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mercoledì, gennaio 05, 2005

Uniti nella catastrofe 

C’è voluta l’immane catastrofe nel Sud-Est asiatico per fornire a tutti noi una splendida immagine: oggi, dalle 12.00 alle 12.03, tutta l’Europa, tutti i 450 milioni di europei si sono fermati e, in silenzio, hanno ricordato dentro di se le centinaia di migliaia di morti e i vari milioni di senza tetto che in quei luoghi aspettano un aiuto dal mondo occidentale.
Oggi i TG hanno fatto vedere le facce dei Capi di Stato che – in silenzio – hanno mostrato la loro commozione: come dimenticare la faccia del Papa, distrutta dalla malattia e con i muscoli ormai incontrollabili dal cervello che è apparsa ancora più deformata dalla sofferenza per i tanti che ancora soffrono, in particolare i bambini.
A propositi di questi ultimi, c’è da rilevare che nella confusione comprensibile che è seguita al tragico “tsunami”, sembra che individui senza scrupoli – diciamo meglio “delle bestie” – abbiano messo in piedi una sorta di tratta dei minori, rifornendola con gli orfani accertati oppure con quelli che sono riemersi in posti diversi dalle famiglie e che ancora non sono riusciti a ricongiungersi.
Con l’occidente come cliente prioritario, l’affare è combinato: si vendono bambini per allietare coppie sterili o – peggio ancora – si vendono “pezzi di bambini” (reni, fegato, cuore) per ricchi malati che non possono certo sottostare alle lunghe file di attesa per qualche trapianto.
Ma questi interventi operatori saranno pur realizzati da qualcuno, e questo qualcuno – probabilmente onusto di gloria e di denari – si dovrà pur guardare allo specchio ogni tanto, magari per aggiustarsi il nodo della cravatta: il mio augurio è che lo specchio gli cada direttamente sulla testa!
Certo che vedere avverarsi questa forma di unità nel dolore, sia pure per soli tre minuti e sia pure per una manifestazione silenziosa, mi induce a pensare quello che potrebbe rappresentare l’Europa e invece non rappresenta a causa, prima di tutto, delle proprie divisioni e delle proprie differenziazioni su quasi tutti i punti che vengono affrontati.
L’intervento salvifico in questa catastrofe potrebbe rappresentare un buon banco di prova, ma temo che – come al solito – andremo ognuno per conto proprio.
Mentre rinnovo il mio debito nei confronti di tutti i miei lettori per un post dedicato alla solidarietà ed agli aiuti, vorrei fare una breve considerazione sul numero dei morti e dispersi: dai, rispettivamente, 18 e 700 di un paio di giorni fa, siamo passati a 20 e 338: i cadaveri riconosciuti sono lievemente cresciuti – da 18 a 20 – ma quello che è molto sorprendente è il numero dei dispersi passati dai 700 agli attuali 338, meno della metà.
Come è potuto accadere?
Partiamo dal presupposto che gli iniziali 700 sono cifre che all’Unità di Crisi della Farnesina sono stati “indotti” da qualcuno (amici, familiari, tour operator, ecc.), era lecito sperare che con la stessa formula che sono state segnalate le assenze di questi settecento, si sarebbe dovuto segnalare il ritrovamento di oltre 350 individui.
Per quelli che vengono mantenuti nella categoria “dispersi” (a stasera 338) c’è una particolare unità del R.I.S. dei Carabinieri ed una della Polizia che continua a “frugare” tra i cadaveri in putrefazione per togliere qualche lembo di pelle o di carne a coloro che possono considerarsi “più sospetti di italianità” e sottoporlo successivamente alla prova del DNA: in quelle circostanze ogni tipo di intervento diventa durissimo e di difficile sopportazione, ma quello di questi reparti mi sembra particolarmente ingrato e quindi mi auguro che chi di dovere renda giusto merito a questi nostri concittadini e che noi tutti si pensi a loro come a dei novelli “eroi”.

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