venerdì, marzo 04, 2005
Automobili e dintorni
Il tempaccio che funesta in questi giorni l’Italia, mostra sempre più spesso automobili in panne sulle strade o autostrade innevate; motivo principale – oltre che la coltre spessa di neve e il ghiaccio – la mancanza di catene a bordo delle auto e sui camion che, pertanto, si trovano Il costrette a fermarsi, a volte in modo brusco e quindi intraversarsi, bloccando così la fila di auto che segue.
A vedere queste immagini in televisione mi sono venute in mente un paio di cose: la prima è che – con ogni probabilità – una buona percentuale di automobilisti avrebbe potuto benissimo fare a meno di usare l’auto per i suoi spostamenti e optare per altri mezzi. Mi si risponderà: se ce lo dicevano che le condizioni atmosferiche sarebbero diventate così inclementi! Ebbene, bisogna proprio vivere in cima al cocuzzolo di un monte e non avere disponibile alcun mezzo di comunicazione per “cadere dalle nuvole” sulla situazione meteorologica che è attualmente in atto e che è stata prevista dagli esperti con almeno cinque giorni di anticipo. Quindi, l’avventurarsi su strade e autostrade a bordo del proprio mezzo – senza catene – è sintomo di un sostanziale menefreghismo per la propria e l’altrui incolumità, salvo poi lamentarsi per la mancanza di tempestività dei soccorsi.
Ho visto anche un equipaggio del 118 che doveva recarsi a soccorrere qualcuno, fermo in attesa che qualcuno della sua Associazione gli recapitasse le famose catene. Ma come si fa ad uscire con l’ambulanza e non avere le catene?
In materia vorrei aggiungere questo: qual è l’elemento ostativo che impedisce di rendere obbligatorio – per tutto l’anno – la presenza delle catene a bordo di tutte le auto e, ovviamente, tanto più dei camion?
Ricordo che due o tre anni or sono si verificò tutto il problema del giubbetto catarifrangente che doveva essere acquistato, messo a bordo dell’auto e in una posizione che potesse essere indossato prima di scendere dalla macchina al buio o in presenza di nebbia. Guai se non ce l’hai sull’auto, rischi una bella multa!
Mi sembra che con poche decine di euro in più – ma poi ce ne rubano tanti, uno più uno meno – si potrebbe dotarsi tutti di catena da neve e, molto importante, imparare a metterle, perché altrimenti mi sembra inutile averle a bordo.
Ci sarà sempre il solito pignoletto che dirà; ma io tanto con la neve non uso l’auto e quindi non ne ho bisogno”; bene, ma è come il giubbetto catarifrangente, alla cui imposizione qualcuno avrebbe potuto osservare che “a lui non serve perché quando cala il sole oppure c’è la nebbia, lui è sempre in casa”.
Via, siamo seri, nessuno di noi può dire quello che farà domani, o per sua scelta o perché costrettovi da qualcosa di esterno a lui; quindi….
Sinceramente, l’adozione obbligatoria delle catene a bordo di auto e camion, anche se non risolverà tutti i problemi, credo che possa rivelarsi utile in queste circostanze.
Sempre a proposito del pianeta auto, ho letto alcuni giorni fa che in America la General Motor (quella del divorzio con la FIAT) ha costruito l’auto più potente mai realizzata: pensate raggiunge i 320 chilometri orari, velocità finora raggiunta solo dalle auto da corsa.
Bravi, complimenti, e poi cosa ci facciamo con questo mostro che – in qualunque Paese – dovrebbe essere vietato commercializzare?
Dobbiamo fare campagne per limitare la velocità delle auto e andiamo a pubblicizzare una macchina che cammina a questa velocità da Formula 1?
Mi auguro che questo mostro – ripeto, mostro – sia un prototipo e non esca mai dalla fabbrica, anche se mi disturba soltanto il fatto che sia stato costruito.
A vedere queste immagini in televisione mi sono venute in mente un paio di cose: la prima è che – con ogni probabilità – una buona percentuale di automobilisti avrebbe potuto benissimo fare a meno di usare l’auto per i suoi spostamenti e optare per altri mezzi. Mi si risponderà: se ce lo dicevano che le condizioni atmosferiche sarebbero diventate così inclementi! Ebbene, bisogna proprio vivere in cima al cocuzzolo di un monte e non avere disponibile alcun mezzo di comunicazione per “cadere dalle nuvole” sulla situazione meteorologica che è attualmente in atto e che è stata prevista dagli esperti con almeno cinque giorni di anticipo. Quindi, l’avventurarsi su strade e autostrade a bordo del proprio mezzo – senza catene – è sintomo di un sostanziale menefreghismo per la propria e l’altrui incolumità, salvo poi lamentarsi per la mancanza di tempestività dei soccorsi.
Ho visto anche un equipaggio del 118 che doveva recarsi a soccorrere qualcuno, fermo in attesa che qualcuno della sua Associazione gli recapitasse le famose catene. Ma come si fa ad uscire con l’ambulanza e non avere le catene?
In materia vorrei aggiungere questo: qual è l’elemento ostativo che impedisce di rendere obbligatorio – per tutto l’anno – la presenza delle catene a bordo di tutte le auto e, ovviamente, tanto più dei camion?
Ricordo che due o tre anni or sono si verificò tutto il problema del giubbetto catarifrangente che doveva essere acquistato, messo a bordo dell’auto e in una posizione che potesse essere indossato prima di scendere dalla macchina al buio o in presenza di nebbia. Guai se non ce l’hai sull’auto, rischi una bella multa!
Mi sembra che con poche decine di euro in più – ma poi ce ne rubano tanti, uno più uno meno – si potrebbe dotarsi tutti di catena da neve e, molto importante, imparare a metterle, perché altrimenti mi sembra inutile averle a bordo.
Ci sarà sempre il solito pignoletto che dirà; ma io tanto con la neve non uso l’auto e quindi non ne ho bisogno”; bene, ma è come il giubbetto catarifrangente, alla cui imposizione qualcuno avrebbe potuto osservare che “a lui non serve perché quando cala il sole oppure c’è la nebbia, lui è sempre in casa”.
Via, siamo seri, nessuno di noi può dire quello che farà domani, o per sua scelta o perché costrettovi da qualcosa di esterno a lui; quindi….
Sinceramente, l’adozione obbligatoria delle catene a bordo di auto e camion, anche se non risolverà tutti i problemi, credo che possa rivelarsi utile in queste circostanze.
Sempre a proposito del pianeta auto, ho letto alcuni giorni fa che in America la General Motor (quella del divorzio con la FIAT) ha costruito l’auto più potente mai realizzata: pensate raggiunge i 320 chilometri orari, velocità finora raggiunta solo dalle auto da corsa.
Bravi, complimenti, e poi cosa ci facciamo con questo mostro che – in qualunque Paese – dovrebbe essere vietato commercializzare?
Dobbiamo fare campagne per limitare la velocità delle auto e andiamo a pubblicizzare una macchina che cammina a questa velocità da Formula 1?
Mi auguro che questo mostro – ripeto, mostro – sia un prototipo e non esca mai dalla fabbrica, anche se mi disturba soltanto il fatto che sia stato costruito.