sabato, aprile 02, 2005
L'agonia del Papa
Praticamente da ieri mattina, nonostante tutto quello che ci è stato detto sull’essere cosciente, il Papa è in agonia; ogni tanto a qualche alto prelato gli scappa una frase emblematica del tipo “sta già toccando Dio”, sintomo che il Santo Padre, come diciamo noi comuni mortali, è più di là che di qua.
La morte è sempre un grande mistero e, soprattutto, non è quel bellissimo incontro con il Padreterno che la letteratura e il cinema ci vorrebbero propinare; mi spiego meglio: quando subentra l’incoscienza, cioè la perdita di conoscenza, la fine segue un iter prettamente biologico che ricalca sentieri ben conosciuti alla scienza medica.
Che sia il Papa o un normale cittadino, la morte è comunque una cosa sporca, fatta di cose sporche che si accumulano addosso al corpo di un morente che non ha più la forza di gestire i propri organi che quindi vengono abbandonati a se stessi o – come dicono i medici –“si rilassano”, rilasciando così tutti gli umori che il nostro corpo trattiene in normali condizioni fisiche.
Ma questo della morte ho già detto che è un mistero ed è anche una cosa che non mi piace investigare; vediamo invece come si stanno comportando i mezzi di comunicazione di massa di fronte a questo evento.
Anzitutto è bene chiarire che ogni giornale e ogni televisione ha in serbo quello che si chiama in gergo “il coccodrillo” su Giovanni Paolo II, quel o quei servizi da mettere in onda al momento della morte, largamente prevedibile da molto tempo e quindi questi materiali sono stati visti e rivisti, corretti e ricorretti, fino ad arrivare a quello che le varie direzioni considerano ottimale.
Questo però in caso di morte, ma il Papa non è ancora morto e quindi non si può usare questo materiale, ma cercare di tirare avanti fino al triste evento con mezzi di fortuna, come si usa dire, cioè con interviste, commenti e situazioni di archivio extra-coccodrillo.
Come ho avuto modo di ricordare nel post di ieri, questa è la prima volta che i mezzi di comunicazione di massa, in particolare le televisioni, possono scatenare tutta la loro potenza in occasione di un evento di carattere mondiale come può considerarsi l’agonia di un papa; la precedente morte di un Papa – Luciani, Giovanni Paolo I, quasi 27 anni fa – avvenne in modo assai repentino e poi gli strumenti a disposizione non erano quelli attuali.
Mentre scrivo queste note ho la televisione accesa e trasmette in diretta dalla Sala Stampa Vaticana il comunicato letto dallo stesso Navarro Vals, il quale – pur con tutta la sua professionalità e i suoi svariati anni di servizio – non riesce a trattenere le lacrime: questa immagine di una persona che è stata molto vicina a Giovanni Paolo II può essere sintomatica di quello che tale agonia sta provocando in tutti.
Naturalmente la situazione – come ha precisato anche Navarro – è in lenta ma continua decadenza; ha accennato anche – finalmente – a una sostanziale perdita di conoscenza e questo a riprova che con questo Papa si è avuto un cambiamento di stile nei rapporti tra il Vaticano e la gente: maggiore trasparenza e sostanziale verità, o quasi, sulle condizioni del Papa, cosa che nei precedenti pontificati non è avvenuto.
Un’ultima notazione: le TV che non possono certo stare in onda con talk show continui sull’evento (non troverebbero né giornalisti né ospiti), tentano di ovviare a questo con la messa in onda di film biblici (ovviamente repliche di repliche), credendo così di fare una programmazione in sintonia con l’evento; purtroppo non è così, altrimenti sarebbe facile fare televisione!
La morte è sempre un grande mistero e, soprattutto, non è quel bellissimo incontro con il Padreterno che la letteratura e il cinema ci vorrebbero propinare; mi spiego meglio: quando subentra l’incoscienza, cioè la perdita di conoscenza, la fine segue un iter prettamente biologico che ricalca sentieri ben conosciuti alla scienza medica.
Che sia il Papa o un normale cittadino, la morte è comunque una cosa sporca, fatta di cose sporche che si accumulano addosso al corpo di un morente che non ha più la forza di gestire i propri organi che quindi vengono abbandonati a se stessi o – come dicono i medici –“si rilassano”, rilasciando così tutti gli umori che il nostro corpo trattiene in normali condizioni fisiche.
Ma questo della morte ho già detto che è un mistero ed è anche una cosa che non mi piace investigare; vediamo invece come si stanno comportando i mezzi di comunicazione di massa di fronte a questo evento.
Anzitutto è bene chiarire che ogni giornale e ogni televisione ha in serbo quello che si chiama in gergo “il coccodrillo” su Giovanni Paolo II, quel o quei servizi da mettere in onda al momento della morte, largamente prevedibile da molto tempo e quindi questi materiali sono stati visti e rivisti, corretti e ricorretti, fino ad arrivare a quello che le varie direzioni considerano ottimale.
Questo però in caso di morte, ma il Papa non è ancora morto e quindi non si può usare questo materiale, ma cercare di tirare avanti fino al triste evento con mezzi di fortuna, come si usa dire, cioè con interviste, commenti e situazioni di archivio extra-coccodrillo.
Come ho avuto modo di ricordare nel post di ieri, questa è la prima volta che i mezzi di comunicazione di massa, in particolare le televisioni, possono scatenare tutta la loro potenza in occasione di un evento di carattere mondiale come può considerarsi l’agonia di un papa; la precedente morte di un Papa – Luciani, Giovanni Paolo I, quasi 27 anni fa – avvenne in modo assai repentino e poi gli strumenti a disposizione non erano quelli attuali.
Mentre scrivo queste note ho la televisione accesa e trasmette in diretta dalla Sala Stampa Vaticana il comunicato letto dallo stesso Navarro Vals, il quale – pur con tutta la sua professionalità e i suoi svariati anni di servizio – non riesce a trattenere le lacrime: questa immagine di una persona che è stata molto vicina a Giovanni Paolo II può essere sintomatica di quello che tale agonia sta provocando in tutti.
Naturalmente la situazione – come ha precisato anche Navarro – è in lenta ma continua decadenza; ha accennato anche – finalmente – a una sostanziale perdita di conoscenza e questo a riprova che con questo Papa si è avuto un cambiamento di stile nei rapporti tra il Vaticano e la gente: maggiore trasparenza e sostanziale verità, o quasi, sulle condizioni del Papa, cosa che nei precedenti pontificati non è avvenuto.
Un’ultima notazione: le TV che non possono certo stare in onda con talk show continui sull’evento (non troverebbero né giornalisti né ospiti), tentano di ovviare a questo con la messa in onda di film biblici (ovviamente repliche di repliche), credendo così di fare una programmazione in sintonia con l’evento; purtroppo non è così, altrimenti sarebbe facile fare televisione!