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venerdì, aprile 22, 2005

Ricordate De Lorenzo 

Ricorderete senz’altro il fenomenale Francesco De Lorenzo, Ministro della Sanità ai tempi gloriosi di Craxi e della “Milano da bere”; il prode ministro fu accusato verso la fine degli anni ‘90 di corruzione e associazione per delinquere, il tutto per essersi fatto dare nove miliardi (di vecchie lire) in tangenti da industrie farmaceutiche.
Ebbene, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del poveretto e ha deciso di restituirgli quasi quattro miliardi, 285 sterline d’oro e alcune preziose statuette del presepio napoletano di cui è accanito collezionista.
Volete sapere il motivo della restituzione, o meglio del dissequestro? Ve lo dico subito, riportando tra virgolette il testo dell’ordinanza: “perché il loro sequestro si riferiva a procedimenti penali diversi da quello per il quale l’ex ministro è stato condannato a 5 anni e quattro mesi di carcere”.
Siete contenti adesso?
Bene procediamo e cerchiamo di approfondire il testo dell’ordinanza: sembrerebbe che questi beni (contanti, oro e preziosi) siano stati a suo tempo sequestrati in aggiunta ad altro contante o beni preziosi che – invece – facevano parte del procedimento giudiziario a fronte del quale il De Lorenzo è stato condannato. O mi sbaglio?
E allora mi chiedo: quando ci sarà il procedimento riguardante questi beni? Probabilmente lo hanno fatto scadere!
Andiamo avanti: i 5 anni e quattro mesi di carcere sapete come sono stati scontati? Con l’affidamento ai Servizi Sociali che lo hanno impiegato – nelle normali ore di ufficio – in servizi socialmente utili e poi la sera tornava a casa a cena e a dormire (nessun obbligo di restare in casa dopo cena).
Sapete in cosa consistono questi servizi socialmente utili? In tenere la corrispondenza di qualche struttura di beneficenza, oppure di catalogare i libri di qualche biblioteca, oppure ancora di occuparsi della contabilità di qualche struttura senza scopo di lucro.
Lo so bene che ognuno di Voi – anch’io per la verità – avrebbe desiderato che il sig. De Lorenzo fosse, prima di tutto privato di tutto il suo avere, ma proprio tutto e a qualunque titolo lo detenesse, poi – se non si voleva associare alle patrie galere – mandato a smerdare gli anziani in qualche ricovero. Purtroppo mi sembra che così non sia stato fino ad ora e che adesso la misura viene colmata dai quattro miliardi che gli vengono restituiti perché “relativi ad altro procedimento”.
L’ho sempre detto: “non rinascerò, ma se dovessi rinascere voglio fare il delinquente, ma non quello che uccide o ferisce, ma quello che si appropria dei beni altrui”.
Se qualcuno di voi ricorda i tempi in cui maturarono queste attività delittuose, fu detto all’epoca che queste tangenti erano particolarmente odiose in quanto relative a farmaci il cui prezzo lievitava a causa di questa “dazioni” e per il cui acquisto c’era qualcuno che si era svenato; insomma si andava a toccare l’ambito della sanità pubblica e sappiamo bene quanto sensibili siamo tutti noi.
Comunque sia, sensibilità o meno, il sig. De Lorenzo, con qualche ora trascorsa a mettere a posto dei libri, oppure a curare un po’ di corrispondenza si ritrova adesso in possesso di quasi quattro miliardi e – come si dice dalle mie parti – va in tasca a tutti noi.
Certo che il povero Bettino, se può vedere, dall’Inferno nel quale si trova, quello che avviene ai suoi amici, figli, parenti e sodali tutti, si sarà già mangiato entrambe le mani: ma come, solo io ho pagato, tutti gli altri si sono sistemati – chi a destra (De Michelis) chi a sinistra (Intini e l’altro che non mi sovviene il nome) – chi stando fuori dalla politica attiva ma beneficiando della luce riflessa come Martelli e Impellitteri. Anche lui penserà: se rinasco so io come fare!

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