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giovedì, gennaio 13, 2005

Gli amanti maledetti! 

Questa è il romanzo (o il film) che vorrebbero far vedere a tutti, inquirenti e gente comune: mi riferisco alla madre della piccola Eleonora e al di lei convivente.
Sperano così che interpretando questi ruoli le loro colpe si attenueranno nei confronto della Giustizia; altre volte, coppie celebri si sono accusate vicendevolmente mettendo così in difficoltà chi deve giudicare, e quindi non riesco a dar loro torto per l’impianto difensivo.
“Per lei quella bambina era il frutto del peccato. E si chiudeva in casa per evitare che le assistenti sociali le togliessero la creatura”: questa la dichiarazione dell’uomo – un pregiudicato di 43 anni – che ha spiegato così il modo di agire della compagna.
“Da quando era tornata dalla famiglia che l’aveva ospitata per tre mese, la bambina non gli voleva (a lui?) più bene e non voleva mangiare. E lui mi chiudeva in casa”: questa la replica della madre (23 anni e già quattro figli, una delle quali – Eleonora, appunto, avuta durante una sua precedente “esperienza” di prostituzione autorizzata peraltro dal marito).
Con queste due tesi difensive sono iniziati gli interrogatori della coppia e, come si vede, i due anziché guardarsi dentro, cercano di sfuggire per quanto possibile alle loro responsabilità accusandosi l’un l’altro; e lo fanno con uno “stile” che richiama altre vicende nelle quali i colpevoli possono essere entrambi, ma possono anche essere presi singolarmente: è quello che cercano di fare, innescando nella vicenda una realtà di scarica barile che potrebbe mettere in seria difficoltà la magistrature.
La quale magistratura ha per ora emesso l’ordine di arresto per i reati di: omicidio colposo, maltrattamenti e violazione degli obblighi di assistenza familiare.
Non sono del mestiere, ma con queste accuse e con le attenuanti che sicuramente saranno trovata, non si va oltre i 10 anni: se così fosse, entrambi escono di galera ancora giovani – lei addirittura giovanissima – e pronti a riprendere la loro vita.
Scommetto, anzi, che la madre si farà un obbligo di andare a ricercare i tre figli “residui” (uno di quattro anni, uno di due e l’ultimo di quattro mesi) che per il momento restano affidati ad una comunità, ma che per un prossimo futuro si auspica una diversa sistemazione.
Dio non voglia che tutta questa tragica vicenda vada veramente a finire come io – pessimisticamente – sto ipotizzando, perché, a parte la Legge, verrebbero infrante tutte le regole di civile convivenza e si lascerebbe rientrare nella società due mostri come questa coppia.
Avrete notato che nel mio precedente post relativo allo stesso argomento, chiamavo la madre e il compagno con l’epiteto di “animali”; in questo ho cambiato e uso il termine “mostri”, perché uno di voi, un lettore, mi ha fatto notare che non era giusto paragonare loro due a degli animali, i quali peraltro, se dovessero comportarsi in questo modo verrebbero puniti ben più severamente: ha ragione e non faccio fatica a dargliene atto.
Comunque sia, la “grande stampa quotidiana” ha già abbandonato il caso relegandolo in piccoli trafiletti e quindi ci stiamo preparando alla solita “ingiustizia legale”: magari saranno tutti pronti a levare alte grida nel momento della sentenza, ma a quel punto, ormai…


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