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domenica, febbraio 06, 2005

A proposito degli arbitri di calcio 

Su una televisione nazionale che si è assicurata i diritti delle partite della nazionale di rugby, appare da qualche giorno uno spot che recita: “Non stanno con le modelle, non hanno ingaggi milionari, non passano le notti in discoteca, non fanno polemiche, non insultano gli avversari”; i modelli in questione non giocano a calcio ma a rugby.
In contemporanea con questa litania – mi dicono tutti gli intenditori, giusta – sentiamo le dichiarazioni di Zoff e dei dirigenti della Fiorentina contro l’arbitro Dondarini reo di avere espulso due giocatori dopo soli 10 minuti di gara.
Vediamo però cosa hanno combinato i due fiorellini: il primo – Bojinov, un ragazzo di poco più di 20 anni, appena arrivato e pagato a peso d’oro – non ha saputo fare altro che, al primo fallo subito, mollare una solenne gomitata in faccia all’avversario, mentre il secondo – tale Delli Carri, uno che dovrebbe essere esperto vista l’età – si è fatto sentire dall’arbitro mentre lo apostrofava con “Arbitro sei scarso!”.
Dopo la partita sia Zoff – che a detta di tutti i giornalisti specializzati, nelle quattro partite che ha fatto a Firenze non ha indovinato una formazione – e sia i dirigenti della società che nel solo girone di andata sono già al terzo allenatore, hanno paventato oscure manovre, persecuzioni di carattere politico, insistendo molto su questa ultima parola (deriva dal greco polis e significa gestione della cosa pubblica – cfr. Devoto, Oli) usata però in forma fortemente dispregiativa per indicare manovre “del Palazzo”, ma mai facendo un solo nome di qualcuno responsabile di queste meschine attività.
E mai facendo autocritica del tipo, Zoff: ho sbagliato la formazione; i dirigenti: abbiamo sbagliato a cacciare i due precedenti allenatori
E soprattutto mai facendo capire che i due giocatori che si sono comportati proprio come recita lo spot del rugby, con sufficienza, con superiorità nei confronti non solo degli avversari ma anche dell’arbitro al quale viene dato di “scarso” mentre loro evidentemente sono “molto”, sono stati fortemente redarguiti e multati – sentono solo l’odore della pecunia che gli viene tolta – di una cifra altissima.
Sia l’allenatore che i dirigenti non si rendono conto che dando sempre la colpa a fantomatici manovratori che vogliono il male della loro squadra, assolvono qualunque comportamento tenuto dai giocatori e – ovviamente a livello inconscio – li portano a giustificare non solo le fesserie come le gomitate e le offese all’arbitro, ma anche il giocare male, mettendo tutto in un unico calderone che viene poi messo sul fuoco della polemica e dell’attacco dei “poteri forti”.
Come avrete notato siamo al festival delle frasi fatte, siamo al carnevale delle viete parole che vengono usate senza neppure conoscerne l’esatto significato.
E in questo guazzabuglio i giornalisti – sempre più portati a fare gli scandalistici anziché i tecnici – ci sguazzano a più non posso.
Voglio trascrivervi la “pagella” che il maggiore quotidiano sportivo dedica all’arbitro in questione: “Voto 6 – Applica il regolamento alla lettera, quindi non sbaglia. Semmai, si riapre la discussione se in certi momenti (nel caso di Delli Carri) il buon senso possa suggerire soluzioni diverse”. Cioè, soluzioni diverse dall’applicazione del regolamento!
Dopo il Festival delle frasi fatte siamo arrivati a quello dell’incongruenza: si afferma che l’arbitro ha seguito il regolamento ma che avrebbe fatto meglio a non farlo; però non si può fare a meno di dargli la sufficienza.
Mamma mia, ma come è difficile campare e capirci qualcosa!

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