mercoledì, novembre 10, 2004
Obliterare
Le Ferrovie italiane sono sicuramente ai vertici mondiali per le parole che hanno letteralmente “inventato”; ne cito tre, ma potrei andare avanti: impresenziare, diversamente abili e obliterare.
La prima (impresenziare) ha già formato oggetto di un mio post di metà ottobre e viene usata al posto di “essere presente”; la seconda ho avuto modo di vederla di recente in un cartello affisso fuori di una stanza in una Stazione anche grande: “ufficio assistenza persone diversamente abili”, intendendo ovviamente disabili, handicappati, ecc.
La terza parola (obliterare) è la più anziana di nascita, ma è anche quella che si merita qualcosa di più di una semplice citazione.
Anzitutto a cosa serve: quando si acquista un biglietto ferroviario, di qualunque tipo o genere, dobbiamo infilarlo in una strana macchinetta – all’interno della Stazione – prima di salire sul treno; qualora il controllore che controlla il biglietto non trovi questa obliterazione, il possessore del biglietto è passibile di una multa di 25 euro.
Quale il motivo di questo iter burocratico?
Semplice, la ragione dipende dal fatto che coloro che non usufruiscono del biglietto hanno diritto al relativo rimborso entro un certo lasso di tempo, ovviamente presentando all’apposito ufficio il biglietto non vidimato dal controllore e neppure obliterato dalla macchinetta sul binario.
In pratica il biglietto deve risultare intonso e questa condizione si raggiunge o non entrando neppure in Stazione, oppure, se il controllore non passa durante il viaggio, non obliterandolo all’ingresso della Stazione.
Quindi, in concreto, le Ferrovie – poiché non sono sicure di poter “controllare” con i propri controllori tutte le persone che viaggiano - fanno fare questo controllo agli stessi viaggiatori in forma anticipata: infatti, con l’obliterazione l’acquirente del biglietto dice in anticipo che ha viaggiato (non è ancora salito sul treno!) e che quindi non intende richiedere alcun tipo di rimborso.
Posso dire – per esperienza diretta – che il controllore si vede una volta su quattro viaggi (quindi il 25% dei controlli) ed è per questa bassa percentuale che le Ferrovie hanno inventato questa procedura dell’obliterazione.
Per concludere, possiamo dire che le Ferrovie non essendo in grado di controllare i viaggiatori, danno per scontato che tutti coloro che acquistano il biglietto ed entrano in una Stazione poi viaggiano e quindi è giusto che obliterino il biglietto che così facendo diventa come se fosse “vidimato dal controllore”.
Il discorso appare contorto e apparentemente complicato, ma del resto parliamo di cose e di strutture che sembrano discendere dall’U.C.A.S. – Ufficio Complicazioni Affari Semplici.
Siete d’accordo?
La prima (impresenziare) ha già formato oggetto di un mio post di metà ottobre e viene usata al posto di “essere presente”; la seconda ho avuto modo di vederla di recente in un cartello affisso fuori di una stanza in una Stazione anche grande: “ufficio assistenza persone diversamente abili”, intendendo ovviamente disabili, handicappati, ecc.
La terza parola (obliterare) è la più anziana di nascita, ma è anche quella che si merita qualcosa di più di una semplice citazione.
Anzitutto a cosa serve: quando si acquista un biglietto ferroviario, di qualunque tipo o genere, dobbiamo infilarlo in una strana macchinetta – all’interno della Stazione – prima di salire sul treno; qualora il controllore che controlla il biglietto non trovi questa obliterazione, il possessore del biglietto è passibile di una multa di 25 euro.
Quale il motivo di questo iter burocratico?
Semplice, la ragione dipende dal fatto che coloro che non usufruiscono del biglietto hanno diritto al relativo rimborso entro un certo lasso di tempo, ovviamente presentando all’apposito ufficio il biglietto non vidimato dal controllore e neppure obliterato dalla macchinetta sul binario.
In pratica il biglietto deve risultare intonso e questa condizione si raggiunge o non entrando neppure in Stazione, oppure, se il controllore non passa durante il viaggio, non obliterandolo all’ingresso della Stazione.
Quindi, in concreto, le Ferrovie – poiché non sono sicure di poter “controllare” con i propri controllori tutte le persone che viaggiano - fanno fare questo controllo agli stessi viaggiatori in forma anticipata: infatti, con l’obliterazione l’acquirente del biglietto dice in anticipo che ha viaggiato (non è ancora salito sul treno!) e che quindi non intende richiedere alcun tipo di rimborso.
Posso dire – per esperienza diretta – che il controllore si vede una volta su quattro viaggi (quindi il 25% dei controlli) ed è per questa bassa percentuale che le Ferrovie hanno inventato questa procedura dell’obliterazione.
Per concludere, possiamo dire che le Ferrovie non essendo in grado di controllare i viaggiatori, danno per scontato che tutti coloro che acquistano il biglietto ed entrano in una Stazione poi viaggiano e quindi è giusto che obliterino il biglietto che così facendo diventa come se fosse “vidimato dal controllore”.
Il discorso appare contorto e apparentemente complicato, ma del resto parliamo di cose e di strutture che sembrano discendere dall’U.C.A.S. – Ufficio Complicazioni Affari Semplici.
Siete d’accordo?