domenica, aprile 03, 2005
Il Papa e i giovani
Di tutta la vicenda delle sofferenze, dell’agonia e della morte di Papa Wojtyla, mi sono rimaste in testa alcune immagini di mani battute a ritmo di coro per sottolineare il fraseggio ritmato “Giovanni Paolo”.
Autori di queste esplosione di esuberanza sono dei giovani che sembrerebbero mal conciliare il mesto momento con la spontanea allegria del ritmato fraseggio.
E invece così non è, anzi, forse sono quelli che meglio sottolineano il rapporto con il Papa, fatto di ritmo, allegria e di quella forma quasi incitativa ad andare avanti nel lungo e periglioso cammino dell’esistenza.
“Vi ho cercati e voi siete venuti da me”; questa frase che l’Ufficio Stampa vaticano attribuisce a Giovanni Paolo II in risposta ai cori avvertiti anche nella camera del Pontefice e viene datata a ieri mattina – circa 12 ore prima della morte – è veramente il succo del rapporto non solo di padre/figlio ma anche di discepolo/maestro che si era instaurato tra i giovani e Lui.
Ed anche stamani in Piazza San Pietro, mentre tutti i “vecchi” piangevano alla Messa celebrata dal Cardinale Sodano, i ragazzi – quasi tutti sorridenti - hanno continuato ad intonare il loro coro come se dalla parte opposta della piazza ci fosse ancora Lui che ritmasse i loro canti battendo il dito sul bordo della sedia.
E mi hanno colpito anche i numerosi sacchi a pelo che si vedevano in Piazza San Pietro, da uno dei quali spuntavano le teste di un ragazzo e di una ragazza che dicevano al cronista di dormire lì in quanto si sentivano più vicini a Lui.
Ma noi non più giovani, c’eravamo accorti di questo rapporto specialissimo tra il Papa e i giovani, tutti i giovani, di qualunque nazione e continente? Avevamo percepito questo sottile filo che si partiva da Wojtyla e raggiungeva il cuore di ciascuno di loro?
Dico la verità, io non lo avevo percepito in tutta questa ampiezza; certo, avevo compreso che il Papa – grande comunicatore e grande attore – aveva raggiunto una presenza mediatica altissima e quindi si era stampato nelle menti e nei cuori dei giovani, ma non credevo che il livello fosse quello che è stato mostrato in questa circostanza purtroppo tragica.
E chissà cosa avverrà il giorno del funerale – tra giovedì e sabato prossimi – quando i giovani che affluiranno a Roma da tutto il mondo (si avete letto bene: mondo) supereranno la soglia dei due milioni raggiunta in occasione del Giubileo dei Giovani; non mi piace scommettere, ma in questo caso punterei addirittura sul raddoppio di quel numero.
Nell’esaminare – fra qualche tempo – il rapporto di Giovanni Paolo II con i media, dovremo forzatamente tenere presente l’esposizione che il Pontefice ha avuto nei confronti dei giovani e cercare di capire quello che può avere significato.
Un’ultima cosa prima di ri-salutarvi poiché tra un paio d’ore m’imbarco su un aereo per Catania: l’atmosfera di mestizia che si aggira in tutto il paese, mi sembra che renda “diverso” anche il giorno elettorale; da notare comunque che martedì – quando ci saranno i risultati delle elezioni – siamo ancora in giornata di lutto nazionale e con la Salma esposta al pubblico nella Basilica di San Pietro.
Come si comporteranno i nostri politici? Inneggiando chi ha vinto e cercando scuse chi ha perso? E Bruno Vespa dedicherà il suo “Porta a Porta” alla morte del Papa o ai risultati elettorali?
Penso proprio che gli interessi “di bottega” riprenderanno il sopravvento! Caro Wojtyla, avrai pure cambiato il mondo, ma con la mentalità dei politici non ce la potevi fare!
Autori di queste esplosione di esuberanza sono dei giovani che sembrerebbero mal conciliare il mesto momento con la spontanea allegria del ritmato fraseggio.
E invece così non è, anzi, forse sono quelli che meglio sottolineano il rapporto con il Papa, fatto di ritmo, allegria e di quella forma quasi incitativa ad andare avanti nel lungo e periglioso cammino dell’esistenza.
“Vi ho cercati e voi siete venuti da me”; questa frase che l’Ufficio Stampa vaticano attribuisce a Giovanni Paolo II in risposta ai cori avvertiti anche nella camera del Pontefice e viene datata a ieri mattina – circa 12 ore prima della morte – è veramente il succo del rapporto non solo di padre/figlio ma anche di discepolo/maestro che si era instaurato tra i giovani e Lui.
Ed anche stamani in Piazza San Pietro, mentre tutti i “vecchi” piangevano alla Messa celebrata dal Cardinale Sodano, i ragazzi – quasi tutti sorridenti - hanno continuato ad intonare il loro coro come se dalla parte opposta della piazza ci fosse ancora Lui che ritmasse i loro canti battendo il dito sul bordo della sedia.
E mi hanno colpito anche i numerosi sacchi a pelo che si vedevano in Piazza San Pietro, da uno dei quali spuntavano le teste di un ragazzo e di una ragazza che dicevano al cronista di dormire lì in quanto si sentivano più vicini a Lui.
Ma noi non più giovani, c’eravamo accorti di questo rapporto specialissimo tra il Papa e i giovani, tutti i giovani, di qualunque nazione e continente? Avevamo percepito questo sottile filo che si partiva da Wojtyla e raggiungeva il cuore di ciascuno di loro?
Dico la verità, io non lo avevo percepito in tutta questa ampiezza; certo, avevo compreso che il Papa – grande comunicatore e grande attore – aveva raggiunto una presenza mediatica altissima e quindi si era stampato nelle menti e nei cuori dei giovani, ma non credevo che il livello fosse quello che è stato mostrato in questa circostanza purtroppo tragica.
E chissà cosa avverrà il giorno del funerale – tra giovedì e sabato prossimi – quando i giovani che affluiranno a Roma da tutto il mondo (si avete letto bene: mondo) supereranno la soglia dei due milioni raggiunta in occasione del Giubileo dei Giovani; non mi piace scommettere, ma in questo caso punterei addirittura sul raddoppio di quel numero.
Nell’esaminare – fra qualche tempo – il rapporto di Giovanni Paolo II con i media, dovremo forzatamente tenere presente l’esposizione che il Pontefice ha avuto nei confronti dei giovani e cercare di capire quello che può avere significato.
Un’ultima cosa prima di ri-salutarvi poiché tra un paio d’ore m’imbarco su un aereo per Catania: l’atmosfera di mestizia che si aggira in tutto il paese, mi sembra che renda “diverso” anche il giorno elettorale; da notare comunque che martedì – quando ci saranno i risultati delle elezioni – siamo ancora in giornata di lutto nazionale e con la Salma esposta al pubblico nella Basilica di San Pietro.
Come si comporteranno i nostri politici? Inneggiando chi ha vinto e cercando scuse chi ha perso? E Bruno Vespa dedicherà il suo “Porta a Porta” alla morte del Papa o ai risultati elettorali?
Penso proprio che gli interessi “di bottega” riprenderanno il sopravvento! Caro Wojtyla, avrai pure cambiato il mondo, ma con la mentalità dei politici non ce la potevi fare!