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sabato, aprile 02, 2005

I media non sanno più cosa fare 

Inizio a scrivere alle 17.30.
Hanno dato tutti come imminente la morte del Papa e quindi i “grossi calibri” di TV e stampa si sono mobilitati da ieri per commentare la fine del Santo Padre. Piazza San Pietro è sempre colma di folla che è lì in preghiera, con tantissimi giovani, i cosiddetti “Papa Boys” che hanno la netta convinzione che il Papa “li senta” e per questo Gli rivolgono grida e cori affettuosi; stamani è uscita una nota che viene data come opera di Giovanni Paolo II che dice – proprio rivolto a loro – “vi ho cercati, adesso voi siete venuti da me e io vi ringrazio”. Forse non è opera Sua, ma fa piacere pensarlo e quindi accettiamo di buon grado questa piccola bugia.
I giornali possono puntare al domani, poiché nessuno li obbliga a fare edizioni straordinarie, ma le televisioni sono nella morsa dell’evento: non possono andare avanti con chiacchiere e ricordi del Papa fatti da immagini di repertorio e commenti di ospiti più o meno lunghi.
Tutte le emittenti televisive hanno inviato in tutta fretta proprie troupe a Cracovia, città di origine del Papa e, almeno ogni ora, si collegano con la città polacca, dove l’affetto per Giovanni Paolo II è veramente tantissimo e si innesca in una fede cattolica altrettanto forte.
Devono comunque limitare questo tipo di trasmissioni – talk show con collegamenti anche esteri - e riprendere una programmazione, come dire, più o meno normale, però non sanno come affrontare la normalità: viene modificata la messa in onda di film e telefilm, a beneficio di opere comunque riferentisi a fatti biblici o comunque “di chiesa”.
C’è una cosa che rimane immutabile, come torre che non crolla: la PUBBLICITA’, i cui “cluster”, cioè le interruzioni a circa 12 minuti l’uno dall’altro, continuano imperterriti ad andare in onda e i cui spot – più o meni scollacciati – si inseriscono bellamente nella mestizia imperante.
Una televisione che ho visto in serata, ha portato una telecamera ed un microfono in Piazza San Pietro per intervistare la gente presente (vengono stimati circa 45.000 persone), in particolare i giovani, i “Papa Boys”: tutti mostrano grande dolore per le sofferenze del Papa e grande amore per il vecchio Pontefice, visto come se fosse un vecchio nonno, saggio e da ascoltare. Mi ha colpito una ragazza che ha detto d pregare per la salute del Papa ma di desiderare, nel contempo, una sua fine veloce che gli eviti così ulteriori sofferenze; di questo è fatto l’oggetto delle preghiere dei giovani: evitare a questo grande amico altre sofferenze, oltre a tutte quelle già subite con stoicismo.
Per domani, domenica 3, sono state sospese le partite di calcio, mentre sono confermate le elezioni amministrative previste per il 3 e 4 aprile.
A minuti dovrebbe uscire un bollettino ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede (Navarro Vals l’aveva preannunciato per le 18 circa ma abbiamo già 30 minuti di ritardo); attenderò questo comunicato prima di mettere on-line questo post.
Adesso sono le 19 passate e del comunicato ancora nessuna notizia; cosa significherà?
Alle 19.30 arriva il comunicato che, nel confermare la gravità della situazione clinica alla quale si è aggiunta una febbre molto alta, precisa però che il Papa è ancora cosciente.
Metto on-line il post e ne riparliamo domani.

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