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giovedì, marzo 24, 2005

Seguitiamo a ragionare su.... 

Se qualcuno è interessato a conoscere come è andata a finire la vicenda del mio amico la cui moglie rischiava di essere rimandata a casa per le vacanze dell’intero reparto ospedaliero ebbene, è stata inviata per circa otto giorni ad una struttura, ridotta ma aperta, di medicina generale che si guarderanno bene dal curare la specifica disfunzione della donna,
Nel frattempo la disgraziata Terri non ha trovato un cane di giudice che le consentisse di vivere nonostante tutto; il capo dello stato, Bush, non ha potuto niente per salvarle la vita e neppure il fratello del presidente – Governatore dello Stato in cui giace la donna – pur intervenuto a difesa della vita, non ha potuto niente: sembrerebbe che la classe dei magistrati fosse tutta dalla parte dell’eutanasia.
Come ho già detto si discute male su queste vicende specie se non siamo toccati direttamente dal dramma; ecco, il mio unico suggerimento potrebbe essere quello di lasciare le discussioni a coloro che vivono il problema sulla loro pelle.
La pubblicità che i mass-media hanno dato alla vicenda di Terri ha fatto spuntare come funghi tutta una serie di situazioni analoghe nel nostro paese: ognuna di queste, corredata da foto impressionanti, narra di persone che da vari anni giacciono in un coma profondo e continuano a vivere solo se aiutati da macchine.
Anche loro hanno lo stesso problema della signora americana, ma qui non ci sono ne leggi ne interventi socio sanitari; chi ce li ha se li tiene, e teniamo conto che una situazione del genere può distruggere la vita di tutta una famiglia.
Ma in fin dei conti cosa è mai questa “vita”, dipende forse dal colore della pelle o dalla classe sociale il considerarla in un modo o nell’altro?
Mi sorge questa domanda nell’apprendere che un paio di scafisti ha annegato una diecina o forse più di immigrati clandestini in quanto stavano per essere scoperti dalla Polizia ed allora hanno pensato di “liberarsi dal carico”, peccato che il carico era rappresentato da uomini, donne e bambini.
Sono certo che in qualche Procura della Repubblica giace una denuncia per diffamazione nei confronti di coloro che continuano ad affermare che l’uomo discende dalla scimmia. I firmatari della denuncia sono un gruppo di scimmie che non intende a nessun costo mischiarsi con noi ed ha tutte le ragioni del mondo.
Quando parlo di pene esemplari che servano a sanare la ferita inferta alla società da un reato particolarmente efferato, mi riferisco proprio a queste situazioni: se vogliamo riprendere il nostro posto nella scala degli animali, dobbiamo punire severamente i colpevoli di questi crimini, nella speranza di scoraggiare gli altri che potrebbero provarci e con la certezza che “il popolo” è dalla parte del giudice giusto ma severo.
Nel frattempo giunge la notizia che la Cina si appresterebbe a debuttare in Italia anche nel mercato delle auto: sarebbe pronta una utilitaria accessoriata di tutto punto che verrebbe messa in vendita a meno di 4.000 euro; non è una balla, ci sono addirittura le riprese televisive del prototipo che sta girando per le strade dell’Abruzzo.
A parte ogni altra considerazione sul fatto, questo è un ulteriore segnale del “pericolo” cinese, addirittura nella tecnologia più raffinata come è quella automobilistica.
Auguriamoci che i barconi di immigrati, anziché a Pantelleria si dirigano verso la Cina, così prenderemo due piccioni con una fava: da una parte gli immigrati mollerebbero la presa sull’Italia e dall’altra i cinesi si renderebbero conto che diventare forti, ricchi e famosi ha i suoi lati negativi.

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