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sabato, maggio 28, 2005

Cavaliere ti prego cerca di dire meno bischerate! 

A margine della visita lampo di Blair a Roma, di passaggio per raggiungere l’amata Toscana per una breve vacanza, il nostro Premier – in occasione della tradizionale conferenza stampa congiunta – ha sparato una serie di “repliche-cavolate”, di quelle che ci fanno sempre più convincere di essere uno strano Paese.
Anzitutto ha replicato al britannico “Economist” che aveva definito l’Italia come “il grande malato d’Europa”, che il nostro Paese, oltre che il più bello (e fin qui siamo d’accordo) è anche il più ricco d’ Europa poiché abbiamo il più alto numero di automobili e di telefonini rispetto alla popolazione. E siamo anche un paese pieno di playboy, dato che i nostri ragazzi mandano almeno dieci messaggini al giorno dal loro cellulare verso quello delle loro tante ragazze.
Come si fa a rispondere a questa superficialità che viene mostrata per affrontare un argomento molto serio! Evidentemente il Cavaliere pensa che i diminuiti consumi delle famiglie (anche nel settore alimentare) dipendono da un virus che ha infestato tutta la popolazione e l’ha resa improvvisamente avara.
In quell’occasione ha replicato anche a Montezemolo affermando che le cose da fare elencate dal Presidente di Confindustria sono da lui ben conosciute ed ha aggiunto di essere anche d’accordo, ma la loro realizzazione è resa difficile dal fatto che siamo in presenza di un governo di coalizione e abbiamo una “certa opposizione” e, soprattutto, scarseggiano le disponibilità economiche per porvi mano.
Un’altra sequela di sciocchezze: che il governo fosse di coalizione gli doveva essere stranoto e del resto questa forma dell’esecutivo non gli ha impedito di realizzare le “sue” leggi; che si fosse in difficoltà economiche smentisce quanto affermato poco prima circa la ostentata ricchezza degli italiani.
Ripeto quanto detto altre volte: poveri noi! Da una parte abbiamo un capo del governo che sembra non rendersi conto in quale paese vive e che continua a governare a forza di battute ironiche (tipo quella sui playboy); dall’altra, il suo antagonista è stato bruscamente disarcionato di sella da una specie di congiura di palazzo: peraltro anche a lui debbo rinfacciare una cosa: presentarsi agli italiani senza appartenere ad alcun partito politico, il volere, cioè, fare il “superiore a tutti”, colui che non si vuole sporcare le mani con i partiti e che invece – essendo una sorta di Unto del Signore – si traghetta direttamente alla guida del governo.
Eppure, essendo sempre stato nel sottobosco della politica ed essendosi arricchito in questo “lavoro”, avrebbe dovuto conoscere un po’ meglio la situazione e sapere che non è facile assolutamente scardinare un sistema che porta prebende, auto blù e soldi ad amici e clienti.
Comunque, tornando ai nostri guai, il paese continua a rotolare verso il baratro pur con i suoi telefonini e le sue automobili, ma non c’è un cane che venga a dirci quale dovrebbe essere la medicina da ingurgitare per guarire da questa malattia; continuano a parlarsi tra loro, con affermazioni in codice che comprendono solo loro e noi restiamo alla finestra senza sapere quello che sarebbe bene fare.
Chiudiamo con una battuta, cioè con la descrizione della vignetta che Angese pubblica su vari quotidiani: Berlusconi legge un foglio e dice: “dai dati in mio possesso risulta che siamo un paese straricco, possediamo telefonini, case, automobili di lusso, ville al mare e in montagna…” viene interrotto da un suo collaboratore che dice: “capo, hai sbagliato foglio, quella è la tua denuncia dei redditi”!
La battuta è molto graziosa, ma a me non ha fatto ridere, chissà perché.

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