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domenica, giugno 05, 2005

E adesso: pubblicità! 

E’ un po’ di tempo che non affronto il problema della pubblicità e, in particolare, di quella televisiva; vediamo di riparare, presentando tre campagne che mi hanno colpito.
La PRIMA si riferisce ad una Banca (Il San Paolo) ed è curata da un gruppo che si è fatto le ossa nel cabaret televisivo: sto parlando della Gialappa’s Band che ha inventato “la non presenza sullo schermo”, sostituita da un accavallarsi di voci fuori campo; ricorderete la trasmissione “Mai dire lunedì” ed altre similari, nella quale il presentatore ufficiale è continuamente interrotto, preso in giro, ma anche sostenuto nella battuta da alcune voci di persone che non si vedono materialmente e che mostrano un’armonia assoluta con il personaggio inquadrato.
Ebbene, la stessa struttura narrativa viene applicata agli spot che pubblicizzano il San Paolo e la novità è che il personaggio che viene inquadrato n primo piano è un dipendente della Banca al quale viene chiesto quale è il suo lavoro e come lo svolge, a quella dei mutui chiedono il tasso, a quello dei c/c chiedono le spese, ma il tutto in forma brillante e con un ritmo mozzafiato, lo stesso che scaturisce nelle loro trasmissioni televisive.
Quale la tesi portata avanti: la bonomia e lo spirito amichevole che viene mostrato dai dipendenti dell’Istituto Bancario si applica automaticamente anche allo stessa struttura, con un processo identificativo che viene fuori automaticamente.
La SECONDA è quella riguardante il prodotto per lavatrici Calfort e la particolarità di una affermazione che l’idraulico chiamato dalla signora disperata pone in essere: “ma lei usa Calfort?” e la donna replica “no, uso un anticalcare più economico” e qui il nostro artigiano getta la maschera: “Calfort è l’unico raccomandato dalle grandi marche di lavatrici, quelli economici non li raccomanda nessuno!”.
Qual è la chiave tematica che mi ha colpito? Sicuramente lo snobistico richiamo dell’idraulico sulle raccomandazioni selezionate – solo quelle – e un schifiltoso rigetto di cose “economiche” che nessuno raccomanda.
Mi sembra grave e fortemente diseducativo che si faccia riferimento al costo di mercato di un prodotto e non alla sua qualità organolettica; insomma, quello è migliore perché costa di più e l’altro – che costa meno – deve essere per forza di qualità inferiore. Ma semplificare in questo modo la situazione commerciale mi sembra assolutamente fuorviante: ora io non voglio dire che Calfort sia migliore o peggiore di qualche altro prodotto, ma quello che voglio dire è che la cosiddetta “pubblicità comparativa” che soltanto da qualche anno è ammessa, qui è addirittura parodiata, con una sorta di gara, della quale si conosce già il nome del vincitore
La TERZA campagna è quella in favore di Infostrada, realizzata con l’uso di due testimonial come Mike Bongiorno e Fiorello: questo rapporto tra i due nasce nel contesto di una trasmissione radiofonica “Viva Rai due” in onda tutti i giorni dalle 14 alle 15: in questa trasmissione l’anziano presentatore viene un po’ preso in giro, direi quasi ridicolizzato da Fiorello che lo imita in modo magistrale; quindi colui che viene sbeffeggiato non è il vero Mike ma quello che è imitato.
In televisione, ovviamente, i due debbono apparire in carne ed ossa e gli addetti ai testi hanno realizzato degli sketch che sono un po’ la rivincita dell’anziano rincoglionito nei confronti dei giovane supponente: fateci caso e vedrete che, sia pure con gli stilemi cari ai due personaggi, il soccombente è il giovane Fiorello che viene superato dal grande vecchio Mike. Belli davvero, tutti, ma in particolare quello nel quale i due usano la voce dei doppiatori di Stanlio e Ollio: decisamente riusciti, i miei complimenti.

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