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mercoledì, febbraio 02, 2005

Tempi duri per i neonati 

In questa ultima settimana si sono verificati due casi di abbandono di neonato: entrambi i casi di sono verificati in Toscana e soltanto in un caso su due si è potuto salvare il neonato.
Il primo caso si è verificato vicino a Grosseto, dove una coppia di rumeni (sembra che sia implicato anche il marito), munita di regolare permesso di soggiorno, già con due bambini, ha collocato il corpo di una piccola creatura in una stufa – fortunatamente spenta – dove poi è stato rinvenuto già morto, dalle forze dell’ordine, allertate dai sanitari del vicino Ospedale dove si era rivolta la donna asserendo di aver abortito in Romania e di avere al momento, una emorragia. È stata sufficiente una visita per accertare la verità e aprire una inchiesta: conclusione, entrambi i genitori sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario.
Il secondo caso si e avuto alla Stazione Ferroviaria di Marradi, un paese dell’Alto Mugello al confine con la Romagna: in questo caso la madre ha collocato il piccolo in una scatola e lo ha abbandonato nella Sala d’Attesa della Stazione; sapeva la disgraziata che da lì sarebbero passati i pendolari che prendono il treno per recarsi a Borgo San Lorenzo ed a Firenze, ed infatti il neonato è stato trovato e consegnato all’Ospedale, dove lo stanno facendo crescere e dove – comunque – si trova fuori pericolo e già comincia ad alimentarsi da solo. In questo caso non sono stati trovati i genitori, neppure la sola mamma, anche se le indagini proseguono alacremente e viene battuta tutta la campagna intorno al paese. Anche in questo caso, comunque, si ipotizza che la madre sia di origine dell’Europa dell’Est; nella zona infatti sono molte le Ucraine, le Bulgare e le Russe che vi abitano.
Bene, questi i due fatti, che non avevate bisogno di leggere il mio post per conoscere, in quanto ne hanno parlato giornali e TV; ora invece, cerchiamo di trarre qualche riflessione su quanto accaduto.
Anzitutto dobbiamo rilevare che – sarà anche un caso – in entrambe le vicende sono implicati direttamente coppie o singoli provenienti dall’estero; con questo sia subito molto chiaro che non intendo fare un discorso razzista, tutt’altro.
Credo infatti che una madre che abbandona un proprio figlio appena nato è in uno dei seguenti due stadi psicologici: o è pazza, di una pazzia patologica, di quelle pazzie che mal si rilevano al primo contatto, tanto per fare un esempio la schizofrenia; oppure è talmente disperata, talmente sfiduciata verso il futuro specialmente suo, che cerca di fare star bene il piccolo: in che modo? O uccidendolo – e quindi mandandolo in cielo, come prega la madre – oppure affidandolo a qualcuno che possa meglio di lei tirarlo avanti negli anni: in pratica una forma anch’essa di pazzia!
Ed a questo punto scatta la seconda considerazione: non possiamo continuare a fare entrare tutti e poi disinteressarsene. Le persone che accogliamo – provenienti dall’est o dal sud – devono essere accolte come si deve, con gli stessi diritti che abbiamo tutti noi: mi riferisco in particolare alla tutela delle puerpere e conseguentemente del nascituro che le strutture pubbliche dovrebbero mettere in atto (in alcuni casi lo fanno); se lo facciamo nel caso delle mamme e dei bambini italiani, dobbiamo ancora di più farlo per gli “ospiti”, che peraltro appaiono come maggiormente bisognosi di attenzioni e incapaci di gestirsi da soli una loro propria esistenza piena di disagi e di compromessi.
Se non siamo in grado di provvedere a questa forma di assistenza, meglio non accoglierli, meglio rinchiuderci dentro il nostro egoismo di paese a “crescita zero” e lasciare fuori della porta tutte le Natasce o le Fatime di questo mondo.

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