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lunedì, maggio 09, 2005

Ancora sugli aumenti dei prezzi 

Le dichiarazioni di Berlusconi circa l’impotenza del governo di fronte agli aumenti dei prezzi hanno determinato – come era ovvio aspettarsi – una ridda di polemiche e di prese di posizioni: forse le più interessanti sono firmate da alcune associazioni di consumatori.
Una di queste si riferisce ad una legge – peraltro del governo Berlusconi, quindi dovrebbe essere ben conosciuta dal nostro premier – che incarica la Guardia di Finanza di sorvegliare le cosiddette “vendite sottocosto”, cioè quelle che alcuni Supermercati utilizzano per attirare la clientela nei loro magazzini; ebbene, per estensione (??) questa norma potrebbe essere utilizzata anche per le vendite “ingiustificatamente sopracosto” e agire con gli stessi strumenti: finanza che si presenta nella struttura commerciale o di servizi e chiede di vedere le fatture di acquisto dalle quali è stato formato il prezzo di vendita.
Tanto per iniziare la Guardia di Finanza potrebbe partire dalle Banche e chiedere ragione degli aumenti assolutamente ingiustificati dei movimenti operativi – quasi raddoppiato –e, nella circostanza cercare di capire come hanno fatto, in una stagione piena di scandali finanziari (Cirio, Parmalat, Argentina) a chiudere dei bilanci stratosferici e a trovarsi talmente tanti soldi in cassa da partire all’attacco per l’acquisizione di altri Istituti di Credito; dovrebbe poi passare all’Alitalia e chiedere per quale ragione aumentano così tanto le tariffe aeree, pur in presenza di un servizio reso alla clientela in maniera assolutamente insoddisfacente. E almeno per quest’ultima categoria, ma ce ne sarebbero tante altre, il cittadino non può neppure scegliere, poiché specie sul territorio nazionale le tratte aeree sono state ripartite tra le varie Compagnie in barba alla tanto strombazzata concorrenza.
I finanzieri potrebbero poi fare una capatina alle compagnie di assicurazioni dove, nonostante la diminuzione degli incidenti verificatasi nel 2004, le tariffe RC auto continuano ad aumentare (quest’anno un altro 5%); poi potremmo inviare i militi in un luogo più ameno e precisamente sulle nostre spiagge, dove sono previsti aumenti che vanno dal 15 fino al 100%: ai signori gestori dei bagni potrebbero chiedere cosa avrebbe determinato questo balzo in avanti del costo medio di un ombrellone e farsi spiegare come mai l’affitto di una cabina costa quanto quello di un appartamento in pieno centro a Milano.
Ci sarebbe poi da dare una controllatina alle compagnie petrolifere e chiedere come mai il greggio sale continuamente e loro mostrano degli storici guadagni acquisiti nell’ultima stagione: come avranno fatto? È bravura dei manager o soltanto abilità nel far ricadere sull’utenza un aumento dell’1% (ad esempio) portandolo al 2% ?
Potrei continuare per pagine e pagine, ma l’impostazione sarebbe sempre la stessa e la legge da applicare anche (quella del “menga”), in virtù della quale l’ultimo anello della catena è quello su cui si scaricano tutte le tensioni produttive o finanziarie; guarda caso questo disgraziatissimo anello non ha nessuna tutela – checché ne dicano le associazioni dei consumatori – ed ha un’unica arma a disposizione: il voto nelle rare occasioni nelle quali è chiamato ad esprimersi. Così ha fatto nelle recenti amministrative e così farà nelle prossime politiche a meno che non si trovi il modo di invertire la tendenza in questo ciclo di aumenti che è assurdo anche continuare a chiamare “ingiustificati”: TUTTI gli aumenti sono da considerare INGIUSTIFICATI, poiché ricadono sulle spalle del cittadino che non può rivalersi su nessuno e pertanto dobbiamo trovare un qualche sistema di protezione.
Non ho molta fiducia che possa avverarsi quanto sopra esposto, ma “chiedere è lecito e rispondere è cortesia”, come si dice dalle mie parti!

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