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giovedì, gennaio 20, 2005

Zibaldone n.1/2005 

In questo primo zibaldone del 2005 intendo occuparmi – sia pure in forma breve – di quattro argomenti.
Il PRIMO segue al post di ieri sulla giustizia – per me male amministrata – e relativo al caso Jucker: alcuni lettori mi hanno contestato che la legge è fatta dal Parlamento, cioè dai politici, e che i magistrati si limitano ad applicarla. Tutto giusto, anzi molto giusto, ma nel caso in esame – come sempre quando si tratta di normativa da interpretare – i signori giudici hanno compiuto una scelta ben precisa, cioè hanno accettato il “patteggiamento” anziché andare al dibattimento; dal canto suo la Procura si era già accordata con la difesa per un patteggiamento che escludesse dalla discussione la seminfermità mentale (altra scelta) e quindi si è arrivati alla sentenza di 24 anni, dedotti poi gli otto per il rito abbreviato, ne restano sedici che, con la normativa vigente nei Tribunali di Sorveglianza diventeranno al massimo 10. E in tutto questo la politica c’entra ben poco, come c’entra ben poco nella semilibertà che stanno accordando ai “fidanzatini” Erika e Omar, rei di avere ucciso la madre e il fratellino di lei..
Il SECONDO argomento che vorrei trattare si riferisce alla lettera che il nostro premier si accinge a mandare a ben 16 milioni di italiani; in essa viene rivolto un consiglio a consumare meno farmaci per un duplice ordine di motivi: primo perché -dice lui che sa tutto – troppi farmaci fanno male alla salute, secondo perché tale abuso è molto dannoso per le casse dello stato.
Sul secondo punto non discuto, ma sul primo ci trovo una incongruenza grossa come una casa: se il Berlusca lega il consumo dei farmaci alla spesa pubblica significa che si riferisce a quelli prescritti dal medico curante sul prontuario regionale e non quelli cosiddetti “ripetibili” che il medico prescrive sul proprio ricettario. Allora, se ci riferiamo ai medicinali prescritti dal sanitario, non vedo cosa c’entri il singolo cittadino. A meno che non gli si chieda di “rifiutare” la prescrizione medica per il bene della Patria.
Comunque sia, i logici destinatari di tale invito sono i medici, ai quali però non ci si può certo rivolgere in questo modo – rozzo e non documentato – ma caso mai con dei suggerimenti tecnici specifici da trasmettere però attraverso l’Ordine dei Medici.
Il TERZO argomento riguarda una considerazione generale sul moltiplicarsi dei drammi all’interno della famiglia – oggi sono due: uno vicino a Firenze ed uno a Bologna – che stanno a testimoniare di un disagio diffuso e privo di qualsiasi aiuto esterno; gli Enti locali – come già detto altre volte – si trincerano dietro la carenza di fondi e rimbalzano le colpe al governo centrale.
Uso questa situazione per segnalare che il Procuratore Generale della Corte dei Conti, nella sua relazione di qualche giorno fa, ha stigmatizzato il proliferarsi degli incarichi a terzi assegnati dalla Pubblica Amministrazione (specialmente quella periferica) che hanno raggiunto nel 2004 il ragguardevole numero di 200.000; vi ricordate quante volte mi sono scagliato contro simili incarichi che vengono affidati ad “amici” o ad “amici degli amici” o comunque a persone che “possono fare comodo” o che “debbono essere ringraziate di qualcosa”? La stessa cosa viene ora detta da soglia più autorevole della mia!
Il QUARTO argomento si riferisce all’affermazione di Niky Vendola – di Rifondazione Comunista – nelle primarie svoltesi in Puglia per scegliere il candidato del centro sinistra da opporre a quello del centro destra.
La scelta della gente (oltre 80.000 votanti) ha scatenato un grandissimo putiferio, ma non perché si è affermato un “comunista”, ma perché il vincitore è omosessuale dichiarato.
Questa – a mio giudizio – è la paura che innesca le polemiche: il timore che la gente, piano piano, consideri le preferenze sessuali come elemento non discriminante!

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