<$BlogRSDUrl$>

giovedì, dicembre 16, 2004

Mo' vene Natale... 

La frase del titolo, parte integrante di una tiritera napoletana, presenta l’avvento del Natale e la scarsa disponibilità economica del protagonista, il quale termina la sua narrazione con …”m’accendo la pipa e me ne vado a cuccà”.
Possiamo dire che è il nostro caso? Siamo, qui in Italia, tutti o quasi, dediti al fumo della pipa e alla successiva andata letto?
Devo dire che le notizie sono discordanti: mentre da una parte i viaggi all’estero, anche quelli molto costosi, sono già quasi tutti esauriti, tant’è vero che se ne volessimo approfittare mi hanno detto che non ci sono più disponibilità, dall’altra la normale, banale attività natalizia – cambiare il cappotto, comprarsi un vestito nuovo o un paio di scarpe – è decisamente in crisi. Sembra che tutti stiano aspettando i saldi del dopo Befana per eventuali acquisti.
C’è poi da aggiungere che la situazione internazionale non induce a rosee previsioni per il futuro: in Irak sono ripresi gli attentati degli uomini di Bin Laden, il quale si dedica personalmente a combattere quello che é il suo vero nemico: l’Arabia Saudita, come dimostra l’attentato all’ambasciata USA a Riad e la successiva rivendicazione.
In Spagna è ripreso il terrorismo basco e si è arrivati ad evacuare lo stadio del Real Madrid (il mitico Santiago Bernabeu) dove era in corso un incontro di calcio con il Barcellona: pensate, 70.000 spettatori che escono ordinatamente da uno stadio calcistico per il solo annuncio di una bomba fatto telefonicamente da una voce dell’ETA. Ovviamente, come avviene in quasi tutti questi casi – ma non si può rischiare – la bomba non c’era e quindi la vittoria del terrorismo è stata doppia, in quanto all’evacuazione forzata dello stadio, si è aggiunto il mancato ritrovamento dell’ordigno, come a dire che “basta farvi paura”, non c’è neppure bisogno di mettere in pratica le minacce.
Anche in Palestina, la terra che dovrebbe essere la più sensibile alla nascita di Gesù, dopo un breve periodo di cauto ottimismo per le parole di Abu Mazen, si è ripiombati nel pessimismo: un nuovo attentato dinamitardo realizzato con una nuova tecnica (un tunnel scavato sotto una postazione di soldati israeliani) ha fatto alcuni morti e subito è scattata la rappresaglia che ha generato morti in campo palestinese. E così riprende il terrore, i pianti e i lutti dei familiari, i bimbi uccisi. Insomma quanto di più feroce si possa immaginare!
In questo mondo scosso da brividi di cattiveria e di incoscienza, arriva tra qualche giorno il Salvatore, colui cioè che Dio ha inviato sulla terra per salvarci dai tanti nostri peccati.
Se guardiamo ai nostri peccati, ce ne vorrebbero assai di piccoli Gesù, se però siamo coscienti e crediamo nella potenza di Dio, la presenza del Figlio prediletto non può che indurci all’ottimismo.
Non sappiamo però – secondo il piano misterioso di Dio – quanto ancora dovranno durare le sofferenze del genere umano; non sappiamo se potremo risolvere i nostri problemi attraverso una decisa presa di coscienza in senso religioso oppure mediante altre soluzioni, più o meno empiriche.
Se poi vogliamo “umanizzare” l’evento, potremmo dire che “ci vuole un bel coraggio a mettere al mondo un figliolo in questa terra di matti”; evidentemente qualcuno questo coraggio l’ha avuto e ogni anno riviviamo questa forma di coraggio. Auguriamoci che qualche stilla di questo coraggio ci resti attaccata e fruttifichi anche sul nostro corpo.


This page is powered by Blogger. Isn't yours?