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venerdì, maggio 27, 2005

Chi sa parli! 

Non è una richiesta di tipo poliziesco, basata su un delitto che non si riesce a risolvere e conseguentemente le Autorità si rivolgono a eventuali testimoni per spronarli a rivelare quello che sanno.
La frase invece si riferisce alla giornata di ieri dove due “autorità” del nostro Paese hanno avuto l’ardire di fare delle affermazioni che mi hanno lasciato perplesso; ha cominciato il bel Luca Cordero di Montezemolo che all’annuale assemblea di Confindustria ha lanciato un patto tra i cittadini, “un patto cioè fra tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’Italia e orientarlo alla crescita e allo sviluppo”; oltre a questo ha avuto parole pesanti per tutti, Governo e Sindacati, assolvendo solo la sua augusta persona e l’Associazione che rappresenta.
Ma torniamo al patto: il Devoto – Oli mi suggerisce che dicesi patto un “impegno reciproco sancito da una convenzione o da un accordo tra due o più persone o parti”; abbiamo bisogno quindi di un oggetto che possa rappresentare questo impegno reciproco tra le due parti; mi spiego meglio, cosa mette una parte e cosa mette l’altra? Cioè, cosa mette la Confindustria e cosa chiede di mettere ai cittadini?
Come al solito – siamo in Italia, non scordiamocelo – si lancia il sasso e ci si nasconde dietro un paravento; sarebbe bastato che il bel Luca avesse detto: la Confindustria s’impegna a fare questo o quello, a patto che i cittadini – supportati dal Governo e dalle forze politiche e sociali – facciano questo o quello: troppo semplice, vero??
Passiamo adesso alla seconda frase uscita dalla bocca di un’altra Autorità: qui siamo in presenza addirittura del Presidente della Repubblica che non ha mancato di far sentire anche la sua voce a proposito della crisi in cui versa l’economia italiana; ed il bravo Carlo Azeglio ha chiesto ai politici di “fare in fretta e fare bene” ed ha continuato affermando che “ciò che va fatto è chiaro, ma nessuno si muove”.
Illustre Presidente, forse sarà chiaro per Lei, ma per noi comuni mortali non è chiaro affatto; allora, mettendomi alla testa dei comuni mortali, Le chiedo di spiegare con parole semplici – se le sue prerogative costituzionali glielo consentono – questa cosa chiara a tutti e se invece lei “non può parlare” per vincoli istituzionali, allora avrebbe fatto meglio a tacere anche prima, poiché quella frase lanciata in aria e non fatta cadere a terra, mi ricorda tanto i messaggi trasversali in politichese scambiati in maniera che solo l’effettivo destinatario ne venisse a conoscenza: devo dire la verità, da Lei, così schietto e pulito dentro, non me lo sarei aspettato questo tipo di atteggiamento.
Quindi ripeto, per noi che capiamo poco, i due illustri personaggi che ho sopra citato, dovrebbero dire le cose con la massima chiarezza e trasparenza, chiamando i responsabili della crisi con nome e cognome e invitando chi di dovere – facendo ancora nome e cognome – a comportarsi nel modo che lor signori suggeriscono: sia poi la gente a decidere se i consigli sono buoni o cattivi. Ma forse non vogliono “disturbare” la gente comune, sapendola impegnata a cercare di mettere insieme il pranzo con la cena!
Anche perché – e qui termino – i personaggi di cui sopra ho citato nome e cognome, non è che siano approdati il mese scorso da una navicella proveniente da Marte, ma hanno preso parte (e che parte!) a tutta la storia economica italiana degli ultimi venti anni (almeno) e quindi avranno anch’essi le loro responsabilità, tenuto conto – come ha dichiarato il Presidente dell’ISTAT – che la crisi italiana ha avuto inizio dieci anni fa e non il mese scorso.

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