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lunedì, aprile 25, 2005

Ma la crisi di governo è risolta? 

Le dichiarazioni di questi ultimi giorni sull’avvenuta ricomposizione del governo mostrano un Berlusconi “scocciato” di tutti questi riti della politica, riti che lui riconduce alla famigerata Prima Repubblica e che quindi addita all’opinione pubblica come qualcosa di fortemente nefasto da modificare al più presto.
Ci sarebbe subito da notare che la pubblica opinione potrebbe rispondergli: noi nel 2001 ti abbiamo dato i voti occorrenti per modificare anche queste vecchie formule; tu hai usato questa grande maggioranza , per fare leggi e leggine “pro domo” tuo o comunque di amici e sodali; quindi che vuoi da noi! Ora, col cavolo che ti ridiamo i voti, visto il bel risultato che hai ottenuto!
E qui si conclude il dialogo fra Silvio ed il suo elettorato in preda ad una grave crisi di disaffezione; cosa avrebbe potuto fare il prode Cavaliere di diverso da questa squallida ricomposizione di un governo–fotocopia, nel quale la rappresentatività dei vari partiti è ancora più marcata a scapito di una professionalità che sicuramente adesso manca?
Prima di proseguire bisognerebbe conoscere il vero significato del cambio Gasparri/Storace, con quest’ultimo insediato al posto di Sirchia, dopo che questi si era battuto – anche con successo – contro il fumo e contro quindi le multinazionali che gestiscono il tabacco: evidentemente il cambio tra i due uomini politici – sia pure a ministeri diversi – è un fatto interno ad AN che non digeriva più l’atteggiamento di Gasparri giudicato troppo filo–Mediaste e quindi sostituito da un altro AN che, a guardarlo in faccia, non ha l’aria molto vispa, ma dobbiamo necessariamente attendere qualche atto concreto prima di giudicarlo.
Ma, tornando al governicchio, non si crederà mica che queste poche modifiche riescano da sole a modificare il pensiero degli italiani su Berlusconi ed i suoi accoliti? Ci vuole altro, ci vuole qualche atto eclatante che scuota la gente inducendola a modificare i cattivi pensieri che si è fatta di recente.
Ed allora parliamo del gesto eclatante – mi dispiace suggerirlo, ma tanto sono certo che non seguirà il consiglio – che Silvio dovrebbe mettere in piedi, dopo acconcia preparazione: partiamo dal caso del povero Calipari, il funzionario del SISMI ucciso dagli americani mentre si stava dirigendo all’aeroporto di Bagdad dopo aver liberato la giornalista Giuliana Sgrena; gli Stati Uniti hanno insediato una commissione mista (ci sono anche due generali italiani) con l’incarico di fare piena luce su quanto accaduto e individuare eventuali responsabilità.
Dai primi “rumors” sembrerebbe che la colpa di tutto quanto è accaduto verrà fatta ricadere sul nostro povero funzionario che non avrebbe avvertito il comando americano e avrebbe poi proceduto a forte velocità su quella strada che è quasi giornalmente teatro di attentati alle forze armate americane.
Ebbene, in questo caso (ormai è più di una ipotesi) il nostro premier dovrebbe cominciare una vera e propria offensiva mediatica con la quale avverte il governo e le forze armate statunitensi che qualora non si giungesse ad un risultato soddisfacente per l’onore del nostro Paese, il governo ed il popolo italiano sarebbero costretti a trarre le proprie conclusioni.
Poiché gli americani non prenderanno sul serio questa affermazione, quando arriveranno le risultanze favorevoli ai militari USA, il Berlusconi dichiarerà che così non si fa, non è un atto di amicizia, insomma, prendere cappello e contemporaneamente all’arrabbiatura dichiarerà che entro tre mesi il contingente italiano rientrerà in patria.
Risultato: almeno l’epiteto di leccaculo degli americani non ce lo avrà più ed avrà così spuntato una delle armi degli avversari.
Sarà sufficiente per recuperare tutti i voti perduti in questi quattro anni di legislatura? Certo che no, dovrà essere accompagnato da un programma serio, non firmato nel salotto di Vespa, ma spiegato in maniera acconcia agli italiani e nel quale gli elettori possano tornare a credere e ad avere fiducia.
È difficile? Certo, direi quasi impossibile, ma chi è causa del suo mal pianga se stesso, come dicono dalle mie parti!

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