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giovedì, dicembre 30, 2004

Solidarietà e polemiche 

Sta cominciando la gara di solidarietà per aiutare – in un primo tempo – gli scampati alla catastrofe e – successivamente – per ricostruire quel paradiso distrutto dallo “tsunami”.
Ovviamente ci sono già coloro che compilano classifiche del paese più o meno solidale; devo dire subito che questo tipo di polemiche mi è molto antipatico; sentire che qualcuno si erge a giudice del “più buono” e del “meno buono” mi sembra molto stridente e credo che non sia neppure utile alla drammatica situazione.
Il Papa ha lanciato anche lui un suo appello dicendo che “lo spirito natalizio sia di sprone per atti di solidarietà”; si è poi rivolto ai Capi di Stato di tutto il mondo invitandoli ad essere generosi.
Santità, vista l’entità della catastrofe, credo che non ci sia bisogno di nessuno spirito particolare per trovare un briciolo – il più grande possibile – di solidarietà. Anche il bambinello, se potesse, donerebbe qualcosa.
A proposito di grande solidarietà, di grande bisogno di generosità, mi torna in mente un film del 1968 dal titolo “L’Uomo venuto dal Cremino nei panni di Pietro” (tit:orig.”The Shoes of the Fisherman”) del regista americano Michael Anderson, interpretato da Antony Quinn nei panni del Vescovo russo Ciril e da Laurence Olivier in quelli del Segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.
La struttura narrativa – sfrondata da parti superflue della vicenda che non starò a riportare – narra di un Vescovo russo, imprigionato nei campi di lavoro della Siberia, che viene improvvisamente liberato a seguito di accordi con il Vaticano e rimandato a Roma. Qui, appena arrivato, viene ricevuto dal Papa e nominato Cardinale; dopo pochi mesi il Papa muore e Ciril entra in Conclave con gli altri Cardinali di tutto il mondo: l’assemblea si mostra subito spaccata, divisa sui nomi di due “curiali”; uno dei due – interpretato da uno splendido Vittorio De Sica (ultimo film) – ha come una folgorazione ed invita tutti a votare per Ciril.
Il Cardinale russo viene eletto e si presenta al balcone di San Pietro con il nome di Ciril I; accadono varie cose che però non sto a narrarvi perché non servono per la struttura principale dell’opera.
Ad un certo punto il Segretario del Partito Comunista russo invia all’antico avversario Ciril un angoscioso messaggio, avvertendolo che siamo alla vigilia di una guerra disastrosa tra la Russia e la Cina: quest’ultima, con gravi problemi di sopravvivenza per il suo popolo che non ha da mangiare, è decisa a marciare sulla vicina Russia per conquistare il pane per la sua gente. Cosa può fare l’antico avversario ed ora Sommo Pontefice?
Ciril, nonostante il parere contrario dei Cardinali di curia che predicano prudenza, si reca immediatamente ad un appuntamento con i due Segretari dei Partiti Comunisti russo e cinese e in quella sede ha la conferma che il mondo è sull’orlo del baratro di una guerra nucleare e chiede cosa può fare lui, a capo di un piccolo Stato, ma ascoltato dai potenti del mondo.
Il Segretario cinese gli dice allora: “tu non rischi mai nulla, dalla tua finestra lanci appelli alla generosità, alla bontà e altro; se i potenti della terra li ascoltano tu fai una bella figura, nel caso contrario puoi dire di averci provato”.
Ciril è turbato da questa sparata del cinese e assicura che metterà in gioco tutto quello che potrà; torna a Roma e – riuniti i Cardinali – chiede loro l’autorizzazione a fere un discorso del genere: “noi chiediamo ai potenti di essere generosi e di aiutare la Cina senza chiedere niente in cambio; noi, da parte nostra, prima di chiedere a voi, alieneremo tutte le nostre ricchezze, quadri, palazzi, case, denari e torneremo in povertà assoluta, per donare tutto ai cinesi affamati”.
Sconcerto dei Cardinali, rifiuto di credere che faccia sul serio e negazione assoluta di qualunque appoggio: Ciril non si scompone e dice loro che se non sono d’accordo lui si dimetterà immediatamente.
La diatriba di risolverà per l’intervento di uno dei Cardinali più autorevoli che si schiera al fianco del Papa e il film termina con l’immagine della finestra dello studio papale che si apre, appare Ciril che inizia il suo discorso con: “noi cederemo tutte le nostre ricchezze e con il denaro ricavato aiuteremo il popolo cinese che sta morendo di fame….”.
Non voglio assolutamente dire che questo tipo di solidarietà possa essere attualizzata, nessuno meglio di me sa che è un film e basta, però….ogni volta che mi capita di vederlo mi lascia qualcosa di dolce e di amaro in bocca.
Cosa sarà?


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