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martedì, novembre 16, 2004

Passione per la neve 

E’ di ieri la sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato quanto comminato nei due precedenti gradi di giudizio a carico di tre insegnanti di una scuola media della provincia di Napoli e di un medico compiacente della stessa zona.
Cosa era successo: queste tre professoresse, nel periodo di bassa stagione (dovevano risparmiare, poverette loro, con gli stipendi che gli danno!) se ne partivano per le Dolomiti e alla scuola facevano pervenire un certificato medico che stabiliva di concedere sette/10 giorni di riposo (per quale malattia non si sa).
Tutto questo vi sembra cosa da suscitare scalpore? Certo che no! Ma se vi aggiungo che le tre stimate insegnanti hanno fatto questa manfrina per ben sette anni, prima di essere scoperte, allora dovete convenire con me che siamo in presenza di una aberrazione dell’assenteismo, direi quasi che era diventato un vizio, un’allungamento delle vacanze di Natale, chiamatelo come volete, ma non era certo qualcosa di normale.
La Giustizia italiana ha condannato le professoresse ed il medico a un anno di reclusione (ovviamente con la condizionale) ed a mille euro di multa; la linea difensiva è stata: “Lo fanno tutti”, e con questo hanno detto tutto quello che c’era da dire.
Proprio ieri – mentre era in corso una manifestazione di tutti i sindacati, i COBAS e chi più ne ha più ne metta, per l’aumento di stipendio agli insegnanti e contro il Piano Moratti – alcuni giornalisti più maliziosi, hanno fatto circolare nel corteo che la Cassazione aveva confermato le condanne a carico di tre loro colleghe; il commento è stato dello stesso tenore: “Niente scandalismo, lo fanno tutti”.
Allora, andiamo con ordine e facciamo alcune notazioni sulla vicenda: giusta la manifestazione perché con uno stipendio più alto le/gli insegnanti si potrebbero permettere anche l’alta stagione per organizzare le loro “scappatelle” ed allora sarebbe tutta un’altra cosa, tutto un altro godere.
Un altro commento: era tanta la sicurezza del funzionamento del meccanismo, che le autorità giudiziarie hanno rilevato come le prenotazioni negli alberghi datassero di alcuni mesi precedenti alla data del certificato medico: quando si dice la lungimiranza, questo sì che è vera prevenzione!.
Adesso mi rivolgo ai media che hanno riportato l’evento, con un certo spazio ma in tono ridanciano e invece qui mi sembra che ci sia poco da ridere: perché non sono stati riportati i nomi e cognomi sia delle insegnanti che del medico? Alla fin fine i quattro sono stati condannati in via definitiva e quindi non mi sembra che la legge sulla privacy continui a tutelarli anche in questo caso.
Un altro rilievo per i mess-media: in quelli che ho letto io (quattro) non ce n’è neppure uno che ha accennato alla “carriera scolastica” delle docenti e a quella del medico; mi spiego: le esimie insegnanti sono state cacciate dalla scuola oppure continuano imperterrite a sedere dietro la cattedra? E il dotto cerusico è stato cancellato dall’Albo oppure no?
Probabilmente non è successo niente del genere e sia le insegnanti che il dottore continuano tranquillamente la loro vita di sempre (in Italia c’è da aspettarsi questo ed altro), ma quello che mi lascia perplesso è la totale assenza di qualsiasi commento in materia da parte dei giornali.
Hanno forse paura di perdere, come lettori, queste due categorie (insegnanti e medici)? Sarebbe ben triste! E poi si invoca la libertà di stampa, ma per farsene cosa?


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