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venerdì, novembre 19, 2004

Gli uomini radar giocano a calcetto e scioperano 

Proprio oggi i cosiddetti “uomini radar”, cioè gli assistenti al volo dei nostri aeroporti, sono stati protagonisti di due notizie. Vediamole insieme.
La prima notizia è quella che si riferisce al loro sciopero – indetto per oggi – per cui nei cieli italiani si è creato il solito caos; l’Alitalia cancella 172 voli, altrettanti se non di più vengono annullati dalle Compagnie straniere le quali chiedono un risarcimento danni di oltre 35 milioni di euro, gli utenti sono arrabbiati come bufali e i soldi buttati non si contano..
In pratica il nostro sistema aereo è stato sistemato per le feste e, visto che rispetto alla concorrenza straniera siamo delle Cenerentole, questo proprio non ci voleva.
Ma tant’è, lo sciopero è sacrosanto diritto dei lavoratori, anche se questi ultimi che hanno vissuto le vicissitudini dell’azienda di bandiera, sembra che stiano facendo un pericoloso gioco al massacro.
Notare bene che questi signori lavoratori, sono gli stessi che la Procura della Repubblica di Milano ha rinviato a giudizio per truffa (e questa è la seconda notizia); vediamo questa truffa in cosa consisteva.
Il P.M. Fabio Roia accusa 61 uomini radar di truffa, per averli beccati a giocare a calcetto durante i turni di lavoro: tale rilievo discende da ben 7 blitz delle forze dell’ordine e – del resto – non è affatto smentito dagli interessati.
Essi infatti rispondono così: “E’ stato sempre fatto così, perciò non mi sono mai posto il problema”.
Com’è che avveniva il fattaccio: ogni tecnico ha 20 minuti di break dopo due ore di servizio. Evidentemente si lavorava 20 minuti e si breakkava per due ore, tanto occorreva per fare la partita.
Si tratterebbe quindi soltanto di una inversione tra il break e l’attività; e che sarà mai!
Quello che colpisce in questa vicenda è l’assoluta sicumera di questi signori, la sicurezza che tutto è loro dovuto e che il periodo in cui “devono” lavorare è una grandissima scocciatura che, deve essere eliminata il più spesso possibile.
Pensate che queste partite che si svolgevano contro altri aeroporti italiani e stranieri, avevano luogo di sabato mattina e i vari giocatori si allontanavano dalla sala controllo senza neppure avvertire il caposala operativo (che peraltro dice di non essersi mai accorto di niente), cioè l’uomo che coordina il lavoro della torre di controllo; “no, non era necessario; autogestione totale”, queste le parole di uno dei calciatori che aggiunge “la partita di calcio era più che altro un pretesto perché ci si scambiava informazioni tra reparti operativi”.
Evidentemente questo signore ci vorrebbe dare a bere che i normali contatti operativi tra strutture analoghe (convegni, stage, ecc.) erano sostituiti da partite di calcetto.
Ma non era solo il gioco del pallone a tenere lontani gli uomini radar dalle loro postazioni: infatti in uno dei sette blitz dei carabinieri fu rilevato che durante il turno notturno almeno metà dei “presenti sulla base degli statini” in realtà era in tutt’altra parte, alcuni addirittura erano tornati a casa a dormire.
Che diamine, un atleta deve avere una vita tranquilla e le sue ore di sonno assicurate.


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