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giovedì, febbraio 10, 2005

Scioperi 

In questa settimana la situazione del trasporto in generale è veramente messa male: i ferrovieri scioperano per 24 ore – dicono loro – per 8 – dice il ministro Lunari; chi avrà ragione? Il motivo: un generico richiamo, almeno per quello che sono venuto a sapere io, a una maggiore sicurezza, specie dopo il recente disastro ferroviario. Staremo a vedere se l’avrà vinta Lunari oppure le tre confederazioni (tutte allineate e coperte).
In contemporanea, o quasi, abbiamo il “solito” sciopero degli assistenti di volo che in quattro ore di astensione riescono a cancellare 141 voli fra nazionali e internazionali.
Di questa forma di protesta non conosciamo neppure le ragioni: probabilmente perché avvengono così tanto spesso che non sanno più cosa inventarsi.
Il terzo evento – il più interessante e al tempo stesso il più ridicolo – riguarda la televisione e segnatamente la troupe della RAI che sta riprendendo, per conto di tutti i paesi dell’Eurovisione, i Campionati Mondiali di sci alpino in corso di effettuazione a Bormio; qui la figura è stata veramente “barbina”, si è parlato di scandalo, le televisioni straniere si sono prima sbellicate dal ridere e poi hanno fatto a gara a prenderci in giro.
Il tutto per lo sciopera di una piccola sigla sindacale che ha fatto sospendere la gara per la mancanza di 5 operatori su 21, facenti parte della struttura della Lombardia, regione ospitante la manifestazione.
Alcuni pullman e auto con il marchio RAI sono stati presi a calci dalla folla inferocita che aveva fatto tanta strada per assistere alla gara, la cui interruzione è stata motivata dagli organizzatori “per difendere e tutelare gli sponsor e i giudici di gara che si avvalgono delle riprese televisive per le loro decisioni”.
Di questo sciopero – a differenza degli altri due – abbiamo anche le motivazioni: “a seguito del mancato accoglimento delle richieste presentate alla RAI da Libersind – Milano (la sigla sindacale che ha indetto lo sciopero) inerenti a problematiche professionali, normative, economiche nonché di sicurezza sul posto di lavoro, di condotta antisindacale coercitiva ed intimidatoria praticata dalla dirigenza milanese”.
Come potete vedere siamo nel mondo del generico più assoluto; era forse meglio non leggerle e neppure riportarle? Forse si, ma mi serve per riferirmi alla genericità delle ragioni, alla supponenza e alla evidente tranquillità “del posto sicuro” e procedere oltre.
Vorrei fare, a questo punto, una piccola ipotesi: facciamo finta che alle prossime elezioni si presenti un uomo, non tra quelli che conosciamo, uno nuovo, che come perno del proprio programma abbia un concetto del genere: modifica costituzionale per quanto riguarda il diritto di sciopero; abolizione conseguente di tali manifestazioni; instaurazione di una sorta di camera di conciliazione formata da sindacati, operatori economici e rappresentanti del ministero del lavoro alla quale presentare le diatribe tra lavoratori e datori di lavoro. Questo istituto di nuovo conio, emana delle “sentenze” che hanno quindi non funzione di parere ma quella di autentico arbitrato vincolante. Coloro che non si attengono a quanto stabilito da tale organismo sono passibili di procedimento giudiziario.
Ed il nostro “uomo nuovo” continua: per mettere in moto tutto il meccanismo ci vorranno un paio di anni, durante i quali si continua come adesso, ma quando tutta la normativa sarà a regime, compresa la modifica costituzionale, si passa all’applicazione di queste nuove norme.
Voi non credete che prenderebbe una valanga di voti?
E questo, signori miei è ben triste!!


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