giovedì, febbraio 17, 2005
Molotov & Champagne
Il rigurgito che abbiamo avuto sulla vicenda del rogo di Primavalle, se non altro ha avuto il merito di riaprire una discussione sugli anni ’70, anni dominati da sigle che molti giovani di adesso credono riferirsi a marche di jeans: “Potere Operaio” Potop per gli intimi e “Lotta Continua”, Loco per gli amici.
Lasciamo stare la vergognosa intervista che il “servo dell’auditel” Bruno Vespa ha raccolto con il fuggiasco Lollo che accusa addirittura i Mattei di aver appiccato il fuoco alla loro casa e di aver fatto così morire due loro figli solo per il gusto di incolpare i comunisti.
Ma torniamo invece agli anno settanta e riferiamoci ad uno degli articoli meglio scritti e più dettagliatamente sviluppato: quello di Massimo Fini sul Quotidiano Nazionale. In esso – con maggiore dovizia di particolari e con maggiore abilità di scrittore – si riporta quanto da me più volte affermato: l’attuale classe dirigente in campo giornalistico (stampa e televisioni) e molta parte dell’attuale parlamento sono formati da personaggi che in quell’epoca rivestivano posti di responsabilità all’interno di quelle strutture che avevano come obiettivo primario la rivoluzione contro lo stato borghese.
E così veniamo a scoprire che in campo giornalistico, oltre a Perrone attuale comproprietario del “Messaggero”, troviamo nientepopodimenoché il plurimiliardario Paolo Mieli, attuale Direttore del Corriere della Sera, lo spumeggiante tifoso juventino Giampiero Muggini, attuale dominatore di talk show e di trasmissioni sportive; abbiamo poi lo scrittore Guido Savelli – all’epoca trotzkista – che adesso campa (molto bene) alla corte di Berlusconi, dal quale ha ottenuto lo scranno di deputato per Forza Italia
Questi sono soltanto alcuni esempi, ma potrei continuare: a questo proposito, mi piace ricordare la faccia tosta mostrata dall’attuale deputato dei Verdi, Marco Boato, in occasione della trasmissione di Porta a Porta sul rogo di Primavalle: tra gli ascoltatori quanti ricordano (oppure sanno) che il sullodato negli anni settanta era uno dei membri dell’esecutivo di Lotta Continua che sul proprio giornale si attribuì moralmente l’omicidio del commissario Calabresi?
Tutti questi signori – la cui ideologia giovanile è stata bellamente sconfitta dalla storia – sono adesso ai posti di massimo comando e pontificano circa quello che fu e quello che adesso dovrebbe essere: e la gente dovrebbe credere a questa tribù di tromboni, a questa pletora di borghesi che giocava a fare i rivoluzionari e che si presentava alle manifestazioni con la “Mini Minor” (allora un mito tra i giovani) regalata da papà, a sua volta alto borghese e orgoglioso dell’impegno politico del figlio.
C’è una frase di Mercenaro – noto intellettuale di sinistra ma intelligente – che recita pressappoco così: “il problema non è ammettere che l’estrema sinistra c’era anche lei in quei tempi, il problema è che ci sentivamo di una spanna più intelligenti di tutti , addirittura inarrivabili per gli altri; il problema poi è che tale situazione esiste anche oggi”.
Non avrei saputo dire meglio e pertanto la uso come se fosse mia; in proposito posso aggiungere che in tutte quelle persone che ho sopra citato – e tante altre potrei nominare – traspare comunque questa superiorità data per acquisita, non bisognosa di essere minimamente dimostrata: siamo così e siamo i migliori perché è così e basta! Questo il credo di base di questi signori intellettuali, tanto abili allora come ora a rimanere sempre a galla chiunque sia al potere,
Si potrebbe aggiungere che in una nota storiella a galla rimangono gli str…insieme alle arance!
Lasciamo stare la vergognosa intervista che il “servo dell’auditel” Bruno Vespa ha raccolto con il fuggiasco Lollo che accusa addirittura i Mattei di aver appiccato il fuoco alla loro casa e di aver fatto così morire due loro figli solo per il gusto di incolpare i comunisti.
Ma torniamo invece agli anno settanta e riferiamoci ad uno degli articoli meglio scritti e più dettagliatamente sviluppato: quello di Massimo Fini sul Quotidiano Nazionale. In esso – con maggiore dovizia di particolari e con maggiore abilità di scrittore – si riporta quanto da me più volte affermato: l’attuale classe dirigente in campo giornalistico (stampa e televisioni) e molta parte dell’attuale parlamento sono formati da personaggi che in quell’epoca rivestivano posti di responsabilità all’interno di quelle strutture che avevano come obiettivo primario la rivoluzione contro lo stato borghese.
E così veniamo a scoprire che in campo giornalistico, oltre a Perrone attuale comproprietario del “Messaggero”, troviamo nientepopodimenoché il plurimiliardario Paolo Mieli, attuale Direttore del Corriere della Sera, lo spumeggiante tifoso juventino Giampiero Muggini, attuale dominatore di talk show e di trasmissioni sportive; abbiamo poi lo scrittore Guido Savelli – all’epoca trotzkista – che adesso campa (molto bene) alla corte di Berlusconi, dal quale ha ottenuto lo scranno di deputato per Forza Italia
Questi sono soltanto alcuni esempi, ma potrei continuare: a questo proposito, mi piace ricordare la faccia tosta mostrata dall’attuale deputato dei Verdi, Marco Boato, in occasione della trasmissione di Porta a Porta sul rogo di Primavalle: tra gli ascoltatori quanti ricordano (oppure sanno) che il sullodato negli anni settanta era uno dei membri dell’esecutivo di Lotta Continua che sul proprio giornale si attribuì moralmente l’omicidio del commissario Calabresi?
Tutti questi signori – la cui ideologia giovanile è stata bellamente sconfitta dalla storia – sono adesso ai posti di massimo comando e pontificano circa quello che fu e quello che adesso dovrebbe essere: e la gente dovrebbe credere a questa tribù di tromboni, a questa pletora di borghesi che giocava a fare i rivoluzionari e che si presentava alle manifestazioni con la “Mini Minor” (allora un mito tra i giovani) regalata da papà, a sua volta alto borghese e orgoglioso dell’impegno politico del figlio.
C’è una frase di Mercenaro – noto intellettuale di sinistra ma intelligente – che recita pressappoco così: “il problema non è ammettere che l’estrema sinistra c’era anche lei in quei tempi, il problema è che ci sentivamo di una spanna più intelligenti di tutti , addirittura inarrivabili per gli altri; il problema poi è che tale situazione esiste anche oggi”.
Non avrei saputo dire meglio e pertanto la uso come se fosse mia; in proposito posso aggiungere che in tutte quelle persone che ho sopra citato – e tante altre potrei nominare – traspare comunque questa superiorità data per acquisita, non bisognosa di essere minimamente dimostrata: siamo così e siamo i migliori perché è così e basta! Questo il credo di base di questi signori intellettuali, tanto abili allora come ora a rimanere sempre a galla chiunque sia al potere,
Si potrebbe aggiungere che in una nota storiella a galla rimangono gli str…insieme alle arance!