venerdì, dicembre 24, 2004
Vediamo un po' di TV
In questi giorni di festa, dove la famiglia è riunita in casa, il totem principale, quello che adoriamo di fronte e di lato è senza dubbio l’apparecchio televisivo: e allora diamo un’occhiata a quello che ci tocca subire (chi ci obbliga, poi, vorrei proprio saperlo).
Cominciamo a parlare di uno spot e precisamente quello di Vodafone con Megan Gale: sono certo che nessuno ha mai fatto caso alle castronerie che contiene il discorsetto della bellona australiana; perché questo? Semplice, perché la comunicazione è di quelle che in gergo si definiscono “alonate” e che contiene una bella ragazza, delle immagini ben realizzate e…basta. In pratica non c’è bisogno di nessuna frase ponderosa, non c’è bisogno di nessun concetto alto, ma è sufficiente che il telespettatore faccia l’unione tra il fascino suadente della Top Model, il suo modo – anche simpatico – di dire “te” con la “e” completamente aperta che diventa una “è”. Anche questo è un richiamo inconscio per tutti noi.
Parliamo ora di reality e vediamo l’ultimo nato – quello del ristorante – con 13 “ex – famosi” che, diretti da un improbabile direttore – il maghetto Casella – mandano avanti un ristorante a Roma, locale nel quale il pubblico può regolarmente accedere previa prenotazione, per la modica cifra di 15 euro (mi pare).
Ne ho visto un pezzetto dopo la prima puntata e mi ha colpito il fatto della enorme stanchezza che attanaglia questi signori e signore: la frase più ricorrente è “io senza le mie otto ore di sonno sono morta”; oppure “ma come fanno i camerieri ad andare avanti un giorno dopo l’altro” ed anche “io non ce la faccio proprio più, io mi siedo e mi faccio servire, come del resto sono abituata a fare nella vita” (Contessa De Blanc).
Le frasi che udiamo uscire dalla bocca di questi “ignoranti – arricchiti – non si sa come – e poi diventati famosi – ma che sono durati poco - per fortuna” sono da una parte esilaranti, ma dall’altra sono anche sconfortanti, perché questi rappresentano (o meglio: hanno rappresentato) dei “modelli” specie per i giovani telespettatori e telespettatrici.
Spero che vedendoli ora, si rendano conto di come è stata mal riposta la loro simpatia; comunque l’indice d’ascolto – almeno alla prima puntata – ha fatto registrare dei numeri vertiginosi: pensate il massimo degli ascolti realizzati con questo tipo di trasmissione.
Una considerazione finale sul “trash”; lo so che ne abbiamo già parlato e uno di voi – molto acutamente – mi ha scritto che non esiste una trasmissione più trash di un’altra, perché tutta la TV è trash; qui però vorrei parlare del trash più trash che di più non si può.
Alcuni giorni fa per parlare di TV trash nella trasmissione di Vespa “Porta a Porta” sono state portate come esempio di massimo epigono le sorelle Lecciso; dal dotto dibattito è scaturito che il successo delle due signore (entrambe sposate – più volte – e con svariati figli dell’uno e dell’altro) deriva dal fatto che entrambe non sanno fare niente, ne ballare, ne cantare, ne presentare. E quindi sono il massimo per un animale da televisione.
A parte questa fesseria che squalifica anche chi la dice, il massimo dello sconcerto l’ho avuto nel constatare che a Zecchi e Crepet – invitati come intellettuali – che cercavano di portare avanti un discorso con un minimo di scientificità, ha fatto da contraltare un altro “intellettuale”, di diverso parere: nientemeno che Alba Parietti.
Credo che si raggiunga il massimo quando si assiste a cose del genere: e vedere la sicumera e sfrontatezza con la quale la sig.ra Parietti confutava le tesi dei due professori universitari, dall’alto della sua cattedra in ……
A proposito, per non farsi mancare niente, c’era anche Don Mazzi.
Sipario!
Cominciamo a parlare di uno spot e precisamente quello di Vodafone con Megan Gale: sono certo che nessuno ha mai fatto caso alle castronerie che contiene il discorsetto della bellona australiana; perché questo? Semplice, perché la comunicazione è di quelle che in gergo si definiscono “alonate” e che contiene una bella ragazza, delle immagini ben realizzate e…basta. In pratica non c’è bisogno di nessuna frase ponderosa, non c’è bisogno di nessun concetto alto, ma è sufficiente che il telespettatore faccia l’unione tra il fascino suadente della Top Model, il suo modo – anche simpatico – di dire “te” con la “e” completamente aperta che diventa una “è”. Anche questo è un richiamo inconscio per tutti noi.
Parliamo ora di reality e vediamo l’ultimo nato – quello del ristorante – con 13 “ex – famosi” che, diretti da un improbabile direttore – il maghetto Casella – mandano avanti un ristorante a Roma, locale nel quale il pubblico può regolarmente accedere previa prenotazione, per la modica cifra di 15 euro (mi pare).
Ne ho visto un pezzetto dopo la prima puntata e mi ha colpito il fatto della enorme stanchezza che attanaglia questi signori e signore: la frase più ricorrente è “io senza le mie otto ore di sonno sono morta”; oppure “ma come fanno i camerieri ad andare avanti un giorno dopo l’altro” ed anche “io non ce la faccio proprio più, io mi siedo e mi faccio servire, come del resto sono abituata a fare nella vita” (Contessa De Blanc).
Le frasi che udiamo uscire dalla bocca di questi “ignoranti – arricchiti – non si sa come – e poi diventati famosi – ma che sono durati poco - per fortuna” sono da una parte esilaranti, ma dall’altra sono anche sconfortanti, perché questi rappresentano (o meglio: hanno rappresentato) dei “modelli” specie per i giovani telespettatori e telespettatrici.
Spero che vedendoli ora, si rendano conto di come è stata mal riposta la loro simpatia; comunque l’indice d’ascolto – almeno alla prima puntata – ha fatto registrare dei numeri vertiginosi: pensate il massimo degli ascolti realizzati con questo tipo di trasmissione.
Una considerazione finale sul “trash”; lo so che ne abbiamo già parlato e uno di voi – molto acutamente – mi ha scritto che non esiste una trasmissione più trash di un’altra, perché tutta la TV è trash; qui però vorrei parlare del trash più trash che di più non si può.
Alcuni giorni fa per parlare di TV trash nella trasmissione di Vespa “Porta a Porta” sono state portate come esempio di massimo epigono le sorelle Lecciso; dal dotto dibattito è scaturito che il successo delle due signore (entrambe sposate – più volte – e con svariati figli dell’uno e dell’altro) deriva dal fatto che entrambe non sanno fare niente, ne ballare, ne cantare, ne presentare. E quindi sono il massimo per un animale da televisione.
A parte questa fesseria che squalifica anche chi la dice, il massimo dello sconcerto l’ho avuto nel constatare che a Zecchi e Crepet – invitati come intellettuali – che cercavano di portare avanti un discorso con un minimo di scientificità, ha fatto da contraltare un altro “intellettuale”, di diverso parere: nientemeno che Alba Parietti.
Credo che si raggiunga il massimo quando si assiste a cose del genere: e vedere la sicumera e sfrontatezza con la quale la sig.ra Parietti confutava le tesi dei due professori universitari, dall’alto della sua cattedra in ……
A proposito, per non farsi mancare niente, c’era anche Don Mazzi.
Sipario!