venerdì, giugno 10, 2005
Ancora Giuliana Sgrena
Solo poche parole prima di partire per Taormina, per commentare l’assegnazione del Premio giornalistico Saint Vincent a Giuliana Sgrena,l’inviata del “Manifesto” rapita in Irak e liberata dopo svariati giorni di prigionia e dopo che il povero Calipari ci ha rimesso la vita a causa del cosiddetto “fuoco amico”.
La Sgrena è stata ricevuta al Quirinale dove il Presidente della Repuibblica ha premiato i vari giornalisti ai quali una giuria selezionata ha attribuito il prestigioso premio per le varie categorie; la Sgrena, ovviamente, non è stata premiata per particolari meriti giornalistici ma “per il coraggio dimostrato nella vicenda che l’ha vista protagonista”.
Non sono d’accordo!
Non sono d’accordo non perché ce l’abbia in modo particolare con la signora Giuliana che non ho il piacere di conoscere, ma perché un premio specialistico come quello deve essere attribuito per particolari meriti nei singoli settori del giornalismo militante e non con quella frase sul tipo delle lauree honoris causa che vengono date in questo periodo con una distribuzione a piene mani (il motociclista Rossi, Vasco Rossi, ecc.).
Non ero tra i premiati e non ero quindi ad assistere alla cerimonia e la stampa non ne ha molto parlato, dimostrandosi anzi avara di particolari, ma un mio conoscente – lui sì premiato per il settore economia – mi ha detto che in quella solenne occasione la Sgrena ha continuato a fare il solito discorso che ripete in ogni occasione.
Non sono d’accordo!
Non sono d’accordo che la signora Sgrena – come già detto invitata al Quirinale per ricevere il premio – abbia continuato a definire gli italiani in Irak degli “occupanti” e i kamikaze iracheni che spargono morte a piene mani con le auto bombe, dei “resistenti”.
In quel nobile consesso nessuno che abbia “sprecato” due parole sul povero Nicola Calipari e nessuno che lo abbia premiato: evidentemente il Saint Vincent non prevede premi “alla memoria”, ma solo “honoris causa”.
Non sono d’accordo!
Ma non ce l’ho con te, cara Giuliana, bensì con chi ti invita e con chi ti premia! Tu, come è ovvio e, aggiungo, forse anche giusto, tiri l’acqua al tuo mulino e lo fai con astuzia e con meritoria perizia..
La Sgrena è stata ricevuta al Quirinale dove il Presidente della Repuibblica ha premiato i vari giornalisti ai quali una giuria selezionata ha attribuito il prestigioso premio per le varie categorie; la Sgrena, ovviamente, non è stata premiata per particolari meriti giornalistici ma “per il coraggio dimostrato nella vicenda che l’ha vista protagonista”.
Non sono d’accordo!
Non sono d’accordo non perché ce l’abbia in modo particolare con la signora Giuliana che non ho il piacere di conoscere, ma perché un premio specialistico come quello deve essere attribuito per particolari meriti nei singoli settori del giornalismo militante e non con quella frase sul tipo delle lauree honoris causa che vengono date in questo periodo con una distribuzione a piene mani (il motociclista Rossi, Vasco Rossi, ecc.).
Non ero tra i premiati e non ero quindi ad assistere alla cerimonia e la stampa non ne ha molto parlato, dimostrandosi anzi avara di particolari, ma un mio conoscente – lui sì premiato per il settore economia – mi ha detto che in quella solenne occasione la Sgrena ha continuato a fare il solito discorso che ripete in ogni occasione.
Non sono d’accordo!
Non sono d’accordo che la signora Sgrena – come già detto invitata al Quirinale per ricevere il premio – abbia continuato a definire gli italiani in Irak degli “occupanti” e i kamikaze iracheni che spargono morte a piene mani con le auto bombe, dei “resistenti”.
In quel nobile consesso nessuno che abbia “sprecato” due parole sul povero Nicola Calipari e nessuno che lo abbia premiato: evidentemente il Saint Vincent non prevede premi “alla memoria”, ma solo “honoris causa”.
Non sono d’accordo!
Ma non ce l’ho con te, cara Giuliana, bensì con chi ti invita e con chi ti premia! Tu, come è ovvio e, aggiungo, forse anche giusto, tiri l’acqua al tuo mulino e lo fai con astuzia e con meritoria perizia..