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giovedì, aprile 21, 2005

Il Papa è insediato e il Berlusca è stato disarcionato 

Con procedure che fanno invidia alle moderne democrazie tanto sono rapide ed efficaci, il nuovo Pontefice, Benedetto XXVI, è già nel pieno dei propri poteri, tant’è vero che, come primo atto, ha prorogato tutti gli incarichi vaticani fino a quando non avrà avuto modo di aggiustare le cose: in pratica, tutti in carica per l’ordinaria amministrazione, ma si parla già dei sostituti che Ratzinger avrebbe in animo di chiamare al suo fianco.
I problemi, del resto, sembrano aggredire il nuovo Papa: è di oggi l’approvazione da parte della Camera dei Deputati della “cattolicissima” Spagna dell’istituto del “matrimonio tra omosessuali”; se avevano intenzione di mandare di traverso a Benedetto XVI l’incoronazione di domenica prossima, ci sono riusciti.
Ed è singolare che il premier spagnolo Zapatero dichiari con solenne faccia tosta “rispetterò le posizioni contrarie del nuovo Pontefice”, sottintendendo che però si continuerà a fere il nostro porco comodo. Il numero degli omosessuali interessati a questo provvedimento sembra ammonti a circa 4 milioni: il decreto modifica addirittura 16 articoli del codice civile, sostituendo locuzioni come “madre e padre” con il uovo termine “progenitori”. Comunque ne riparleremo non appena avrò in mano la documentazione sulla nuova legge.
Auguri Papa Ratzinger, perché conoscendo la Tua fedeltà all’ortodossia, questi strappi sono come autentici pugni nello stomaco; attendo con curiosità la Tua prossima mossa.
Intanto il nostro premier, Silvio Berlusconi, ha subito l’onta delle dimissioni obbligate e si trova in carica per l’ordinaria amministrazione; tutti dicono che sarà un Berlusconi bis e che nascerà in pochissimi giorni, ma a quanto mi pare di capire, questa crisi mi sembra particolarmente avvelenata proprio perché non ci sono motivi “evidenti” di distonia tra gli alleati della Casa della Libertà e si va in cerca, invece, di particolari situazioni che diano “visibilità” ai partiti usciti sconfitti dalle recenti elezioni amministrative: cioè tutti escluso la Lega.
Ecco, quest’ultimo partito potrà rappresentare l’ago che si infila nelle mele degli altri alleati; tutti infatti chiedono che Berlusconi faccia fare un passo indietro a Bossi e Compagni, tutti chiedono che i provvedimenti chiesti e ottenuti dalla Lega – devolution e riforma costituzionale – subiscano un deciso stop ed un rinvio a tempi migliori; ovviamente Bossi e compagnia bella non sono di questo avviso e non intendono deflettere dalla loro frase detta e ridetta più volte:” riforme federaliste oppure tutti a casa”.
Già, tutti a casa, ma anche questa soluzione comprende una forma di avvicinamento alle elezioni che risente delle pratiche della prima repubblica: si comincia a “ungere” il popolo del Sud, inviando i soliti finanziamenti a pioggia che diventano poi appannaggio, in gran parte, della criminalità organizzata; si prosegue poi con laute prebende a compari e amici, collaboratori elettorali e sodali compagni di imprese finanziarie.
Questo è quello che ci attenderebbe in caso di rinvio alle urne: brutto ma, a ben guardare, sempre la solita storia!
Del resto, se il governo che dovrebbe formarsi deve campare per questo anno scarso che rimane con continui battibecchi tra centristi e leghisti credo che sia meglio abbozzarla subito e presentarsi al corpo elettorale: sia chiaro – lo dico prima – Cavaliere Lei sta andando incontro ad una nuova cocente sconfitta, però, contento lei, contenti tutti!
Lo sa quale potrebbe essere una mossa azzeccata? Rifarsela con Bush per la morte di Calidari e acquisire una nuova immagine: l’antimilitarista! Ma di questo ne riparleremo.

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