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venerdì, marzo 25, 2005

Ma cosa è questa riforma costituzionale 

L’agone politico nazionale è stato attraversato da una vicenda parlamentare che ha posto in fibrillazione tutti i nostri politici: si tratta della riforma costituzionale, fortemente voluta da questo governo ed anzi “promessa” ai propri elettori.
Confesso subito che non ci ho capito gran che, sotto il profilo dei risvolti concreti che la riforma dovrebbe portare alla vita di tutti noi, quindi mi limiterò ad osservare alcune, significative prese di posizione dei nostri mass-media.
La prima cosa che ho notato è che tutta la sinistra è incavolata perché parrebbe che con questa riforma il premier abbia più potere; mi sembra che essendo la nostra realtà politica fatta di varie formazioni, il governo che si forma è sempre “di coalizione” anche se questa dichiara prima delle elezioni a quale premier si riferisce; ovvio che – così come avviene adesso abbastanza spesso – se una di queste formazioni si impunta a favore o contro un punto del programma (magari approvato in sede di elezioni), il capo del governo ha due possibilità, o accetta il diktat (come fa sovente il Berlusca) oppure si dimette, ma così facendo il Presidente della Repubblica ha la possibilità di affidare l’incarico del nuovo governo ad una nuova persona, anche dell’altro schieramento; questo del resto è già avvenuto con il primo governo Berlusconi sostituito a metà legislatura da quello formato da Dini su istruzioni di Scalfaro e che ebbe l’appoggio di Bossi, originariamente alleato del governo..
La modifica che è stata ora approvata viene definita “anti ribaltone”, nel senso che se una forza politica cambia campo e mette in minoranza il governo fin qui appoggiato, si va alle urne e si chiede agli elettori il parere su quanto accaduto.
Su questa norma, debbo confessare, non ci trovo niente di scandaloso, anzi mi sembra di essere d’accordo con chi l’ha proposta; per altre, invece, che riguardano i funzionamenti di alcuni organi dello Stato – Corte Costituzionale in testa – confesso di non essere in grado di approfondire l’argomento in quanto si è modificato gli “elettori” dei membri della Corte a vantaggio del Parlamento e in questo non saprei proprio trovarci né il pro né il contro.
Una cosa che dovrebbe essere modificata molto velocemente è la norma che obbliga tutti i partiti a presentare per ogni elezione le proprie liste “appoggiate” da un certo numero di persone (non so quante) che firmano e tale firma viene autenticata o da un notaio o da un pubblico ufficiale (Sindaco o Assessore delegato).
Tutto il bordello scoppiato nel Lazio attorno alla lista della Mussolini – ora riammessa dal Consiglio di Stato – mi induce a credere che, a seconda di chi vince, le elezioni verranno impugnate di fronte alla magistratura ordinaria “per grave vizio di forma”. Forse questa impugnativa avrà luogo indipendentemente da chi vince!
Quindi, mi sembrerebbe naturale che l’appoggio alle liste diventi una cosa quasi simbolica, fatta di poche firme facilmente controllabili e non complicata come è adesso; ne va della credibilità delle istituzioni e delle forme di elezioni che le rappresentano.Io capisco che una lista “nuova” come è quella della Mussolini possa essere costretta dalle circostanze a ricorrere a qualche scorrettezza, ma allora cambiamo urgentemente la norma che sembra fatta apposta per indurre “a peccare” e quindi è peccaminosa come e forse più di colui che commette il peccato

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