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domenica, aprile 17, 2005

La politica si fa capire sempre meno 

Cari politici (cari nel senso che ci costate un sacco di soldi) ma vi rendete conto che la gente non solo non vi capisce più, ma neppure ci prova.
È il caso della crisi di governo attualmente in corso; da una parte Berlusconi che ha stilato una bozza di “nuovo programma” e ha detto a Follini di firmarlo, altrimenti si va a nuove elezioni con un anno di anticipo; dall’altra lo stesso Follini che dice di non avere nessuna intenzione “di firmare cambiali in bianco”.
Allora questo potrebbe significare che nella bozza di programma preparata da Berlusconi ci sono molte lacune che potrebbero configurare una sorta di “firma in bianco”; ma perché anziché ritirarsi sull’Aventino come un novello Cincinnato il sullodato Follini non si mette al tavolino e compila LUI un nuovo programma che serva a colmare le lacune di quell’altro?
Volete sapere perché ci sono le lacune nel programma di Berlusconi? Semplice, perché non ci capisce niente di programmi stilati al di fuori del salotto di Vespa!
Volete sapere perché Follini non integra questo programma con le sue idee? Perché, anzitutto non sa che pesci pigliare e poi perché facendolo fare all’altro ha buon gioco a criticarlo!
E la gente? Noi tutti che ci arrabattiamo a tirare la fine del mese?
Non interessiamo a nessuno e infatti nessuno ci chiede uno straccio di parere; mi chiedo, come mai questi programmi – più o meno completi – non appaiono alla luce del sole e perché le lacune che l’altro signore evidenzia non le dice apertamente, integrandole con le sue idee circa lo possibili soluzioni.
Sono tutti alla caccia dei motivi per i quali sono state perdute le recenti elezioni amministrative: posso esprimere anche il mio parere, dopo tante fesserie sentite in giro?
La gente, i pensionati di media tacca, i lavoratori a reddito fisso che fino a poco tempo fa avevano un buono stipendio, si trovano adesso ad impoverire in maniera esponenziale: tempo addietro si diceva che il lavoratore medio arrivava al 24 del mese, adesso siamo arrivati al 20! È chiaro che s’incazza, vedendo che la nostra società è come una forbice che anziché richiudersi tende sempre più ad aprirsi; in un corno i “disperati”, quelli con pensioni da fame e con stipendi bassissimi il cui tenore di vita tende ad allontanarsi sempre più dall’altro corno rappresentato dai “ricchi” quelli che anche in questa infausta congiuntura hanno i modi per restare a galla e per arricchirsi ancora di più.
In mezzo a questi due corni della forbice – orientati o verso il basso o verso l’altro – stavano i medi borghesi, quelli di cui parlavo dianzi, con pensioni decorose o stipendi medio/alti: il loro galleggiamento li sta portando sempre più verso il basso e da qui discende un indotto nei confronti del commercio che – se escludiamo gli alimentari – risente dell’impoverimento di quello che una volta era il ceto sociale di riferimento.
Accanto a questo “problema mica da poco” ci sta l’altro relativo al mercato del lavoro: apparentemente le cifre sfornate dall’ISTAT parlano di un incremento del numero degli “occupati”, ma in questo numero vengono compresi anche coloro che vengono assunti in maniera “temporanea” avvalendosi della famosa, acclamata e da pochissimi molto ben conosciuta Legge Biagi (che Dio l’abbia in gloria, ma anche Lui lo brontoli un po’) che – inchinandosi ai dettami della globalizzazione - ha combinato più guai “di Carlo in Francia”, come si dice dalle mie parti.
Questa è la situazione; come uscirne è difficile dirlo, forse più che un uomo politico di quelli che ormai conosciamo bene, servirebbe un novello Robin Hood: se c’è qualcuno che ne conosce uno me lo dica!

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