giovedì, maggio 26, 2005
Cominciano i problemi per Papa Ratzinger
Non credo che i dati scaturiti dalla recentissima indagine dell’Eurisko costituiscano una vera e propria sorpresa per il Santo Padre, in quanto già dallo scranno di Cardinale, Prefetto della Congregazione della Fede e braccio destro di Giovanni Paolo II, era a conoscenza di questa situazione; non a caso nella sua omelia durante la messa “pro eligendo romanae pontefice” aveva denunciato il relativismo etico come una delle piaghe infestanti – anche nel campo cattolico – il nostro mondo (vedi, se interessa, il mio post del 19/4).
In questa ricerca – commissionata dall’Unione delle Chiese metodiste e valdesi – un campione delle varie religioni risponde a domande su temi particolarmente scabrosi; di questo campione l’83% si definisce cattolico, ma solo il 25% si dice praticante, cioè con regolare partecipazione alla messa.
Il primo dato che riveste importanza è che poco meno del 40% risponde positivamente ai precetti della Chiesa (62% tra i praticanti), mentre gli altri affermano di seguire la propria coscienza (o il proprio tornaconto?); si passa poi a domande specifiche ed allora viene fuori che il 67% (il 58% tra i praticanti) è favorevole all’estensione dei diritti alle coppie di fatto e la stessa tendenza, con percentuali molto simili, si manifesta riguardo all’omosessualità.
Per quanto riguarda l’eutanasia il discorso è ancora più interessante, infatti il 40% (30% tra i praticanti) si dice favorevole solo su richiesta dell’interessato ed il 32% (il 25% tra i praticanti) anche solo su decisione dei parenti; si ha quindi una sommatoria di favorevoli – i un modo o nell’altro - del 72% (55% tra i praticanti) che non segue il dettame della Chiesa circa la non proprietà della propria esistenza.
Infine, per quanto riguarda il problema della fecondazione assistita (su cui andremo a votare i referenda il 12 e 13 giugno) non è risultato niente di interessante, se non la scarsa conoscenza della materia: solo il 25% del campione si è dichiarato informato e pertanto i dati che successivamente scaturiscono sono scarsamente attendibili in quanto frutto di piccoli o addirittura piccolissimo numeri.
Ovviamente Benedetto XVI non ha certo bisogno delle mie considerazioni, ma io le faccio lo stesso: il solco che si è creato tra il popolo di Dio e il Magistero della Chiesa rischia di diventare sempre più ampio; interessante sarebbe stabilire chi è questo popolo di Dio che non è in linea con il Santo Padre e sono convinto che se facessimo questa ricerca si verrebbe a scoprire che anche molti sacerdoti (e qualche Vescovo) fa parte delle fila dei cosiddetti dissidenti.
È a questi che Papa Ratzinger rivolge il suo pensiero, affettuoso e comprensivo, ma fermo e tenace nel combattere qualunque scivolata dell’ortodossia, rintuzzando così tutte le “mode del pensiero” che in questi anni si sono susseguite, fino all’attuale relativismo etico secondo il quale l’uomo contemporaneo è ancora permeato di Dio ma cerca di sostituirlo nella pratica di tutti i giorni con l’IO in quanto attualizzazione dell’egocentrismo tipico della moderna società del benessere e della comunicazione di massa.
L’unico consiglio che mi sento di dare – molto sommessamente – è quello di cercare tra i mass-media i peggiori nemici della verità, essendo essi i più sottili, ma feroci assertori del secolarismo fondato sul sesso e sul modernismo fine a se stesso, incuranti del vicino che soffre e non ha da mangiare e preoccupati soltanto del proprio benessere materiale.
Lo spirito? E’ quello che si trova dentro un buon liquore consumato accanto ad una bella donna!
In questa ricerca – commissionata dall’Unione delle Chiese metodiste e valdesi – un campione delle varie religioni risponde a domande su temi particolarmente scabrosi; di questo campione l’83% si definisce cattolico, ma solo il 25% si dice praticante, cioè con regolare partecipazione alla messa.
Il primo dato che riveste importanza è che poco meno del 40% risponde positivamente ai precetti della Chiesa (62% tra i praticanti), mentre gli altri affermano di seguire la propria coscienza (o il proprio tornaconto?); si passa poi a domande specifiche ed allora viene fuori che il 67% (il 58% tra i praticanti) è favorevole all’estensione dei diritti alle coppie di fatto e la stessa tendenza, con percentuali molto simili, si manifesta riguardo all’omosessualità.
Per quanto riguarda l’eutanasia il discorso è ancora più interessante, infatti il 40% (30% tra i praticanti) si dice favorevole solo su richiesta dell’interessato ed il 32% (il 25% tra i praticanti) anche solo su decisione dei parenti; si ha quindi una sommatoria di favorevoli – i un modo o nell’altro - del 72% (55% tra i praticanti) che non segue il dettame della Chiesa circa la non proprietà della propria esistenza.
Infine, per quanto riguarda il problema della fecondazione assistita (su cui andremo a votare i referenda il 12 e 13 giugno) non è risultato niente di interessante, se non la scarsa conoscenza della materia: solo il 25% del campione si è dichiarato informato e pertanto i dati che successivamente scaturiscono sono scarsamente attendibili in quanto frutto di piccoli o addirittura piccolissimo numeri.
Ovviamente Benedetto XVI non ha certo bisogno delle mie considerazioni, ma io le faccio lo stesso: il solco che si è creato tra il popolo di Dio e il Magistero della Chiesa rischia di diventare sempre più ampio; interessante sarebbe stabilire chi è questo popolo di Dio che non è in linea con il Santo Padre e sono convinto che se facessimo questa ricerca si verrebbe a scoprire che anche molti sacerdoti (e qualche Vescovo) fa parte delle fila dei cosiddetti dissidenti.
È a questi che Papa Ratzinger rivolge il suo pensiero, affettuoso e comprensivo, ma fermo e tenace nel combattere qualunque scivolata dell’ortodossia, rintuzzando così tutte le “mode del pensiero” che in questi anni si sono susseguite, fino all’attuale relativismo etico secondo il quale l’uomo contemporaneo è ancora permeato di Dio ma cerca di sostituirlo nella pratica di tutti i giorni con l’IO in quanto attualizzazione dell’egocentrismo tipico della moderna società del benessere e della comunicazione di massa.
L’unico consiglio che mi sento di dare – molto sommessamente – è quello di cercare tra i mass-media i peggiori nemici della verità, essendo essi i più sottili, ma feroci assertori del secolarismo fondato sul sesso e sul modernismo fine a se stesso, incuranti del vicino che soffre e non ha da mangiare e preoccupati soltanto del proprio benessere materiale.
Lo spirito? E’ quello che si trova dentro un buon liquore consumato accanto ad una bella donna!