’elezione a Sommo Pontefice e non è certo il tipo da abbandonare la lotta.
Al di là delle cortesie che si sono sprecate in entrambi i fronti, le due parti in causa hanno rilasciato due dichiarazioni che si distinguono per l’assoluta difformità e – apparentemente – anche per la inconciliabilità delle posizioni.
Ciampi, con quel “ancien” liberalismo che spesso lo riconduce addirittura a Mazzini, ha dichiarato di “essere orgoglioso” di rappresentare uno stato laico nel quale tutte le religioni hanno uguale dignità di fronte alla legge. Affermazione forte ma generica, diciamo una formula per lasciare all’altro la posizione di rilancio.
Benedetto XVI dal canto suo, ha riaffermato l’indispensabilità del sentimento cattolico, così pregnante nelle anime e nelle manifestazioni del popolo italiano, al quale – ha continuato il Santo Padre – dobbiamo ribadire che non deve vergognarsi di portare avanti posizioni antiaboriste o comunque tese all’affermazione del valore primario della vita in ogni sua espressione.
Come si vede le due posizioni appaiono divergenti ma sostanzialmente sono la stretta affermazione di quello che ognuno di loro rappresenta: uno stato – più o meno laico se non laicista – e una confessione che ha comunque la maggioranza dei consensi degli italiani e che si è trovata a cavalcare una vittoria nei referenda sulla procreazione assistita, dopo una dura battaglia fortemente voluta dalle gerarchie della Chiesa, Ratzinger in testa.
Per conferire ancora maggiore chiarezza alle dichiarazioni sopra riportate, è di oggi una intervista rilasciata da Mons. Merisi – vescovo e giurista di fama internazionale e responsabile della Commissione degli episcopati dell’Unione Europea – che amplia le affermazioni di Benedetto XVI circa il concetto di “stato laico”: è ovvio che una moderna democrazia non può che essere laica, nel senso di “non confessionale”; ciò non toglie che lo Stato debba avere alle spalle un riferimento ai “valori alti”.
Ed è per domani l’appuntamento alla presentazione del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, redatto dal dicastero vaticano che era presieduto dall’allora Cardinale Ratzinger; alla domanda circa l’obbedienza alle leggi, si legge – testualmente – che “il cittadino non deve obbedire quando le leggi si oppongono alle esigenze dell’ordine morale” e quindi entra in pieno nel concetto di obiezione, sia essa al servizio militare o per la pratica dell’aborto; per inciso entrambe le forme di obiezione sono previste espressamente dalle vigenti normative.
Si potrebbe pero – aggiunge Mons Merisi – estendere questa obiezione ad altre problematiche e, nel caso del “cittadino cristiano”, riferirsi alla legge di Dio, così come altre culture si pongono in chiara contraddizione con queste affermazioni.
Come si vede il solco tra le due sponde del Tevere, come si diceva una volta per identificare lo Stato e la Chiesa, si allarga ancora di più,. Come peraltro avevo previsto in sede di elezione di questo Pontefice il quale dice le stesse cose di Giovanni Paolo II ma in modo diverso, meno scherzoso e in forma più netta, senza lasciare adito a interpretazioni di qualsiasi natura: non ci dimentichiamo che il suo lottare contro il “relativismo etico” è stata la bandiera sulla quale ha costruito l’elezione a Sommo Pontefice e non è certo il tipo da abbandonare la lotta.