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giovedì, marzo 10, 2005

Facciamo fallire lo Stato 

La Sezione Civile della Corte di Appello di Roma ha emesso una condanna destinata a fare epoca: l’Ente Tabacchi Italiani (E.T.I.) è stato dichiarato colpevole della morte di un signore deceduto nel 1991 a causa di un tumore ad un polmone; l’ETI dovrà corrispondere ai parenti del defunto una penale pari a 200.000 euro (circa 400 milioni di vecchie lire) per avere omesso l’informativa sui pericoli derivanti dal fumo. Da notare che è stato condannato l’ETI, ma questa società è subentrata solo nel 1998 ai Monopoli di Stato che, negli anni indicati nella sentenza commercializzavano il tabacco.
Questa sentenza, la prima in Italia e forse anche in Europa, apre la strada a tutta una serie di ricorsi penali e civili nei confronti delle aziende statali (appunto i Monopoli) che fino ad una certa data hanno omesso di indicare i pericoli mortali del fumo.
Sembra che siano già pronti a decollare alcune centinaia di cause da parte di familiari che hanno avuto un parente deceduto per tumore polmonare.
Il Codacons, l’associazione che tutela i consumatori, ha dichiarato che sarebbe auspicabile l’instaurazione anche in Italia così come già avvenuto in America, di una sorta di “class action”, così da arrivare a risarcimenti ancora più sostanziosi e con azioni legali di massa.
Il Presidente del Tribunale ha dal canto suo precisato che “bisognerà valutare caso per caso” e quindi ha in sostanza vanificato i ricorsi di massa, rimettendo invece le sentenze a singoli esami di singoli casi.
A riprova della variabilità di queste sentenze, c’è da precisare che la stessa causa si era risolta in ben altro modo (nel 1997), in quanto la domanda di risarcimento era stata respinta poiché i magistrati avevano ritenuto che la causa del decesso (comunque il fumo) fosse da attribuire ad una scelta volontaria, cioè quella di fumare.
Adesso la causa rimane la stessa, ma la sentenza fa perno sulla carenza di informazioni circa la mortalità di coloro che fumano: in pratica la stessa strada che è stata intrapresa con successo anni addietro negli Stati Uniti e che ha rischiato di mandare a gambe ritte alcune grandi aziende produttrici di sigarette.
Da notare, a margine della sentenza, che l’E.T.I. è stato venduto dal nostro Ministero dell’Economia nel 2003 alla British American Tabacco che, pur non avendo responsabilità diretta per le date in cui si sono verificati i decessi, viene comunque chiamata in causa dal Tribunale per il risarcimento.
Ovvio che l’azienda straniera ricorrerà in tutti i gradi di giudizio, fino a giungere alla Corte di Cassazione, ma la sentenza del Tribunale di Roma ha aperto una breccia dalla quale potrebbe filtrare tanta acqua da far saltare l’intera diga; e questa diga non può essere identificata che nello Stato, in quanto i riferimenti alla mancata informazione circa la dannosità del fumo, riguarda periodi in cui le sigarette venivano vendute direttamente dallo Stato.
Quindi, a differenza di quello che è accaduto in America, i soldi per i rimborsi ai parenti dei deceduti per tumore polmonare dovrebbero essere prelevati dalle casse statali: finalmente un uso corretto e lecito dei soldi di noi tutti.

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